Salmo del 25 luglio 2023
"1 Canto delle salite.
Quando il Signore
ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
2 Allora la nostra bocca si
riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia".
Il Salmo 126 è uno dei canti di pellegrinaggio; in una processione rituale e commovente, accompagnava il cammino degli israeliti in cammino verso Gerusalemme, la città santa tanto amata, patria di tutti.
È una gioia incomparabile che cresce nel cuore di tutti e che esplode ad ogni passo, vedendo in lontananza la città.
Tutti riconoscono nel Signore il Liberatore ed esultano per la nuova vitalità sperimentata.
Oggi il Salmo accompagna anche noi in un cammino di desiderio, per coltivare il bisogno e la fiducia nel Signore.
Egli mette in luce ogni peccato, anche quello più nascosto, per redimerlo; per questo continuamente preghiamo con le parole del Figlio: "liberaci dal male"!
"Canto delle salite".
Anche il titolo del Salmo ha una buona notizia per noi: perfino quando la vita è tutta in salita, nel nome del Signore e con la forza del suo Spirito, si può procedere cantando.
Sappiamo com'è faticoso cantare in salita ma chi è andato in montagna sa quanto aiuti ad alleggerire il passo e a tenere viva la fiducia nella meta che il cuore attende.
"Quando il Signore
ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare".
Dopo tanta attesa e sofferenza, la liberazione appare come un sogno.
Tutti nel profondo coltiviamo un sogno di libertà; è lì, riposto nel segreto, accarezzato col timore che a tirarlo fuori troppo presto non si realizzi.
Sognare ci rende più fragili perché in attesa, ma chi non coltiva un sogno di libertà è doppiamente schiavo, delle sue fragilità e dell'impossibilità di vedere oltre.
Il Signore ristabilisce certezze nella nostra vita fragile, sempre a rischio di cadute.
E, come per gli ebrei arrivati alle porte di Gerusalemme, quando il sogno ci appare realizzato, quasi stentiamo a crederci!
"Allora la nostra bocca si
riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia".
Sorriso e canto mostrano la speranza ritrovata.
Dopo un lungo periodo di prigionia solo la gioia e la festa sono la giusta conclusione e la risposta adeguata al grande dono ricevuto.
Il cuore liberato ha necessità di cantare, di battere le mani, di rendere grazie.
Sono i sintomi inequivocabili dell'opera di Dio nelle nostre vite.
Torniamo a crederci, apriamo gli occhi e gustiamoci la salvezza finalmente vicina.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Salmo 126 (125)
Commento del 25/05/2019
Vangelo di Mt 20,17-28
Commento del 16/03/2022
"Allora la nostra bocca si
RispondiEliminariempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia".
È così il mio Dio.
Asciuga le lacrime.
Consola il cuore.
Illumina la mente.
Rallegra l'anima.
Dona forza al corpo.
Riapre alla speranza.
Fa rinascere fiducia.
Riaccende il desiderio di bene.
Mostra la via giusta.
Accompagna nel cammino.
"Allora la nostra bocca si
riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia".
Quando ristabilì la sorte di Sion
RispondiEliminaSi tutto appare come una sorta di miracolo,quando avviene,si avvera il tanto atteso.
Grazie Signore,capace sempre di colmare,premiare,le mie attese.
Grazie