Vangelo di domenica 18 febbraio 2024

Sospinse Gesù nel deserto
Mc 1,12-15

"Subito dopo lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo»".


Sospinti nel deserto: si direbbe un'azione malefica, di un tentatore, di un "cattivo compagno" che ci spinge alla solitudine, alla prova, al male.
E' una provocazione messa all'inizio della vita pubblica di Gesù, e ci verrebbe da pensare: "iniziamo bene!"
Ma non è una constatazione amara, è la verità: iniziamo bene!
E' l'inizio che lo Spirito ha voluto, portandolo prima al Giordano e ora spingendolo come un manager sportivo sul ring.
Lo Spirito per la sua opera sceglie strade che noi evitiamo, fortifica ed educa alle prove della vita che, per quanto facciamo, ci sono sempre e vanno affrontate per la verità di noi stessi e della nostra vita.
Abbiamo appena lasciato l'epifania gloriosa del battesimo in cui Giovanni annuncia l'arrivo di uno "più forte" (Mc 1,7), e che il Padre inequivocabilmente presenta: "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto" (Mc 1,11). Inizia la lotta!

"Subito dopo lo Spirito".
"Subito": non si può attendere che il tarlo della gloria umana si faccia largo nel cuore di Gesù di Nazareth. Non è quello il percorso che lo aspetta!
La missione per conto di Dio è attraversare la nostra umanità e lasciarsi commuovere dalle nostre terribili sofferenze, dall'insostenibile peso del peccato che ci uccide.
Bisogna lottare e non adagiarsi sugli allori.
"Subito": è urgente, è necessario buttarsi nella mischia, e per farlo bisogna prepararsi a lottare.
Lo Spirito è esigente quando si tratta del nostro bene; ha bisogno di un campione, compassionevole eppure col "volto indurito" (Lc 9,51), che non si ferma alla minima riprovazione, che non si lascia intimorire dall'elitè religiosa, impegnata a far venire nella folla il dubbio che il nazareno sia l'ennesimo eretico.

"Sospinse Gesù nel deserto".
La palestra degli allelamenti non è scelta a caso. Il deserto è luogo aspro, inospitale, impossibile alla vita se non fosse per l'aiuto di un salvatore.
Ne aveva ben fatto esperienza Israele, fuggiasco da una situazione di schiavitù e terrorizzato dall'incapacità di sopravvire con le proprie forze.
E' il luogo tanto temuto eppure visto da Dio come alcova per innamorati, dove le relazione è possibile, dove lui parla (cfr. Os 2,16) e il nostro cuore ascolta, finalmente!
Sospinto nel deserto perché inizi un dialogo continuo, intenso, un collegamento fisiologico, che non è relegato al momento del culto, ma che porta il Padre in ogni attimo dell'esistenza. Per diventare suo e per scoprisi amato.

"E nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana".
Ci fa paura ascoltare tutta la lunghezza di questo tempo! Se pensiamo a noi sarebbe tantissimo un solo giorno, ma figuriamoci quaranta giorni e notti di tentazioni in cui la presenza del Padre è inquinata dalla presenza della sua negazione, del suo rifiuto.
Quarant'anni sono pienezza di prova che di più non si può sopportare, di peregrinazione nel deserto prima di sgorgere la terra della promessa. Quaranta, nè uno di meno, un'intera vita di intralci che attraversa la carne e il cuore di Gesù.

"Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano".
Non era solo Gesù nel deserto ma con una folla intorno!
Intanto lo Spirito che ce lo porta, poi satana, le "fiere" o bestie selvatiche e gli angeli!
Nessuno è mai solo, e il deserto si anima di paure e di consolazioni.
Gli angeli servono perché messaggeri di Parola, fattorini che consegnano cibo, Parole del Padre.
Gesù attraversa veramente la nostra umanità, non viene esentato da quello che vivono affaticati e oppressi.
E' più difficile stare davanti alle bestie selvatiche o davanti alla Parola di Dio?
Tutto fa parte di un percorso in uscita dalle nostre convinzioni, è tuffarsi senza mezzucci nella vita, attraversando gli inciampi che vorremmo non vedere e dimenticare.
La Parola ci viene servita quotidianamente, è l'integratore multivitaminico per vincere un nemico troppo grande, per non rimanere schiavi e per non ricadere nella paura (cfr. Rm 8,15), come se fossimo circondati da leoni e non dalle braccia del Padre.
Vivere nella completezza, intralci e scandali, consolazioni e buone notizie: è la strada che neanche il Figlio ha evitato, è quella giusta in cui il Padre ci accompagna senza lasciarci mai soli.

Commenti

  1. "Subito dopo lo Spirito
    sospinse Gesù nel deserto".
    Lo Spirito e il deserto
    hanno ancora qualcosa da dire.
    Alla mia vita.
    All'umanità.
    Ad ogni credente.
    "Subito dopo lo Spirito
    sospinse Gesù nel deserto".
    Lo Spirito sospinge,
    il deserto accoglie.
    Lo Spirito si prende cura,
    il deserto semplifica.
    La mia vita ha bisogno di cura
    e di semplicità.
    "Subito dopo lo Spirito
    sospinse Gesù nel deserto".

    RispondiElimina
  2. Convertitevi
    si
    è il famoso tempo di conversione,la Quaresima
    Tempo
    Il tempo è sempre opportuno per capire che senza la Parola io non sono nulla
    Non dò nulla all'Altro
    Se non combatto le mie paure,rimarrò paralizzato
    Se non lotto con la mia aridità spirituale,non combinerò nulla di buono
    Ci sarebbe ancora altro...
    Signore stai con me e farò quello che il cuore comanda!
    amen

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