Prima lettura del 21 novembre 2022

 
Esulta, figlia di Sion
Zc 2, 14-17

"Rallégrati, esulta, figlia di Sion,
perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te.
Oracolo del Signore.
Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore
e diverranno suo popolo,
ed egli dimorerà in mezzo a te
e tu saprai che il Signore degli eserciti
mi ha inviato a te.
Il Signore si terrà Giuda
come eredità nella terra santa
ed eleggerà di nuovo Gerusalemme.
Taccia ogni mortale davanti al Signore,
poiché egli si è destato dalla sua santa dimora".

"Jahvé ricorda", questo significa il nome Zaccaria; dal significato della sua identità, fino ad ogni parola, il profeta annuncia la fedeltà di Dio, che non dimentica la promessa fatta, l'impegno di liberazione totale preso con il suo popolo che non scade mai.
Il profeta iniziò la sua missione profetica intorno al 520 a.C., cioè nel periodo successivo all'esilio babilonese, finito nel 538 a. C. con l'editto di Ciro.
Il rimpatrio non aveva risolto i problemi d'Israele. Anzi, sembravano insormontabili!
Al fatto che Il popolo era tornato piuttosto riluttante, si aggiungeva la povertà di Gerusalemme, quasi rasa al suolo sotto la furia babilonese.
Scoraggiato e in difficoltà per la ricostruzione, Israele viene sostenuto dal profeta che si preoccupa della ricostruzione del tempio di Gerusalemme.
Il suo messaggio è un invito alla conversione perché si apra a nuova strada, fatta di rinascita e la restaurazione di un regno di pace.

"Rallégrati, esulta, figlia di Sion".
È il grido gioioso che il profeta indirizza a Gerusalemme, madre piagata dall'assenza dei suoi figli.
Adesso che il popolo è tornato il cuore si apre all'esultana e si può di nuovo sperare.

"Perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te".
La città non va vista come l'ombra dei fasti di una volta, né come abbandonata al suo destino di povertà: il Signore è il primo cittadino e la rende preziosa e santa della sua presenza.
L'arrivo del Signore è primizia di un popolo fecondo e florido che sarà di nuovo numeroso tra le mura di Gerusalemme.

"Oracolo del Signore".
Il profeta testimonia l'affidabilità di Dio e con questa frase attesta la forza del suo annuncio che non viene da lui ma da chi lo ha inviato.

"Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore
e diverranno suo popolo,
ed egli dimorerà in mezzo a te".

Zaccaria contempla nel presente il ritorno dei figli di Israele dispersi e vede profeticamente l'arrivo degli altri popoli che "aderiranno" al cuore del Padre.
Tante nazioni si apriranno alla volontà di Dio e l'umanità intera si scoprirà figlia e non più straniera o lontana.
L'annuncio di unità e pace è per tutto il creato ed è un abbraccio accogliente che ridà speranza per i passi futuri e desiderio di cantare la gioia ritrovata.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Zc 2, 5-17
Commento del 28/09/2019

Salmo da Lc 1, 46-55
Commento del 22/12/2021

Vangelo di Mt 12, 46-50
Commento del 19/07/2022


Commenti

  1. "Rallégrati, esulta, perché io vengo ad abitare in mezzo a te".
    Ancora risuona la buona notizia.
    Il Signore è in mezzo
    al suo popolo.
    Il Signore è nella mia vita, con me.
    "Rallégrati, esulta, perché io vengo ad abitare in mezzo a te".
    Rallegrati.
    Esulta.
    Il Signore è qui.
    "Rallégrati, esulta, perché io vengo ad abitare in mezzo a te".

    RispondiElimina
  2. Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore
    e diverranno suo popolo...
    SI
    Ne faccio parte anche io,dammi forza ,sii consapevole di questo.
    Ho aderito al TUO popolo.
    Grazie

    RispondiElimina

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