Prima lettura di domenica 21 luglio 2024

Avete disperso le mie pecore

Ger 23,1-6

 

"Dice il Signore:

«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore.

Perciò dice il Signore, Dio d'Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore.

Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore.

Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore-

nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,

che regnerà da vero re e sarà saggio

ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.

Nei suoi giorni Giuda sarà salvato

e Israele vivrà tranquillo,

e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia»"

Il profeta Geremia svolge la sua attività tra il 627 e il 586 a. C. proclamando un tempo di grande rinascita interiore. Denuncia l'incapacità del popolo a essere fedele alla legge mosaica, ormai percepita come imposizione esteriore e quindi estranea e oppressiva. 

Annuncia la possibilità di ricuperare un cuore pulsante, risanato e capace di decidere secondo Dio. 

I pastori del popolo e il re in tutto questo avrebbero un ruolo fondamentale di indirizzo e insegnamento. Visto che sono i primi ad allontanarsi dall'identità di popolo eletto, il profeta ha parole di fuoco contro il loro operato. 

I pastori sono richiamati al loro compito, a rinunciare alle smanie di potere e a farsi vigili sulle necessità del popolo che il Signore ha loro affidato. Il vero Pastore d'Israele non può permettere che il suo gregge rimanga nella sofferenza e venga disperso.


"Dice il Signore, Dio d'Israele".

La storia biblica è memoria perenne della cura del Signore per il popolo. Seppure infedele, ai suoi occhi Israele è prima di tutto bisognoso di liberazione. 

Lui se ne prende cura con la Parola, sussurrata ai profeti, fatta riecheggiare con vigore proprio quando si affievolisce quella di chi prega e loda.

Quando il popolo di Dio perde la memoria e l'ascolto crolla la speranza, cresce la sfiducia e l'abbandono ad una visione fatalista e idolatrica. 

I pastori hanno in questo una grande responsabilità, quella di annunciare che la fedeltà divina alle promesse e all'alleanza non viene mai meno.


"Contro i pastori che devono pascere il mio popolo". 

Il pastore è colui che veicola il nutrimento che viene dal Padre.

È il senso di tutta la cura sacerdotale, del discernimento dei giudici, della regalità del sovrano.

Anche se risulta sgradevole, un profeta ha la missione di ricordare questo alle orecchie che non vogliono sentire.

Aprire gli occhi ai pastori che tradiscono la loro missione è un segno della cura precisa e onnicomprensiva che il Signore ha per il suo popolo. 


"Voi avete disperso le mie pecore".

Compito del pastore è radunare il gregge, assicurarsi che nessuno vada perduto o giri a vuoto. Nessuna distrazione deve permettere che questo accada. 

Eppure la storia dell'Antico Israele, come quella della chiesa dopo Cristo, è segnata in ogni tempo da dispersione, da confusione e sbandamento. 

l profeti sono coloro che denunciano apertamente il venir meno dei pastori, l'assenza di cura e la fame di Dio che cresce nel gregge disorientato.


"Le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati". 

È il contrario di ciò che è chiesto ad un pastore. 

Accogliere e custodire sono opere di chi guida da fratello, di chi pasce le pecorelle come farebbe il Signore stesso (cfr. Gv 21,15). 

Il disinteresse, l'allontanamento e l'incuria contraddistinguono invece un nemico, un mercenario (cfr. Gv 10,12), che diventa lui stesso lupo che divora e disperde il gregge. 


"Ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere". 

Il Signore non appoggia in nessun modo un tale atteggiamento.

Quando non c'è stata corrispondenza alla missione ricevuta, non si è dato retta e obbedito ad un mandato, un funzionario andrebbe rimosso e il compito affidato ad un altro.

Se negli affari umani questo spesso non si realizza, non è così in campo spirituale.

Il Signore punisce rimettendo un re al pari di un povero da accudire, un giudice al livello di un giudicato e un pastore trattato da pecora da condurre.

È il modo di fare di un Padre che tratta i suoi figli con rettitudine, che suscita nuove guide quando le prime fanno cilecca.

Questa Parola è "Oracolo del Signore": riporta speranza, riapre la strada verso il futuro, dona vie nuove per uscire dall'angoscia e dall'abbandono. 

La prassi di Dio non cambia: rovescia i potenti dai troni (cfr. Lc 1,52) e i piccoli divengono segno della cura divina che continua fedele e provvida.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:


Salmo 23 (22),5

Commento del 22/02/2024


Seconda lettura di Ef 2,12-22

Commento del 20/10/2020


Vangelo di Mc 6,30-34

Commento del 18/07/2021


Commenti

  1. "Voi avete disperso le mie pecore".
    Gesù lavora al contrario.
    Raduna i dispersi.
    Cerca chi è perduto.
    Accoglie chi è perso.
    Dispersi, coraggio.
    Dispersi, fiducia.
    C'è chi ha compassione
    e raduna.

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  2. Vi puniro'...
    Si
    Il Signore crea nuovi pastori,guide per il popolo da condurre..
    Si
    Chi non ha incontrato realmente il papà Dio ,non sa quello che perde.
    E LUI stesso si preoccupa di trovare la giusta guida per ognuno di noi
    Grazie

    RispondiElimina

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