Vangelo del 27 marzo 2019

A dare pieno compimento.
Mt 5, 17-19

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 

«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli»."

Se non avessimo il resto del Vangelo ci sfuggirebbe il senso profondo di queste affermazioni di Gesù.
Egli è il primo trasgressore della legge fatta di prescrizioni e di decreti, e insegna a fare così anche ai discepoli.
Se pensiamo al sabato, al digiuno rituale, a non prendere cibo con persone impure, non toccare i malati:  tutti questi sono precetti imprescindibili per la legge mosaica e le trasgressioni sono gravissime, tanto da portare Gesù e i discepoli ed essere considerati fuori dalla religione, sacrileghi, e immeritevoli della grazia di Dio.
Tutto questo significa che "dare pieno compimento" non va' inteso come applicazione e osservanza pedissequa e legale dei precetti e delle determinazioni di ogni norma di cui parla, ad esempio, il libro del Levitico.

Quando si parla di "legge e profeti" si intende la globalità della rivelazione veterotestamentaria, tramandata prima in forma orale e poi messa per iscritto con tutta la devozione e il rispetto che gli ebrei hanno dato alle Parole.
È un tesoro tramandato con venerazione nei secoli, e questa è la nostra fortuna perché racconti e testi vecchi di migliaia di anni prima di Cristo, sono pervenuti a noi, possiamo dire, fedeli al testo originale.
Scoperte archeologiche come quelle del secolo scorso a Qumran hanno avvalorato l'ipotesi che i testi sacri sono conformi alle stesure originali.

 Quindi è questa legge e questi profeti che si compiono nella presenza e nell'annuncio di Gesù:
"Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi" (Lc 4, 21), dice Gesù iniziando il suo annuncio.
Matteo, nel suo vangelo usa il verbo "compiere" solo per Gesù.
Solo lui può portare a compimento ciò che la legge e i profeti avevano iniziato ad annunciare.
Solo la sua persona presenta le qualità della pienezza, di quel completamento che tutta l'umanità attende.

Gesù non è venuto a sostituire la legge passata con una legge sua.
Non si tratta di riproporre o creare nuove norme, impossibili anch'esse da applicare per noi.
È venuto a riempire la Legge con il suo Spirito  e mostrarla quale essa è: rivelazione del dono di occhi, cuore e braccia nuove, quelli del Padre che guarda la sofferenza, pulsa per noi muovendosi a compassione e si curva per abbracciare e accogliere.

Sulla croce, ogni verso della legge e dei profeti finalmente si realizza e Gesù può dire: "Tutto è compiuto" (Gv 19, 30).
Gesù, e solo lui, compie la legge, lasciandosi schiacciare dalla legge e rivelando il profondo senso salvifico che le nostre applicazioni e interpretazioni non hanno saputo vedere. Per questo ha l'autorità per dire: la legge dice, ma io vi dico! (cfr. Mt 5, 21-22)

Gesù è l'Uomo che vive la Parola di Dio, addirittura è la Parola di Dio fatta carne.
In lui si compie, si realizza ogni aspetto della volontà del Padre. Nessun altro può portarla a compimento.
E la volontà del Padre è dare un cuore di carne, vivo, che ascolti da figlio e non che ubbidisca da servo.
Egli estirpa il legalismo dal cuore di pietra, principio e causa del male perché noi ci poniamo come succubi di fronte al Padre e come giudici di fronte agli altri.
Spinge verso una legge che non opprime, che non va fatta per salvare l'esteriorità.
Il passo avanti che vorrebbe nei discepoli è quello che muove lui: non tensione legalista verso una prassi che mette a posto la coscienza, ma slancio di compassione verso il bisogno del prossimo che grida e chiede un coinvolgimento di tutta la vita.

Per farsi riconoscere nella strada verso Emmaus dai discepoli che non sapevano più cosa credere, il Cristo risorto lì accompagna aprendogli gli occhi:
"E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui" (Lc 24, 27).
Tutta la scrittura parla del Figlio, tutto si compie in lui.
La legge e i profeti, già rivelatrici, assumono la piena comprensione alla luce della morte e resurrezione di Gesù.

"In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge".
Gesù annuncia che la Toràh data da Dio non cesserà mai di esistere.
Inutile mettere le proprie sicurezze nel cielo e nella terra: hanno una fine, sono contingenti alla nostra situazione che è limitata nel tempo e nelle possibilità.
Solo una cosa non ha fine: la Toràh, la Legge, dicono con ragione i rabbini.
La Parola, il Verbo diciamo noi!
L'attenzione ai comandamenti più piccoli dice la considerazione di Gesù per l'intera Parola di Dio.
Nessuna parola è superflua o da trascurare, ma tutt'intera la Sacra Scrittura va scrutata continuamente perché in essa ci viene incontro il Messia.

Dopo la venuta del Figlio, bocca e rivelazione del Padre, uno solo è il criterio di discernimento: qual'è la Legge del Padre? Qual'è la profezia autentica che rivela il destino dell'umanità?
Solo le Parole a favore dell'uomo!
Il sabato è per l'uomo, la legge è per l'uomo, perché il Cristo ha mostrato quanto il Padre sia per l'uomo.
"Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli»."
Colui che ha osservato fino in fondo, fino alla fine, la Legge, pur considerato sacrilego e blasfemo dai contemporanei e dagli uomini della Legge, è il Cristo.
Colui che ha realizzato tutte le profezie e i progetti del Padre, è il Cristo.
Lui, il primo, ad essere considerato il Grande nel Regno di Dio.

