Prima lettura di domenica 6 novembre 2022

Siamo pronti a morire
2 Mac 7, 1-2. 9-14
"In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri».
[E il secondo,] giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita»".


I due libri dei Maccabei raccontano una storia drammatica ma purtroppo universale: davanti ad un'oppressione disumana, risponde la strenua resistenza di patrioti che danno la vita per i loro ideali.
In particolare questo è il racconto storico della lotta nazionalista ebraica guidata dai figli di Mattatia, i fratelli Maccabei (Giuda, Gionata e Simone), tra il 176 e il 134 a.C. contro il dominio dei siriani Seleucidi che dominavano la Palestina e in particolare contro il loro re, Antioco IV Epifane.
Gli oppressori vogliono piegare in ogni modo l'orgoglio giudaico e quindi impongono le loro usanze in tutto il vivere sociale. Nel nostro racconto viene imposto agli ebrei di mangiare carne di maiale, assolutamente proibita alla tradizione religiosa d'Israele.
Sotto tortura i nostri eroi preferiscono morire piuttosto che trasgredire.

"In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite".
Ecco il riassunto della storia: una famiglia di ebrei osservanti vengono presi di mira e spinti con violenza a rinnegare la loro fede.
E' la storia di sempre: non basta occupare una terra; il desiderio di dominio vuole distruggere tutto ciò che c'era prima, azzerare le coscienze, annientare ogni resistenza.
Una mamma e sette figli vengono costretti, a furia di frustate, a mangiare il cibo proibito, cioè a rinnegare le proprie leggi e ad inchinarsi ad un re blasfemo. È una storia di fede messa alla prova.

"Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri»".
Inizia la resistenza. Pronti a morire pur di non trasgredire, perché dal segno del cibo si riconosca l'appartenenza al Dio vero.
Ragazzi giovani ma con una fede così radicata da sfidare la furia omicida del re: la fedeltà al Signore vale più della vita!

Questa storia ha un grande insegnamento spirituale da offrire alle piccole e grandi battaglie di ogni giorno. Nella nostra lotta per rimanere fedeli al Vangelo, combattiamo costantemente appoggiati al Signore.
"La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue" (Ef 6, 12), così scrive Paolo. La nostra è una battaglia ma non contro il prossimo, in quanto tutti gli uomini e le donne vanno considerati come figli dello stesso Padre.
E' una battaglia spirituale, che prima si combatte dentro se stessi e poi si fortifica e si esprime anche all'esterno proprio per le sollecitazioni idolatriche che la mettono in dubbio.
I fratelli maccabei, sopportando una dopo l'altro le torture, insegnano a noi che, per quanto siano tanti gli ostacoli che minano il cammino verso il Signore, la fede vince sempre.
Come Paolo possiamo affermare pieni di gratitudine: "In tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati" (Rm 8, 37).

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 2Mac 7, 1.20-31
Commento del 20/11/2019

Salmo 17 (16)
Commento del 10/11/2019

Seconda lettura di 2Ts 2,1-3.13-17
Commento del 25/08/2020

Vangelo di Lc 20, 27-40
Commento del 20/11/2020

Commenti

  1. "In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite".
    Storia di quei giorni.
    Storia di oggi.
    Storia di potere violento.
    Fino a quando?
    Perché?
    La mia speranza:
    il potere dell'Amore vincerà.

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  2. furono costretti dal re
    si
    La costrizione impone regole,logiche
    Solo chi è pieno di Spirito vivo,può opporsi a tanti soprusi
    Signore fa che con la mia logica non sia MAI oppressore di un'idea,comportamento,modo d'essere.........
    Grazie

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