Prima lettura di domenica 28 luglio 2024

Mangiarono e ne fecero avanzare
2Re 4,42-44

"In quei giorni, da Baal-Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia.
Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».
Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore".

Nel ciclo di racconti della storia del profeta Eliseo il miracolo del pane che, pur essendo poco, basta e avanza per una moltitudine di gente, dà risalto ancora una volta alla forza della Parola di Dio.
Il racconto è ambientato a Galgala, non lontano dall'attuale Tel Aviv, in un tempo di grande carestia.
La situazione è tanto disperata che, al fine pur di sopravvivere, la gente mangia radici, foglie e erbe, perfino quelle velenose (2 Re 4,38-41).
Il profeta Eliseo è chiamato "uomo di Dio", cioè colui che ha fiducia di ciò che il Signore gli dice anche quando sembra impossibile. Qui vede e ha compassione della folla bisognosa.
È l'uomo della benedizione e della promessa, colui che si fa prossimo per curare l'umanità frastornata, impoverita e ferita.

"Da Baal-Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia".
Ad Eliseo sono offerte le primizie, come era tradizione fare al tempio. La parte migliore del raccolto è offerto al profeta per onorarlo.
Un pane era prezioso in tempi di magra, era la razione di un giorno di un operaio (cfr. 1Sam 2,5), come mi raccontava anche mia nonna nel pieno della seconda guerra mondiale.
Il pane d'orzo era il pane dei poveri, necessario alla sopravvivenza, ma viene offerto in abbondanza al profeta perché uomo di Dio.
Questo uomo che porta pani e grano appena raccolto dimostra una grande fede. Rimette tutto quello che ha nel suo Signore affinché lo faccia moltiplicare.

"Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente»".
Il profeta vede oltre sé stesso, vede la sofferenza che lo circonda, ha a cuore le sorti dei suoi fratelli. E così ordina che il dono venga a sua volta condiviso.
È un gesto che rimette in Dio la provvidenza, che non accaparra, che non sfrutta. Per questo attira la benedizione del Signore:
"Chi ha l’occhio generoso sarà benedetto,
perché egli dona del suo pane al povero" (Pr 22,9).


"Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?»".
È la risposta che probabilmente avremmo dato noi, di fronte ad una folla affamata che cerca cibo da giorni! Ci si sente sopraffatti dalla fame nel mondo, schiacciati dai bisogni di chi ci circonda e ai quali non sappiamo rispondere con le nostre forze.
Il nostro cuore è affannato nel calcolare, preoccupato di far fronte a tutte le evenienze, perché si basa solo sui propri mezzi.
Calcolare e pianificare dettagliatamente il futuro non fa vedere la possibilità dell'opera di Dio, viene vanificata la fiducia nei suoi doni. Tutto è ridotto a ciò che mi merito col mio lavoro, a quello che riesco a tirare su con le mie capacità. E alla fine si rinuncia alla carità, ci si chiude nella proprietà che si è costruita perché non si ha fiducia nell'aiuto divino.
Il servitore di Eliseo ha dimenticato che davanti a lui c'è un profeta attraverso cui il Signore si prende cura di lui e del suo popolo.

"Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».
Una parola, una promessa del Signore, pronunciata qui e ora perché realizzi ciò che promette. È la forza del profeta, la sua fede in Dio quando tutto sembra smentire la fiducia e vanificare la speranza.
Il servo ha fatto un calcolo delle possibilità, il profeta vede il bisogno grande della gente e rimette tutto nelle braccia del Salvatore. Non smette di credere che "nulla è impossibile a Dio" (Lc 1,37).

"Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore".
La Parola del Signore sfama, sazia l'umanità bisognosa di un pane che solo lui può dare.
Succede con Eliseo "secondo la Parola del Signore", succede con il profeta Elia (cfr. 1 Re 17,13-16), succede con Gesù nel Vangelo della liturgia di oggi (cfr. Gv 6,1-15).
Succede anche a noi se crediamo nella potenza della Parola. La nostra fame è alleviata e la nostra arsura dissetata da colui che col suo amore provvede all'esistenza di tutte le creature.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 145 (144),17-18
Commento del 18/10/2023

Seconda lettura di Ef 4,1-7.11-13
Commento del 21/09/2021

Vangelo di Gv 6,1-15
Commento del 21/04/2023


Commenti

  1. "Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore".
    Il mio Dio è prodigo,
    esagerato,
    sovrabbondante,
    straripante.
    Secondo la sua Parola,
    secondo la sua promessa,
    il suo dono è sempre più
    del mio desiderio,
    della mia aspettativa,
    del mio bisogno,
    della mia speranza,
    della mia fantasia.
    "Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore".

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  2. Ne mangeranno e ne faranno avanzare.
    Tanto,a sbafo,ci sazia col "bonus".
    Non c'è più voglia di nulla,dopo aver pranzato con Gesù!!!!!!!!
    Grazie,mio elargitore instancabile del BUONO,del Bello.........

    RispondiElimina

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