Prima lettura di domenica 2 luglio 2023

Un figlio fra le tue braccia
2Re 4,8-11. 14-16a

"Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c’era un’illustre donna, che lo trattenne a mangiare. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei.
Ella disse al marito: «Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. Facciamo una piccola stanza superiore, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e un candeliere; così, venendo da noi, vi si potrà ritirare».
Un giorno che passò di lì, si ritirò nella stanza superiore e si coricò. Eliseo disse [a Giezi, suo servo]: «Che cosa si può fare per lei?». Giezi disse: «Purtroppo lei non ha un figlio e suo marito è vecchio». Eliseo disse: «Chiamala!». La chiamò; ella si fermò sulla porta. Allora disse: «L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stingerai un figlio fra le tue braccia»".


Ieri abbiamo meditato l'ospitalità ossequiosa di Abramo per i tre uomini di passaggio nella calura del deserto (cfr. Gn 18,1-15), che alla fine lasciano il segno della gravidanza di Sara, vecchia e avvizzita. Entro l'anno avrà Isacco!
Oggi un altro segno potente che parte da un'ospitalità delicata, rispettosa, attenta alle esigenze del profeta Eliseo. Il frutto sarà un altro figlio promessa ad una donna che aveva perso la speranza di un figlio.
Dall'ospitalità per il prossimo nascono frutti di fecondo amore. Il Padre è colui che si accoglie avendo cura dei fratelli: questa verità sconvolgente rivela Gesù nel Vangelo di oggi: "Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato" (Mt 10,40).

"Che cosa si può fare per lei?".
Il profeta Eliseo vive esperienze di dono e di considerazione che purtroppo erano mancati a Elia, suo maestro, osteggiato e perseguitato per quasi tutta la sua esistenza.
Ogni volta che passava per la città Sunem una famiglia agiata lo ospita. Fin qui niente di strano, se non fosse che la sua figura aveva così colpito la donna di casa, dal pregare il marito di realizzare una stanza sopra la propria casa solo per lui, per farlo ritemprare dalla fatica del cammino.
L'ospitalità, l'accoglienza del forestiero tra i popoli semiti era sacra, cioè gesto fatto direttamente al Signore. Infatti la lettera agli Ebrei, sottintendendo all'episodio di Abramo, afferma: "Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli" (Eb 13,2).
Questa "illustre donna", quindi nota a livello sociale, conosciuta e apprezzata per il suo lavoro o proprio per il suo impegno a favore del prossimo, fa di più che rifocillare il profeta. Gli dà una casa, la possibilità di dormire col suo servo in un luogo tutto suo.
La domanda che Eliseo pone al suo assistente Giezi è un rendimento di grazie a tanta accuratezza, ad un rispetto non scontato che dice l'animo della donna rivolta, attenta ai bisogni di chi la circonda.
Ma manca qualcosa nella vita di tutti e il Signore viene a colmare e a portare gioia. Generosità genera generosità.

"Giezi disse: «Purtroppo lei non ha un figlio e suo marito è vecchio»".
Una famiglia agiata, accogliente porta in effetti una grossa ferita, uno dei tormenti più grandi per le donne dell'antichità.
Il dramma della sterilità sembra essere un dolore che tocca direttamente il cuore di Dio. Lui, il provvidente, non sopporta che grembi sterili, vite disseccate, rimangano tali per sempre.
La mancanza di discendenza per un popolo che porta in sé il seme del Messia e la fecondità di Dio, non è tollerata. Per questo gli interventi impossibili del Signore si mostrano proprio nella carne di donne sterili, nel seme di uomini che non possono generare con le loro forze.

"Eliseo disse: «Chiamala!». La chiamò; ella si fermò sulla porta".
Bellissima scena, si percepisce il profondo silenzio carico di attesa. Le donne non erano interpellate dai profeti, raramente uomini di Dio si rivolgevano direttamente a loro.
Chiamata, la donna si presenta, ferma sulla soglia, non ha l'ardire di entrare in un luogo che è sempre casa sua, ma è diventato sacro per la presenza dell'ospite, dell'uomo di Dio.
Eliseo e la donna sono uno di fronte all'altra: l'uno sa che il Signore ascolta le sue preghiera e che la parola che pronuncerà in suo nome si avvererà, l'altra è una vita che attende parole che germoglino, che riportino la gioia nella sua casa.

"Allora disse: «L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stingerai un figlio fra le tue braccia»".
Si sente tutto il vibrare, la forza di queste parole, se ne sente l'energia che dal profeta raggiunge le orecchie della donna!
Feconda è una vita che accoglie, grandi sono le braccia di chi ospita e fa entrare un fratello nella sua esistenza.
Presto quelle braccia stringeranno il figlio tanto desiderato.
Si rimane increduli davanti all'attenzione del Signore per le nostre miserie, fino a che punto si prenda cura di noi e delle nostre infermità.
La benedizione con cui ci avvolge non può essere limitata dalla nostra pochezza. Le braccia le allarga lui, il cuore si fa grande per ospitare l'Amore!

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 89 (88),1-10
Commento del 20/12/2020

Seconda lettura di Rm 6,3-4.8-11
Commento del 28/06/2020

Vangelo del Mt 10,34-11,1
Commento dell'12/07/2021

Commenti

  1. "Allora disse: «L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stingerai un figlio fra le tue braccia»".
    È la promessa del profeta
    ad una donna sterile.
    È parola che promette fecondità.
    È parola che realizza fecondità.
    Nessuna Parola di Dio va a vuoto.
    Il Signore è fedele alla sua Parola.
    Oggi ancora un'altra Parola mi raggiungerà,
    un altro seme piantato
    nel giardino della mia vita.
    "Allora disse: «L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stingerai un figlio fra le tue braccia»".

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  2. Eliseo disse,chiamala!
    Che grande onore,si leggeva sopra,essere "considerata"da un profeta.
    Che grande onore essere citato da chi fai qualcosa di utile per lui.
    Donami sempre lungimiranza;
    il fratello che chiede ,sono io quando chiedo,quando straniero in una situazione che non sono conoscitore,vengo preso per mano...E volo!
    Amen

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