Prima lettura del 3 novembre 2022

Persecutore della Chiesa
Fil 3,3-8a
"Fratelli, i veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, sebbene anche in essa io possa confidare.
Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile.
Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore".


Quando Paolo parla di "carne" intende l'aspetto più basso e pesante della nostra umanità che è un insieme di egoismo, autoaffermazione, desiderio di potere, volontà di dominio sugli altri. Carne è l'io esagerato, messo al centro del proprio orizzonte.
La fiducia in una religiosità che ha davanti l'uomo e non certo Dio, si traduce in presunzione, senso di superiorità; praticamente la distruzione delle relazioni.
Ma il punto di vista dell'apostolo si è convertito da sé stesso all'Altro, dalla propria bravura alla grazia, dalla giustizia distruttiva alla giustificazione divina.
Per questo dice con sicurezza: "Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo".
Ora è la fede in Cristo il suo vanto e la sua forza.

"Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui".
Paolo ha davanti idealmente i suoi ex fratelli di fede, i farisei, che lo accusano di distruggere la religione tradizionale, quella dei padri.
Quanta vanagloria porta essere sicuri di tradizioni umane, di insegnamenti radicati in una società saldamente ancorata a leggi stabili, come lo era la religiosità ebraica!
E' una soddisfazione per la carne sentirsi a posto con la legge di Dio! Essere certi di aver meritato la salvezza ci fa ritenere a posto, arrivati e un gradino sopra a chi è immerso nel peccato.
Una vera illusione distruttiva, che rende vana la croce di Cristo (cfr. 1Cor 1,17), l'unica strada che salva veramente.

"Circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei".
Il nostro brano inizia con un'affermazione: "i veri circoncisi siamo noi" perché è la fede nel Cristo che crea una nuova appartenenza.
La circoncisione nella carne non serve alla salvezza, non sono le tradizioni umane che salvano. Si potrebbe confidare in tante cose, farsi simboli rassicuranti, ma tutto passa in secondo piano.
Come per Paolo, ormai Cristo ci basta, non abbiamo bisogno di altri puntelli.

"Quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa".
I farisei si vantavano di un'osservanza scrupolosa e quasi maniacale della legge e in questo modo Paolo ha vissuto la prima parte della sua vita.
Quello zelo morboso per la religione dei padri lo aveva portato a perseguitare i cristiani, sicuro che "fermare il male" fosse una cosa bella per Dio.
La stessa convinzione mortale dell'inquisizione e delle crociate!

"Quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile".
Ecco un'affermazione molto farisaica: convinto che la salvezza viene dall'osservanza delle Legge, il giovane Saulo si era spinto ad un legalismo strettissimo e, da quella prospettiva, si sentiva in tasca la salvezza e capace di giudicare rettamente chiunque.
E' una vera ubriacatura, un'enfasi nelle proprie capacità che offusca la vista.

L'analisi di Paolo ripercorre le fasi della sua fede, come un baratro sempre più profondo che lo ha fatto partire da premesse lodevoli, ma semplicemente umane; potevano apparire encomiabili ma lo hanno portato ad essere un irreprensibile persecutore, un nemico del corpo di Cristo.
Perché ci ha tenuto a trasmetterla, cosa insegna a noi la sua esperienza?
Che una fede fondata esageratamente su criteri umani è limitata, allontana dal Signore e ci rende incapaci di gratitudine, intolleranti verso le mancanze degli altri.
Convertiamo il cuore di pietra come ha fatto Paolo, abbracciamo l'Amore, quello ricevuto dal Signore che può essere vero solo se condiviso nella comunità e nella pazienza misericordiosa verso i nostri limiti e verso quelli dei fratelli. Da singoli giustizieri a fratelli che vivono di perdono, da fustigatori dei peccati altrui a evangelizzatori di unità e pace.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 105 (104),1-15
Commento del 19/10/2019

Vangelo di Lc 15,1-10
Commento del 15/09/2019

Commenti

  1. "Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo".
    È la grazia di una grande scoperta.
    Cristo è il più grande guadagno.
    Ogni illusione di autosalvezza
    è perdita.
    È perdita ogni speranza
    senza fondamento.
    È perdita ogni amore
    che guarda solo a se stesso.
    È perdita ogni fiducia
    basata sulle proprie forze.
    "Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo".

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  2. CARNE,, sebbene anche in essa io possa confidare.
    Senza carne ,sono solo ossa che camminano .......
    La carne(i muscoli n.d.r.) per me è si anatomicamente indispensabile,altrimenti non ci sarebbe,ma è anche foriera di individualismi,egocentrismo,narcisismo(vedi palestrati)....
    Da solo un tessuto non è nulla,è nell'organo di cui fa parte che si completa.
    Il muscolo da solo,è solo prospettiva di forza,energia,ma ha bisogno di altro per esserlo(ossa,cartilagini..).
    Io ho bisogno di TE mio Signore e degli altri fratelli per vivere oggi il TUO(non il mio)REGNO!
    grazie

    RispondiElimina

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