Seconda lettura di domenica 11 giugno 2023

Partecipiamo all'unico pane
1Cor 10, 16-17

"Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo?
E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane".

"Comunione": l'essere comune a più persone, l'essere in armonia tra le persone. È intorno a questo termine che ruotano le pagine più belle della Scrittura, da Abramo fino alla cena pasquale di Gesù, celebrata la notte in cui viene arrestato.
La fede ci mette in comunione con Dio, con il creato, con i fratelli. Una realtà così importante va continuamente alimentata e celebrata, difesa dalle paure della diversità, dalle diffidenze che allontanano.
I discepoli di Gesù hanno il memoriale di quella cena, l'ultima col Maestro, come segno privilegiato di comunione, come lo sprone a ricercare parole e gesti affinché la comunione cresca.
Paolo, nella pagina che meditiamo, ci mostra l'intimo segreto di quel gesto che non è relegato nel passato; ogni domenica diventa presente e nuovo per noi.

"Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo?"
"Comunione con il sangue": ci ricorda gli antichi riti di alleanza, sanciti col sangue, che diventavano legami indelebili a costo di perdere la vita. Qui è solo la vita del Cristo a donarsi e a rimetterci.
La comunione con il sangue apre ad una comunione differente, fondata sull'essere fratelli di sangue, uniti indissolubilmente da un richiamo che parla nel profondo.
Nel segno del sangue tutta l'umanità che ha versato il sangue, che ha perso la vita in un desiderio di comunione che sembrava utopica, trova il suo Salvatore, colui che ha redento, con la sua morte, tutte le morti che non avevano un senso e una consolazione.
E l'unione si allarga a tutti i fratelli di sangue che nell'unico Figlio sono stati voluti e portati alla vita.

"E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?"
"Comunione con il corpo": per noi subito l'attinenza è col legame sponsale, quello di intimità profonda che si realizza nell'amore e nel dono reciproco.
Il Cristo, della stessa realtà del Padre, della stessa divinità, ha scelto di entrare in relazione con noi attraverso il suo corpo.
L'incarnazione lo ha reso vicino più di quello che avremmo potuto immaginare, lo ha reso fratello, prossimo, carnale, compartecipe della nostra umanità concreta.
Il pane spezzato dice che la sua corporeità è segnata come la nostra, fratturata dalla morte, dilaniata dalla sofferenza. Un vero corpo quindi, una vera incarnazione in cui ogni uomo e ogni donna può sentirsi compreso, capito, convissuto.
Abbiamo nel segno del pane spezzato la certezza di essere in comunione, in armonia con il Figlio non solo nello spirito ma anche con la tangibilità del corpo.

"Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane".
Vibra in queste parole tutta la passione e la fede per il Dio Uno, "Ehad" in ebraico, l'unico, l'indiviso.
Ma mentre nell'ebraismo questa unicità era escludente di chiunque altro, appartenere al Cristo è entrare in questa unicità e unità, essere attirati nella comunione e nella comunanza di intenti e di parola.
Un solo pane ci nutre, un solo sangue disseta la nostra sete di vita: per questo Paolo annuncia il dono che unifica le nostre molteplici vite all'Uno, al Tutto.
Siamo uniti nel Tutto, facciamo esperienza spirituale e carnale di una comunione che rispetta la molteplicità senza annullarla.
"Partecipiamo all'unico pane": il Cristo ci ha donato la vita nutrita per sempre, saziata e dissetata di un amore che non ha fine.
Giovanni nel Vangelo di oggi ricorda le parole di Gesù: "Colui che mangia me vivrà per me"! (cfr. Gv 6, 57).
E' la Buona Notizia: benché molti, ci scopriamo tutti nell'Uno e l'Uno in tutti noi.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Dt 8, 2-3.14-16
Commento del 14/06/2020

Salmo 147, 12-13
Commento del 15/03/2023

Vangelo di Gv 6, 52-59
Commento del 23/04/2021

Commenti

  1. "Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane".
    Un pane.
    Un corpo.
    Un popolo.
    Dai molti all'uno.
    Dalla divisione all'unità.
    Mangiamo alla stessa mensa.
    Ci nutriamo della stessa Vita.
    Partecipiamo alla vita divina mediante l'unico pane.
    Questo racconta ancora l'Eucaristia che ci nutre.
    "Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane".

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  2. Comunione.
    Tutto assieme,tutto va nel bene comune.
    L'Io deve tacere..........
    La pluralità deve prevalere nelle relazioni
    Abbandonare la logica del si salvi chi può...........
    Grazie mio restauratore.

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