Vangelo del 25 maggio 2023

Perché tutti siano una sola cosa
Gv 17, 20-26

"In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me median-te la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro»".


Israele è il popolo che il Signore ha liberato dalla schiavitù dell'Egitto e condotto nella terra della promessa. I discepoli sono il nuovo popolo riunito attorno al Maestro, condotti alla terra del Regno che lui ha inaugurato con l'incarnazione. È così che nella storia si cammina nella fede, insieme agli altri credenti, insieme a chi condivide la stessa fiducia e lo stesso cammino.
I discorsi di Gesù prima della sua passione conservano viva questa consapevolezza e la preghiera del Maestro si allarga fino a raggiungere tutti quelli che dalla sua Parola verranno attratti e portati all'alleanza nuova.

"Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo".
E' un gesto che merita sempre di essere contemplato.
Gesù in preghiera vive il suo dialogo ininterrotto con il Padre, orientato con tutto sé stesso a lui; per lui vive e muore. In fondo, secondo il Vangelo, è così ogni autentica preghiera.
Quello che sempre ci stupisce è che il fine della preghiera sia sempre alla nostra salvezza, al nostro bene.
Il Figlio è volto verso il Padre e guarda noi, e noi siamo il suo orizzonte di attenzione.

"Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola".
Nei momenti pregni di ogni sentimento e di ogni consapevolezza, tra l'ultima cena e la morte in croce, Gesù vive l'amore che lo lega ai discepoli con uno slancio che si allarga oltre Gerusalemme e i suoi confini.
Per ogni carne è venuto, per l'umanità sofferente sta per donare la sua vita.
Così il Vangelo ci consegna il suo sguardo in preghiera lanciato fino ai credenti nati dall'annuncio che, dopo la sua morte e resurrezione, riempiranno tutta la terra.
Nello Spirito li abbraccia già tutti e per tutti innalza al Padre la sua preghiera di vita.
Gli apostoli sono i suoi testimoni e sulla loro parola molti crederanno e lo incontreranno come il risorto. Il suo vivere, donato fino alla fine, supera la morte e diventa un raccolto abbondante che supera il tempo e lo spazio.

"Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te".
Questo chiede per il popolo dei credenti in lui: unione profonda tra loro e con Dio per mezzo di lui.
L'unità è un cammino: "tutti siano una cosa sola". Conforta la meta, pur vedendo nell'oggi i segni dell'unità ferita da tante spaccature, da tanti "scismi" interiori ed esteriori nella comunità dei credenti.
Siamo certi, la fede ha una meta: il Cristo uno. Il raggiungerla non dipende dalla nostra bravura ma dall'amorevole fedeltà di Dio.
E' una certezza che non ci fa scoraggiare: il Figlio e il Padre hanno una sola volontà; loro e noi siamo un unico cuore, un unico progetto.
"Perché tutti siano una sola cosa": in quella preghiera sussurrata al cielo c'eravamo anche noi, portati al Padre con tutti i desideri e le aspirazioni che cercano unità. Quel giorno la nostra vita era già al sicuro nei cieli.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di At 22, 30; 23,6-11
Commento del 20/05/2021

Salmo 16 (15), 7-8
Commento del 04/10/2022

Vangelo di Gv 17, 20-26
Commento del 28/05/2020


Commenti

  1. "Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te".
    Un dono:
    essere uno.
    Come il Padre e il Figlio,
    così noi.
    Tutti, uno.
    Non uno più uno,
    ma uno in uno.
    In Dio, in te, in me.
    Mi apro al dono.
    "Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te".

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  2. "Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola".
    Ti prego e ringrazio continuamente per le varie guide che mi doni e mi hai donato
    Grazie papà di unione

    RispondiElimina

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