Commenti

  1. Afferma Gesù: “non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti”, qual è il
    contesto di questa affermazione di Gesù? È la proclamazione delle beatitudini. La nuova relazione,
    che Gesù è venuto a proporre con Dio, non poteva più essere contenuta nella vecchia alleanza,
    quella di Mosè. Mosè era il servo del Signore, aveva imposto un'alleanza tra dei servi ed il loro
    Signore, basata sull'obbedienza alla sua legge, per cui il credente, con Mosè, era colui che
    obbediva a Dio, osservando le sue leggi. Ma Gesù, Gesù non è il servo di Dio, Gesù è il figlio di Dio.
    Allora lui è venuto a proporre una nuova relazione, basata sull'accoglienza e sulla pratica
    dell'amore del Padre, per cui il credente, per Gesù, è colui che assomiglia al Padre, praticando un
    amore simile al suo.
    (Alberto Maggi)

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  2. L' ottica di Matteo: la legge come Parola di Dio che
    indica la sua volontà per la vita. Nessuno l'ha mai compiuta, Gesù è
    il primo che la compie, quindi Gesù è il compimento della legge.
    Quello che lui fa e dice è semplicemente che quel cammino che Dio
    concede a ogni uomo in Gesù, è il dono che ci fa di poter vivere da
    uomini nuovi, da uomini che sanno finalmente vivere la legge. Per
    legge ormai s’intende qualcosa di preciso, non l'insieme di tutte le
    minuzie, ma la legge intesa come amore di Dio amore del prossimo;
    e chi ama compie tutta la legge. Quindi è vero anche che Gesù è
    colui che compie tutta la legge, anche se è vero che è colui che ci libera dalla legge.
    (Silvano Fausti)

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  3. Gesù è venuto a compiere la Legge antica: non solo riconosce ai precetti dell’Antico Testamento tutta la loro importanza, ma realizza nella sua persona ciò che i profeti avevano annunciato. Secondo l’Antica Alleanza, la legge data a Mosè è strettamente legata ai profeti che annunciano il Messia: non si tratta di un codice giuridico freddo e astratto, ma di comandamenti che Dio dà al suo popolo perché viva. Il Signore chiede un cuore grande, che accolga tutta la legge fino nei minimi particolari e che superi ciò che è strettamente necessario per far posto ad un amore grande e generoso per Dio e per il prossimo. 
    Nella Nuova Alleanza, i comandamenti di Gesù nel Vangelo non possono essere separati dalla presenza dello Spirito Santo effuso nei nostri cuori, che ci dona la grazia di poterli osservare. La nuova legge di Gesù Cristo, la legge dello Spirito, è la legge dell’amore, che fa dire a san Paolo “pieno compimento della legge è l’amore” (cfr. Rm 13,10). L’amore per Dio e i fratelli è il compimento della legge di Cristo, la nuova giustizia, la nuova santità del regno di Dio, alla quale tutti siamo chiamati.
    (zenit.org)

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  4. Davvero la parola: “Tutto è compiuto!” non possiamo dirla. Lasciamo che Gesù la dica al Padre e all’universo intero per noi. Anche quest’arte del lasciare la presa fa parte del nostro stile, ma è possibile se non c’è paura e se non c’è arroganza, questi due poli tra i quali oscilliamo costantemente, incapaci come siamo di dire “no”, di combattere la paura e l'arroganza.
    (Enzo Bianchi)

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    1. "Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri, così come vi ho amato io". Tutto parte da ciò che ho nel cuore, ogni mio pensiero, parola o gesto viene compiuto perché è il cuore a spingere. Ma cosa ho nel mio cuore? Paura? Altruismo? Gloria? Signore donami un cuore di carne capace di amare come tu ami me

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  5. Grazie Signore per la TUA opera ,quella che solo TU regali; senza che io mi debba sentire condannato dai TUOI precetti di imposizione!
    La lettura letterale mi ha sempre inchiodato ai miei limiti!
    Senza l' Ascolto ed una guida che VIVIFICA la Parola,sarei fermo....
    Grazie per questo!
    Ora
    io cosa posso realizzare nel quotidiano ; attendere che si realizzi questa logica di VOGLIA,Desiderio del BENE
    Senza sforzo..ma allenandomi con i tuoi VERI consigli,non imposizioni.

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  6. "...le insegnerai anche ai figli e ai figli dei tuoi figli..."
    È bello lodarti Signore per tutte le meraviglie che hai compiuto:sono stabili nel tempo la tua promessa e la tua misericordia:che io faccia memoria e custodisca nel cuore i tuoi insegnamenti perché non vada persa la tua eredita che è fatta di ascolto, di accoglienza e di perdono

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  7. "Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?"
    Dice il Deuteronomio.
    Infatti Tu sei il Dio vicino, il DIO CON NOI.... tu sei il Dio che trasforma la morte in vita, la legge su pietra in legge del cuore e il cuore si converte ad accogliere l'inaudito...

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  8. E la volontà del Padre è dare un cuore di carne, vivo, che ascolti da figlio e non che ubbidisca da servo.
    Egli estirpa il legalismo dal cuore di pietra.......Signore donami un cuore di carne, che sappia ascoltare, guardare e donare al prossimo con amore e no per obbedienza alla legge o per apparire.
    La tua venuta Gesù, e i tuoi insegnamenti mi spingono ad una relazione vera con te e con il prossimo, è un modo nuovo di guardare, che solo Tu mi puoi dare, grazie.

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