Vangelo dell'1 luglio 2024

Ordinò di passare all’altra riva
Mt 8,18-22

"In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti»".


Seguire Gesù come Maestro e Signore è il senso ultimo del nostro essere cristiani. Dalle sue parole e dai suoi gesti conosciamo Dio come Padre, accogliamo la Buona Notizia del Regno, siamo attirati dall'Amore.
"Séguimi" (Gv 21,22) è un imperativo che spesso si ripete nel Vangelo. È un imperativo che raggiunge ognuno di noi come parola che motiva e sollecita il cammino dietro al Pastore.
Nella pagina di Matteo che meditiamo oggi alcuni si offrono di seguire Gesù, ma lui, conoscendo il cuore, toglie subito le illusioni che spesso muovono con entusiamo, ma poi non divengono scelte durature e importanti.

"In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva".
Una delle caratteristiche del Messia Gesù è non fossilizzarsi in un singolo posto.
La sua missione è portare ovunque la Buona Notizia dell'amore di Dio affinché ognuno se ne nutra.
Avendo scelto come base la casa di Pietro a Cafarnao, attraversa e riattraversa il mare di Galilea cercando sempre una nuova riva a cui approdare. Sono le rive dei cuori quelle che lui cerca, dove intende attraccare e dimorare.

"Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada»".
Nell'antichità i pochi istruiti occupavano un posto di rilievo ed erano tramite di conoscenza verso la maggior parte di persone che non sapevano né leggere né scrivere in nessuna lingua.
Nel nostro caso si parla di "scriba", un uomo istruito ed esperto della Sacra Scrittura, un teologo diremmo oggi, uomo di libri, di biblioteca, di tranquillo studio.
È preso dal desiderio di seguire Gesù, in qualsiasi posto. Ma ne sarà veramente capace?
Forse, come succedeva spesso, esercitava le sue capacità come un potere, rivelando solo ciò che faceva comodo in quel momento, né più e né meno come i teologi preconciliari che interpretavano e insegnavano le Scritture col contagocce, essendo sconosciute alla maggior parte del popolo di Dio.
La conoscenza delle Scritture può essere una grazia da condividere con i fratelli o un modo per accrescere l'influenza su coloro che si desidera rimangano bigotti e creduloni.

"Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo»".
Con molta onestà Gesù lo mette in guardia dall'immaginare di poter continuare la sua vita tranquilla.
Gesù non è Maestro di sinagoga o rinchiuso in un tempio ad amministrare le cose sacre.
Esce e fa uscire dai recinti preconfezionati, porta le sue pecore a trovare pascolo fuori dagli schemi antichi (cfr. Gv 10,3-49).
All'imperativo
"Séguimi" segue la direzione "passare all’altra riva", quella della provvidenza, della volontà del Padre, quella che non è organizzata da noi.
Il Maestro non ha paura degli spazi grandi, non teme che le pecore si disperdano. La sua voce è chiara e tutto il mondo, tutte le esperienze spirituali, tutta la verità, è lo spazio aperto in cui incontrare il Padre.
Si spinge e ci spinge a coraggiosi cammini fuori dagli ovili protetti e limitanti, e cammina avanti affinché le pecore trovino pascoli per sfamarsi, acqua contro l'arsura, rifugi erbosi su cui riposarsi. A tutto provvede il Padre, per lui e per i suoi.
Il Pastore bello non ha dove posare il capo perché vive da povero con il suo gregge, instancabile ospite in giro per la Palestina, affidandosi alla provvidenza delle case in cui entra.
Seguirlo è non avere borsa, bisaccia e sandali, eppure non mancare di niente (cfr. Lc 22,35), significa non fare più leva sulle proprie sicurezze ma lasciarsi condurre ad un altra riva dal Signore, fiduciosi nel suo aiuto.
E' una sequela sicuramente diversa da quella in cui cresceva uno scriba, è un richiamo che ci fa mettere in dubbio le nostre false sicurezze e l'illusione di essere stabili sulle nostre gambe.
Seguire Gesù è trovare un giaciglio preparato per noi, una casa che ci accoglie e un nutrimento continuo di Parola e di Amore che il Padre provvederà al momento opportuno.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Am 2,6-10.13-16
Commento del 27/06/2022

Salmo 50 (49),16-17
Commento del 27/02/2024



Commenti

  1. "Gesù ordinò di passare
    all’altra riva".
    C'è sempre un'altra riva
    che mi aspetta.
    C'è sempre un nuovo viaggio
    da affrontare.
    C'è un nuovo passaggio
    da fare.
    Con Gesù.
    "Gesù ordinò di passare
    all’altra riva".

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  2. «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada»
    Si
    Allora, seguimi!
    Non è semplice fare di TE un "idolo",nel senso che seguirti impone una logica di dialogo,di comunione,di responsabilità nel "darti" all' altro;di donare sempre,sempre fino a.........essere senza forze!
    Quindi seguirti, non esserne "tifoso",ma scendere in campo,sporcarsi le mani........
    Donami nei miei tempi e nei TUOI tempi sempre più gioia nel donare TE,attraverso me!
    Amen

    RispondiElimina

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