Salmo del 9 luglio 2024

Opera delle mani dell'uomo
Salmo 115 (114),4-8

"4 I loro idoli sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo.

5 Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,

6 hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.

7 Le loro mani non palpano,
i loro piedi non camminano;
dalla loro gola non escono suoni!

8 Diventi come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida!"


L'idolatria per la Scrittura è il peccato più insidioso nel cuore dell'umanità.
Non per niente la Bibbia fa iniziare il cammino di ogni persona col desiderio di essere come Dio (cfr. Gn 3,5-6) e di usurpare il nome (cfr. Gn 11,4).
All'idolatria, sempre in agguato nel cuore di un credente, risponde la riflessione sapieniale del Salmo 115 che ha conosciuto il vero Dio nell'alleanza con il suo popolo salvato, fonte di vita e creatore, scudo e difesa dal male.
Tanta gratitudine fiorisce nella preghiera di chi attinge benedzioni continue dal Dio vivente.

"I loro idoli sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo".

Gli idoli, rappresentabili in statue di metalli preziosi, rappresentano una idea di Dio frutto dei desideri e delle proiezioni umane, perciò immaginabili e modellabili da mani d'uomo.
Pù si è potenti più le rappresentazioni delle divinità appaiono maestose, terrificanti, incombenti su un'umanità che non attinge forza, ma diventa sempre più piccola e schiavizzata da chi li ha creati.
Il Dio vivente sfugge ad ogni rappresentazione, è al di là della possibilità umana di catturarlo in una figura, lo si può trovare in luoghi non commerciabili, nei cuori e nell'intimo più profondo.

”Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano".

Gli idoli al contrario sono presentati come statue immobili e mute, senza nessun potere di salvezza.
Mettere insieme tutto quello che gli idoli non hanno, è un colpo d'occhio immediato della loro vacuità!
Sono le caratteristiche di un morto. Tutti i sensi, mezzo fondamentale della nostra relazione col mondo, del nostro servizio ai fratelli e della conoscenza della realtà, mancano alle statuine senza vita, alle costruzioni teoriche e vuote.
Invano ci si aspetta una parola di vita, vana è la preghiera a chi non può ascoltare e vedere la nostra situazione di dolore, inutile bruciare incensi a chi non gode del loro profumo e non sente salire la lode.
L'idolatria è una parodia della fede, una creazione umana che scimmiotta una parvenza di divinità, e non solo sminuisce il Signore, toglie a noi la bellezza di scoprirci figli del divino.

"Le loro mani non palpano,
i loro piedi non camminano;
dalla loro gola non escono suoni!"

Inutilmente si attenderà aiuto e sostegno dalla statua di un idolo, o dalla rappresentazione di un dio costruito a tavolino.
Mani, piedi, gola, senza vita e senza movimento alimentano l'illusione e l'inganno.
La fede biblica è fondata sull'ascolto della Parola rivelata e celebra le gesta del Signore, il suo braccio potente sempre all'opera per difenerci dai nemici, per strapparci dalla morte, per ridarci la possibilità di camminare al suo fianco.

"Diventi come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida!"

"Si diventa ciò che si contempla", recitava un antico detto monastico medievale.
Chi si gloria degli idoli, chi passa il tempo a contemplarli, chi gli sacrifica tempo ede energie, finisce per assimilarsi a loro, cadendo nella beatitudine vuota e inconsistente, costruita solo nella propria mente.
Possiamo difenderci col fatto che noi non costruiamo statuette, nè li mettiamo in nicchie per riempirli di fiori.
Ma l'idolatria non è un pericolo del passato, di antichi e arretrati adoratori di feticci. Si può cadere nell'idolatria ad ogni passo, in ogni tempesta in cui non si trovano appigli, davanti alla malattia e al dolore. Trovare conforto in un'idea o in un "portafortuna", alimentare la superstizione, dedicare le proprie ore a ripetere giaculatorie per guadagnarsi la vita eterna e quant'altro, è idolatria, e ci attraversa tutti.
Chi confida nel Signore non rimane deluso (cfr. Sal 24,3), chi contempla il suo amore trova luce nelle tenebre, benedizione in ogni situazione e cammina sicuro e accompagnato sulle strade della vita.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Os 8,4-7.11-13
Commento del 05/07/2022

Salmo 115 (114),1-3
Commento del 16/05/2022

Vangelo di Mt 9,35-10,1.6-8
Commento del 03/12/2022



Commenti

  1. "I loro idoli sono argento e oro,
    opera delle mani dell'uomo".
    Idoli:
    sordi, muti, ciechi.
    Chi li fabbrica:
    sordo, muto, cieco.
    Chi li prega:
    sordo, muto, cieco.
    Liberami Signore.
    Donami di ascoltare.
    Donami di lodare.
    Donami di contemplare.
    "I loro idoli sono argento e oro,
    opera delle mani dell'uomo".

    RispondiElimina
  2. "Diventi come loro chi li fabbrica
    e chiunque in essi confida!"
    Si diventa ciò che si contempla!
    Verissimo
    Donami capacità di continuare a SVEZZARMI dai miei "santi" idoli..........
    TU sarai per me l'idolo" VERO,parli,cammini,fai!
    Grazie papà

    RispondiElimina

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