Salmo dell'8 febbraio 2024

Furono per loro come un tranello
Sal 106 (105),34-36

"34 Non sterminarono i popoli
come aveva ordinato il Signore,

35 ma si mescolarono con le genti
e impararono ad agire come loro.

36 Servirono i loro idoli
e questi furono per loro un tranello".


Il Salmo 106 medita su una realtà che intristisce il cammino dello spirito. Nel nostro cuore permane una lacerazione che ci divide: vorremmo essere in armonia col creato, con i fratelli e col Signore, ma l'infedeltà sale sempre a galla.
Il salmista riflette sulla ribellione del popolo durante il cammino verso la terra promessa; dovrebbe essere un'esperienza sponsale ma la continua tentazione dell'idolatria porta conflitti e ribellioni.
Si percepisce un fiume di male che attraversa la storia del popolo eletto e dell'intera umanità con cui la fede deve continuamente fare i conti.

"Non sterminarono i popoli
come aveva ordinato il Signore".

Il cuore dell'uomo è debole davanti alla forza ammaliatrice degli idoli. La storia di d'Israele in cammino verso la libertà né è la dimostrazione. Arrivare in una terra nuova, in cui altri popoli e altre divinità sono già presenti, è un rischio serio per la fede.
Il Signore dà un'indicazione esistenziale: togliere l'illusione che la fede degli altri popoli sia quella giusta. Con l'idea che "l'erba del vicino è sempre più verde", Israele piano piano si lascia ammaliare dalle credenze idolatriche e dalle seduzioni del mondo.
Per questo sterminare i popoli non è un'incitamento al massacro, ma una via del cuore, una scelta necessaria per non essere trascinati fuori dai sentieri di fede nel Dio vivente.
Sterminare le credenze umane diventa il simbolo della necessità di non dialogare con il peccato, di non scendere a compromessi con la tentazione.
Ritenersi più forti della tentazione, superiori al fascino del peccato, è vera stupidità da bambini.

"Ma si mescolarono con le genti
e impararono ad agire come loro".
Facile è imparare a fare il male, purtroppo. Facile e imparare ad agire in modo egoistico, contrario alle esigenze dei fratelli e non ancorati all'amore di Dio per noi.
Adeguarsi all'andazzo generale, approvare nel proprio cuore chi si fa spazio a gomitate, chi predilige l'arroganza e i modi violenti, è una propensione che tutti conosciamo e sulla quale bisogna continuamente vigilare.

"Servirono i loro idoli
e questi furono per loro un tranello".

L' idolo è un miraggio, la falsa convinzione che si possa realizzare la nostra felicità pretendendo il tutto e subito, piegando il divino alle peggiori aspirazioni umane.
L'idolo promette bisogni realizzati, brame possibili, felicità fai da te.
È un tranello dice il salmista.
A volte ci lasciamo ingannare, sapendo di farlo, e seguiamo false speranze di cose nate male, nella presunzione di essere capaci di aggiustarle.
Il peccato è arrendersi al male, un insidia che punteggia il nostro cammino. La confidenza con la Parola del Padre ci apre gli occhi, svela le seduzioni camuffate da possibilità imperdibili.
La Parola chiama gli idoli con il proprio nome, ci illumina sulla falsità delle loro promesse, ci tiene lontano dalle tremende delusioni in cui rischiamo di cadere ogni giorno.
Gli idoli pretendono servitori. Il Padre vuole accanto a sé figli.
Servire è il primo campanello d'allarme che ci porta lontano dall'amore. Impariamo a riconoscere i gioghi religiosi che asserviscono, che ci imprigionano in lacci opprimenti.
La Parola di Dio libera e fa camminare verso il bene.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Re 11, 4-13
Commento del 10/02/2022

Sal 106 (105),1-12
Commento del 18/03/2021

Vangelo di Mc 7,24-30
Commento del 09/02/2023


Commenti

  1. "Servirono i loro idoli
    e questi furono per loro un tranello".
    Quanta dipendenza letale per gli idoli
    danno solo realizzazioni momentanee,effimere,di poco conto
    Signore inchiodami sulla TUA Parola,sempre!
    amen

    RispondiElimina
  2. "Servirono i loro idoli
    e questi furono per loro un tranello".
    Servire qualcuno è adattarsi ai suoi desideri.
    Servire un idolo è la deriva dei nostri desideri.
    La gioia è triste,
    la vita è grigia,
    la speranza senza forza.
    Il Dio vivente è fedeltà
    alla promessa,
    è fecondità presente,
    gioia senza fine futura.
    "Servirono i loro idoli
    e questi furono per loro un tranello".

    RispondiElimina

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