Prima lettura del 20 febbraio 2024

Così sarà della mia parola

Is 55,10-11

"Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata»".

Il Dio inconoscibile, che nessumo ha mai visto, ha scelto la parola umana per farsi incontrare. Questo ha reso la Parola divina, profetica, carica di luce, parola nostra, nostra possibilità di incontro, spirito nostro che dialoga con lo Spirito del Padre.
Questa possibilità è un dono immenso che ha fatto della Scrittura un concentrato divino, un nutrimento continuo che feconda continuamente le nostre vite.
Il profeta Isaia la paragona alla pioggia e alla neve. Strano paragone che rivela tantissimo della Parola.

"Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra»".
Quello che a scuola tutti abbiamo studiato come il ciclo dell'acqua, è lo straordinario percorso della vita che rende unico il nostro pianeta.
Pioggia, neve, incessantemente seguono illoro percorso portando indispensabile nutrimento e dissetano il terreno e tutte le creature.
C'è una precisione così armonica che fa del ciclo dell'acqua uno dei più importanti di tutta la creazione.

"Senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia".
La meta è fecondare, il fine è cibare, la destinazione è l'umanità che trova la linfa per germogliare.
I doni che portano l'acqua e la neve sono incommensurabili e ce ne rendiamo conto solo quando avvengono cataclismi che ne alterano il normale flusso o quando non si riesce ad accedere alle fonti idriche vitali.
La frase molto bella che coincide con la Parola è "perché dia il seme a chi semina".
Non ci sarebbe il seminatore senza poter attingere al seme nato dalla pioggia, non ci sarebbe la semina col ciclo delle stagioni se mancase la materia prima, il potente seme che racchiude in sè la vita!

"Così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca".
La Parola è seminata continuamente, scende dal cielo e irriga tutti i cuori, pronunciata è provvidente concime che fa sbocciare i cuori e sazia le fami che altrimenti ci porterebbero alla morte. Scende dal cielo perché sgorga dalla bocca del Signore che parlando si svela; è profetica perché certo realizza ciò per cui è inviata.
Penso che è di una sapienza unica aver intravisto la similitudine tra la Parola e la pioggia e la neve.
Siamo erranti nel deserto senza acqua, destinati a rattrappirci e a morire senza essere dissetati se ci viene a mancae la Parola del Signore; poter attingere l'acqua che sgorga per portarci la vita che non muore (cfr. Gv 4, 14) è il dono quotidiano che ci fa ascoltare e ci rende capaci di annunciare.
Forse Isaia non lo sapeva 2500 anni fa, ma aveva intuito quello che ora gli studiosi ci dicono: la quantità di acqua che c’era sulla Terra oltre 4 miliardi di anni fa è la stessa che c’è oggi.

Il dono che Dio fa di sè è immutato, non finisce, è la fonte benedetta che disseta il cuore di ogni abitante della terra.

Con fede ascoltiamo, ringraziamo con la certezza che sia per noi tutto questo. E' la strada per attingere con gioia alle sorgenti della salvezza (cfr. Is 12,3).

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Is 55,10-11
Commento del 23/02/2020

Dal Salmo 34 (33)
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Vangelo di Mt 6,7-15
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