Salmo del 19 ottobre 2019

Non toccate i miei consacrati
Sal 105 (104),1-15

"1 Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.

2 A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

3 Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

4 Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

5 Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,

6 voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.

7 È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

8 Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,

9 dell'alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

10 L'ha stabilita per Giacobbe come decreto,
per Israele come alleanza eterna,

11 quando disse: «Ti darò il paese di Canaan
come parte della vostra eredità».

12 Quando erano in piccolo numero,
pochi e stranieri in quel luogo,

13 e se ne andavano di nazione in nazione,
da un regno a un altro popolo,

14 non permise che alcuno li opprimesse
e castigò i re per causa loro:

15 «Non toccate i miei consacrati,
non fate alcun male ai miei profeti»".


Lunghissimo Salmo che canta, come in un affascinante racconto per bocca del capo famiglia, la storia degli antenati ai figli, rendendo presenti quelle opere di grazia.
Mediteremo i primi 15 versetti, ricchi di memoria, di passione e gratitudine per le vicende sedimentate come humus fecondo nella vita di ogni fedele ebreo.

La storia d'Israele potrebbe essere interpretata, ad occhi che pretendono di essere obiettivi, come un fallimentare cammino di un pugno di uomini che non ha avuto mai pace da Abramo in poi.
C'è bisogno di un altro occhio per affermare: "non permise che alcuno li opprimesse e castigò i re per causa loro", perché la storia sembrerebbe mostrare ben altri scempi, schiavitù, deportazioni, olocausti, diaspore...
Sì, i salmi insegnano un altro modo di leggere la vita, proprio quel modo che ci serve per non affogare in visioni apocalittiche, senza una sapienza, senza senso.
C'è bisogno dell'occhio della fede per scoprire che invece, proprio perché piccolo popolo costretto a confrontarsi con potenze belligeranti, ha superato la sfida del tempo col suo bagaglio di cultura e di fede, guidato sempre dalla mano del Signore.

"Rendete grazie al Signore".
La gratitudine è vita. Rendere grazie è allargare il cuore alle dimensioni del mondo intero. È bello questo invito, è una spinta a vivere ringraziando e non brontolando.
Rendere grazie porta luce nella foschia dei nostri giorni sempre uguali o nelle tetre giornate in cui i problemi sono più grandi di noi.
Per questo Paolo dice: "In ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi" (1Ts 5,18).

"Invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere".

Il Nome Santo e operatore di meraviglie, al solo invocarl, riempie il cuore; il viso si illumina di gioia ripetendo il suo nome familiare!
È necessario conoscere chi è il nostro Dio, è importante parlarne agli altri, annunciarlo perché il mondo ha fame di colui che ama sempre e che opera nell'amore. Fare conoscere le opere di Dio è il primo modo di rendergli lode e portare doni preziosi ai fratelli.
Cantare, inneggiare, meditare: ecco un vero programma per coltivare la vita nello spirito. Cantare i Salmi, cantari inni è sintonizzarsi su un popolo che lo ha fatto per millenni e scoprirli come canti di fede attuali e poetici.
Dedicare tempo a meditare è lasciare che le meraviglie del Signore, che ci sono state annunciate, trovino posto nel nostro cuore e nella nostra memoria mettendo radici.

"Gloriatevi del suo santo nome".
Spesso nei discorsi delle persone si capisce che hanno per Dio un mostro che pretende la vita di sudditi sottomessi, un inquisitore che sta col dito puntato e un occhio enorme per spiarne i peccati.
E il mio cuore esulta pensando: il mio Dio è differente!
Io mi glorio del suo nome, il Misericordioso, il Clemente, il Salvatore.
Solo chi ha "visto" le sue opere non può fare a meno di vivere così e gloriarsi dell'amore di Dio per tutta l'umanità.

"Gioisca il cuore di chi cerca il Signore".
La ricerca non è vana, questo Dio paziente e prossimo si vuole far trovare, ci insegue per farsi vicino, cerca tutti i modi per conquistarci, "perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto" (Mt 7, 8).

"Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto".

Un bell'invito: nella fatica, nella prova, non stancarsi di cercare, ricercare il Signore e il suo volto.
C'è una intimità crescente, in questa ricerca, c'è una consolazione a volgersi verso un volto sicuro, che non ha paura del domani.
Come un bimbo guarda il papà nell'incertezza e dal suo viso comprende se potersi fidare, così guardando verso il volto sicuro e stabile del Cristo, che è rivolto al Padre, il nostro animo non vacilla.

"Ricordate".
Quanto è importante fare memoria di Dio e delle sue meraviglie! Tutta la Scrittura è un grande libro di memoria, che riporta i credenti alla presenza del Signore nei suoi gesti e nella sua parola.
Quando la confusione inevitabilmente arriva, fare memoria è vedere una lucina in fondo ad un tunnel. Non è una lucina che viene dal futuro che non sappiamo e che ci terrorizza. E' l'esperienza di salvezza avuta in giorni tenebrosi che ci rassicura sulla luce che non tarderà.

"Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto".

E nel fare memoria è fondante sapere di appartenere alla discendenza di Abramo e alla promessa che Dio fa scorrere di generazione in generazione.
Quando Gesù entra in casa di Zaccheo così giustifica la sua presenza presso un così grande peccatore: "perché anch’egli è figlio di Abramo" (Lc 19,9).
La storia della salvezza, che la Parola ci insegna, ci fa partire da lì, da quella promessa ad un uomo ormai vecchio, con una moglie sterile, che non avevano speranza di vedere realizzato il loro sogno di una discendenza.
Noi siamo quella discendenza, noi siamo il sogno che continua e che cammina verso il futuro di vita preparato per i figli!

"È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi".

Questo è il nostro Dio, gustiamolo per noi, scopriamolo, e annunciamolo a chi non lo conosce e ne ha terrore, per questo lo tiene più lontano possibile!
È nostro Dio e Salvatore di tutta la terra!

Alla fine la via della memoria, del "ruminare" le parole dei salmi e della Scrittura, è efficace e ci fa scoprire il vero volto dell'Amore che continua a proteggerci e guidarci:
"Non toccate i miei consacrati,
non fate alcun male ai miei profeti".

Questo comando, dato a tutti coloro che sono in procinto di sottomettere e rendere schiavi dei figli, è quanto mai attuale, necessario e va gridato al mondo.
Risuoni oggi con forza contro dittatori terribili che hanno a cuore solo interessi personali e distruggono intere popolazioni e la possibilità di vivere in un mondo sano e armonioso.
Scuota le coscienze di chi vende armi e fomenta guerre per depredare terre viste solo come fonte di reddito, rendendo un cimitero intere città.
Fermi la mano sanguinaria di terroristi pazzi che hanno perso di vista cosa sia essere veramente uomini religiosi.
L'intera umanità è pupilla dei suoi occhi, tutti figli consacrati, sacerdoti, re e profeti per il Padre.
Ciò che ha imparato il piccolo Israele nella sua storia, sia l'annuncio di speranza al mondo intero.

Commenti

  1. Il salmo lo si ritrova pure nel primo libro delle Cronache (18,8-22), ed è fatto risalire a Davide.
    Il salmo inizia con un invito a lodare Dio e a proclamarne le opere tra le genti.
    Nessun complesso di inferiorità devono avere gli Israeliti di fronte al fasto e alla potenza delle nazioni pagane, poiché essi conoscono il vero Dio e da lui sono stati eletti a suo popolo: “Gloriatevi del suo santo nome”.
    “Chi cerca il Signore”, cioè l'intima conoscenza di lui ottenuta con la fede, con l'amore, con l'obbedienza alla sua Parola, non può essere triste: “Gioisca il cuore di che cerca il Signore”.
    Il salmo invita così a “cercare” il Signore: “Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate sempre il suo volto”. E' un cercare dopo essere stati raggiunti da Dio; è un cercare che nasce dall'aver trovato; ed è un trovare che porta ancora a cercare, all'infinito.
    (www.novena.it)

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  2. Mi piace ritrovare all’apertura di questo Salmo, al ver.1, l’incontro e l’incrocio tra la lode di Dio e l’annuncio evangelico, spesso come “separati” nella prassi cristiana. I padri ebrei, evidentemente non preoccupati e impegnati per un annuncio a chi non è ebreo, sanno più di noi “proclamare fra i popoli” le opere del Signore semplicemente vivendo la loro fede e lodando il Signore. Avverto sempre di più che anche oggi l’annuncio del Vangelo non può che partire dal nostro stesso rapporto profondo con il Signore Gesù in una vita che incessantemente lo ricorda e lo loda. 
    (Giovanni Nicolini)

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  3. La Bibbia afferma, e la nostra fede lo percepisce, che esiste un disegno per la nostra vita, ma noi non riusciamo a vederlo. Siamo troppo vicini alla ferita per scorgere la guarigione, troppo vicini al dolore per scorgere il piano di Dio. Questo salmo richiama alla nostra mente tutte le opere meravigliose che il Signore ha compiuto per Israele per incitarlo a non perdersi d'animo. E' uno scritto che incoraggia anche noi ad avere la vista lunga e a dire: "Celebrate il Signore, meditate su tutte le sue meraviglie ... cantate e salmeggiate a lui ... ricordatevi dei prodigi fatti da lui, dei suoi miracoli..." (vv. 1-7). Dio è Colui che non dimentica le Sue promesse (vv. 8-11). Egli desidera che il nostro cuore sia ricolmo della certezza della Sua fedeltà: "Egli si ricorda per sempre del suo patto" (v. 8).
    (George O. Wood)

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  4. " manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza poiché è fedele Colui che ha promesso" eb. 10,23

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  5. Innalzò canti di gioia a te,. Dio Padre nostro, perché tu sei l amore, e vi hai amato per primo: conservami nel Tuo amore.Amen

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