Salmo del 6 luglio 2023

Ti prego, liberami, Signore
Sal 115 (114),3-4

"3 Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.
4 Allora ho invocato il nome del Signore:
«Ti prego, liberami, Signore»".


Il Salmo 115 è un salmo caro a chi ha vissuto una terribile notte e ne è uscito.
La vita che attraversa le tempeste mortali non è più la stessa. Cambia tutto e la visione dei piccoli problemi si relativizza per lasciare spazio ad un respiro più grande che è quello della lode e della gratitudine.
Chi è stato rialzato lo sa senza altre prove, senza ragionamenti: il Signore si prende cura, ci libera dai legacci del male, porta ad una riva sicura e rifocilla lo spirito provato.
È il centro pulsante della fede di Pasqua, la certezza che il Signore è l'unico liberatore da ogni morte.

"Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia".

Ognuno di noi può dire che è la descrizione di una situazione in cui ci siamo sentiti persi e senza via d'uscita.
Non solo tristezza, senso di impotenza e sofferenza del cuore, ma anche angoscia che ci butta nella confusione e nel temere ogni cosa!
La morte con i suoi lacci sembra aver già avvolto il salmista, si trova sulla soglia del regno dei morti senza poter invertire la rotta.
È il momento in cui o si impreca contro nemici non meglio identificati o si grida per chiedere aiuto al cielo.

"Allora ho invocato il nome del Signore".
Ci rivolgiamo a Dio quando ne abbiamo bisogno? Ben venga la necessità! Se fossimo autosufficienti, capaci di cavarcela sempre
da noi stessi, vivremmo in un'illusione costante di onnipotenza, nella certezza di essere in grado di salvarci da soli.
Il credente sa che l'ultima parola di vita è sempre quella di Dio.
La Scrittura intera non è altro che la memoria delle tante volte in cui il Signore si è manifestato come Salvatore dal male e dalla morte, presente nelle vite di tanti credenti, nelle esistenze di persone normali, complicate ma preziose come noi, che sono state beneficate e portate alla gioia.
La fede biblica ci prepara all'invocazione continua del Signore affinché presto ci liberi dal male di oggi, quello che è già troppo in questo momento. È una delle invocazione più belle che Gesù ci ha regalato nel "Padre Nostro".

"Ti prego, liberami, Signore".
Ecco, basta questa piccola ma fondamentale preghiera che dona sollievo al solo pronunciarla, che rimette la visione del tempo nelle mani di chi può completarlo e benedirlo.
Al Dio creatore e liberatore ci si può rivolgere con la fiducia di trovare un orecchio attento, mani provvide e forti, sollevo senza fine.
Il redentore d'Israele si è conquistato la fiducia del suo popolo liberandolo continuamente.
A lui, noi suoi figli, rimettiamo la nostra vita così com'è, complicata e triste, contorta e angosciata; continuiamo a rivolgerci al Padre per sentire la sua mano forte che continua fedele a sorreggerci e a salvarci.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Gn 22,1-2.9.10-13.15-18
Commento del 28/02/2021

Salmo 115 (114)
Commento del 04/07/2019

Vangelo di Mt 9,1-8
Commento del 01/07/2021


Commenti

  1. "Ho invocato il nome del Signore".
    Signore tu non hai nome.
    Hai tutti i nomi.
    Nessuno è sufficiente per te.
    Invoco allora il tuo nome.
    Padre.
    Luce.
    Vita.
    Amore.
    Pace.
    Beatitudine.
    Eternità.
    Fuoco.
    Gioia.
    Amico.
    Sposo.
    Madre.
    Benedetto.
    Scoprirò ancora il tuo nome...
    "Ho invocato il nome del Signore".

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  2. Ti prego liberami
    Trova sempre spazio in me per metterci TE
    Fammi desiderare ciò che vivi,emani,proclami
    l'amore
    Amen

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  3. Signore
    Tu vedi e, nella Tua grande misericordia
    provvedi:
    a Te mi abbandono e affido la mia giornata

    RispondiElimina

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