Vangelo del 27 giugno 2023

Non gettate le vostre perle
Mt 7,6.12-14

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!»".


Una parola importante nella vita spirituale è "discernimento" dal greco “diakrisis”, separazione, distinzione, esame e diagnosi.
È un vero carisma dello Spirito, la capacità paziente di distinguere tra l'effimero e l'eterno, tra il necessario e il superfluo, tra l'apparenza e la realtà.
E' una qualità che dovremmo chiedere in preghiera, perché in assenza di discernimento si cammina senza bussola, si brancola nel buio.
Per le cose più importanti della nostra vita il discernimento è indispensabile, fa uscire dalle tenebre dell'indistinto, distingue senza falsità lo spirito del mondo dallo Spirito di Dio.

"Gesù disse ai suoi discepoli".
Le parole di Gesù non sono detti sapienti di chi vuole lasciare ai posteri la sua saggezza, né misteriche rivelazioni per pochi e illuminati adepti. Sono eredità materne e indirizzi paterni indirizzati a chi si ama, ai discepoli amici, scelti per il cammino insieme verso il compimento della missione del Padre.
Quando il Vangelo inizia così il nostro cuore si sintonizzi come un bambino in attesa delle parole preziose di un genitore, pronto ad assimilare una nuova logica, la novità che ci permette di entrare nella relazione amante con Dio e con i fratelli.

"Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci".
Frase molto forte, che è rimasta nel nostro parlare comune, ma con un significato diverso.
Nella mentalità del tempo di Gesù, cani e porci indicavano i pagani, coloro cioè che non appartenevano al popolo ebraico e alla sua religione; non avevano perciò accesso alla parola di Dio e al cammino santo che ne scaturiva.
Gesù era un fine conoscitore delle coscienze, aveva un modo di parlare diverso tra un ascoltatore colto o un povero malato analfabeta.
Per tutti riservava parole che portavano verità, ma riconosceva se era il momento, per esempio, di parlare in parabole o citare la Scrittura.
Se si trovava davanti a pagani o abitanti lontani dal fulcro religioso di Gerusalemme, sapeva che non avrebbero distinto le cose sante conservate dalla tradizione da ciò che non lo era, il dono di Dio dalle possibilità umane.

"Perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi".
Il rischio di chi non valuta le possibilità delle persone che ha davanti è quello di ottenere l'effetto contrario.
Le verità di fede sono profonde e ci vogliono anni per convertirsi ad un'ottica che non è la nostra. Figuriamoci se si può pretendere che tutti abbiano la stessa capacità ricettiva!
Addirittura le "cose sante" possono diventare un ostacolo, un inciampo per chi non ha ancora una sufficiente esperienza della vita nello Spirito.
Non è voler tenere il tesoro prezioso del Vangelo per sé, ma evitare che una reazione negativa e un rifiuto possano impedire un cammino proficuo in futuro.
Senza discernimento ciò che è buono, vitale e prezioso può diventare un cattivo ricordo.
A chi non capisce e quindi non apprezza la sapienza biblica andrebbe fatta una pre-evangelizzazione che la chiesa antica chiamava "mistagogia", cioè l'iniziazione progressiva del credente.
Non di può dire tutto e subito, c'è un tempo per evangelizzare e un tempo per tacere (cfr. Qo 3,7), come per amore non è si direbbe tutto e subito ad un neonato!
La Chiesa nel mondo non si senta attaccata e sminuita da chi "non capisce" e non accoglie il Vangelo. Anzi, sia guidata nei tempi e nei modi dal rispetto e dall'amore, necessari a discernere e trovare il modo giusto per condividere le "perle" ricevute in dono, affinché divengano l'eredità preziosa di ogni persona e di ogni credente.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Gn 13,2.5-18
Commento del 22/06/2021

Salmo 15 (14)
Commento del 19/02/2020

Vangelo di Mt 7,6.12-14
Commento del 25/06/2019


Commenti

  1. "Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci".
    Trovare e custodire ciò è prezioso.
    È un compito importante per la mia vita.
    Dio è prezioso.
    L'amore è prezioso.
    La vita è preziosa.
    La pace è preziosa.
    La gioia è preziosa.
    "Non gettate" è l'invito.
    Non sprecate,
    non disperdete,
    non rovinate,
    non barattate.
    Invece: custodite,
    coltivate,
    difendete,
    accrescete,
    ciò che è prezioso
    nella vita.
    "Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci".

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  2. .....perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
    Il Signore mi è vicino
    Mi difende
    Osa Giulio
    Il bene non va taciuto,la luce non la tenere sotto il moggio......
    grazie Papà

    RispondiElimina

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