Prima lettura del 13 luglio 2023
"In quei giorni, tutta la terra d’Egitto cominciò a sentire la fame e il popolo gridò al faraone per avere il pane. Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà». La carestia imperversava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti i depositi in cui vi era grano e lo vendette agli Egiziani. La carestia si aggravava in Egitto, ma da ogni paese venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché la carestia infieriva su tutta la terra. Arrivarono i figli d’Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nella terra di Canaan c’era la carestia.
Giuseppe aveva autorità su quella terra e vendeva il grano a tutta la sua popolazione. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l’estraneo verso di loro e li tenne in carcere per tre giorni.
Il terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e avrete salva la vita; io temo Dio! Se voi siete sinceri, uno di voi fratelli resti prigioniero nel vostro carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostre case. Poi mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Così le vostre parole si dimostreranno vere e non morirete». Essi annuirono.
Si dissero allora l’un l’altro: «Certo su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto con quale angoscia ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci ha colpiti quest’angoscia».
Ruben prese a dir loro: «Non vi avevo detto io: “Non peccate contro il ragazzo”? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco, ora ci viene domandato conto del suo sangue». Non si accorgevano che Giuseppe li capiva, dato che tra lui e loro vi era l’interprete.
Allora egli andò in disparte e pianse".
Sazietà e fame, vittoria e sconfitta, si alternano nella storia del mondo. A questa legge naturale non sfugge neanche una super potenza antica come l'Egitto. Ma la presenza in quella terra della discendenza di Abramo, portatrice di benedizione, fa la differenza.
L'ago della bilancia è spostato da Giuseppe verso il benessere. Egli, penultimo figlio di Giacobbe, è tanto amato dal padre, ma tanto odiato dai fratelli che lo vendono cone schiavo.
La deportazione in Egitto è una lacerazione profonda, una vera morte sociale e familiare, da cui Giuseppe si rialza con la fede certa nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.
Ma l'angoscia mortale di chi subisce la fame quasi nessuno lo sente, pur nel suo essere difficile da ignorare.
Il faraone del nostro racconto, pur essendo considerato staccato dalle cose della terra e figlio di dei, ascolta e non ignora l'appello dei poveri affamati.
"Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà»".
Con la sua sapienza, divenuto consigliere speciale del faraone, Giuseppe risolleva le sorti di tutta la nazione stretta nei morsi di una grande carestia, e diventa causa di bene anche per i popoli limitrofi, tra cui la tribù di Giacobbe con i suoi fratelli.
Giuseppe è l'uomo della provvidenza che indica la via d'uscita da una situazione di grande sofferenza. Proprio lui infatti aveva previsto la carestia interpretando i sogni del faraone e lo aveva convinto ad accumulare ingenti scorte di grano per i tempi difficili. Da schiavo, ora è lui ad assumere il comando.
Il Signore mostra la sua provvidente cura proprio da chi non ci si aspetterebbe. Un ebreo salva il grande Egitto!
È l'uomo giusto per il bene di popoli sul baratro della decimazione!
"Arrivarono i figli d’Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nella terra di Canaan c’era la carestia".
Ecco un meraviglioso colpo di scena in questa storia dolorosa, che sembrava la fine di Giuseppe e della benedizione che i figli di Abramo portavano: si presentano i fratelli, che ancora sono segnati da quella vendita infamante, fanno un lungo viaggio per comprare grano per non morire.
Israele, povero in mezzo ai poveri, elemosina il pane!
Il loro delitto ora diventa un'occasione preziosa di sopravvivenza.
Solo la Scrittura ci racconta questi meravigliosi capovolgimenti, solo il Signore con la sia pazienza e misericordia può operare simili meraviglie nella complicata storia dell'umanità.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Gn 41,55-57; 42,5-7.17-24
Commento del 07/07/2021
Salmo 33 (32),1-9
Commento del 10/05/2020
Vangelo da Mt 9,35 - 10,1.6-8
Commento del 03/12/2022
"Arrivarono i figli d’Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nella terra di Canaan c’era la carestia".
RispondiEliminaSi,quante volte mi reco in un posto ove non sempre ho seminato pace...
Ho bisogno di qualcosa in quel posto..
Fammi rinsanvire,tutto mi è utile,nulla va scacciato,detestato,messo da parte....
Il tempo è il metro di valutazione
Grazie papà,dispensatore ad iosa
"Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà»".
RispondiEliminaIl potente faraone non ha i mezzi.
Il povero schiavo Giuseppe può.
Così è la provvidenza.
Non i potenti ma gli umili
hanno il vero potere,
quello di sfamare,
saziare,
dare pace,
portare conforto,
prendersi cura,
in modo silenzioso,
invisibile,
divino.
"Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà»".