Prima lettura del 23 novembre 2022

Il canto dell'Agnello
Ap 15,1-4

"Io, Giovanni, vidi nel cielo un altro segno, grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi è compiuta l’ira di Dio.
Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco; coloro che avevano vinto la bestia, la sua immagine e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo. Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello:
«Grandi e mirabili sono le tue opere,
Signore Dio onnipotente;
giuste e vere le tue vie,
Re delle genti!
O Signore, chi non temerà
e non darà gloria al tuo nome?
Poiché tu solo sei santo,
e tutte le genti verranno
e si prostreranno davanti a te,
perché i tuoi giudizi furono manifestati»".

Cantare è l'arte necessaria per esprimere ciò che il semplice raccontare non può. Il canto, come la poesia, esprime in modo universale i sentimenti più profondi. L'Apocalisse ci mostra l'umanità e gli esseri celesti che comunicano, cantando la propria speranza e la propria gioia.
Il libro visionario di Giovanni è una liturgia cosmica di lode e i canti lo punteggiano come ritornelli, esaltando con gratitudine l'opera del Dio liberatore.

"Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello".
È il canto dell'esito definitivo.
Parlando di Mosè viene subito in mente il Canto del mare (cfr. Es 15, 1-18), in cui il popolo erompe in un grido di vittoria dopo la pasqua, il passaggio indenne nel mar rosso.
Ora il tripudio è per la vittoria dell'Agnello dopo il passaggio dalla morte. È gioia Pasquale, festa di liberazione e gratitudine per la libertà ricevuta frutto dell'opera di Dio.

"Grandi e mirabili sono le tue opere,
Signore Dio onnipotente".

Il Signore opera Pasque continue, passaggi sorprendenti e strappa dalla morte che sembrava l'unica metà per l'umanità.
Diversamente da quelle umane, le opere divine producono passaggi definitivi, eterni, che rimangono, coinvolgendo tutte le generazioni.
Sono opere meravigliose perché togliere sofferenze, malattie, morti di cui è costellata la nostra esistenza e quella dei fratelli, è un prodigio che solo il Signore può operare.

"Giuste e vere le tue vie,
Re delle genti!"

Nella salvezza c'è giustizia, nella Pasqua il bene trionfa.
Il giudizio è quello tra Dio e i nemici dell'uomo: in questo tribunale tutte le genti, ogni nazione è liberata e sgominati tutti i mali che impedivano la vita.

Ciò che nella storia ancora non è evidente lo è nella profezia di Giovanni.
L'Apocalisse canta fiduciosa quel giorno e già pregusta il compimento pieno e definitivo.
La Pasqua dell'Agnello vittorioso è per noi, che siamo affamati di verità, bisognosi di essere guariti e sostenuti, in continua attesa dell'opera potente del Signore.
Le nostre voci si uniscano al canto di lode cosmico e i cuori affranti gioiscano già oggi della potenza amante del nostro Signore.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ap 15,1-4
Commento del 25/11/2020

Salmo  98 (97)
Commento del 09/05/2021

Vangelo Lc 21, 2-19
Commento del 24/11/2021



Commenti

  1. "Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello".
    Mosè oltre il Mar Rosso.
    L'Agnello oltre la morte.
    Noi in cammino verso la vita
    che non muore.
    Noi cantiamo la speranza.
    "Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello".

    RispondiElimina
  2. "Giuste e vere le tue vie,
    Re delle genti!"
    Si oltre TE non c'è veridicità
    Mai
    Il vero ha il TUO cuore,il TUO essere unicamente autentico
    A questo devo mirare,ad aggrapparmi a TE come sicuro approdo nelle tempeste del mio vagare.
    Amen

    RispondiElimina

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