Seconda lettura di domenica 7 luglio 2024

E' allora che sono forte
2 Cor 12,7-10

"Fratelli, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte".


Paolo è il più grande missionario del cristianesimo dopo Gesù, e le sue lettere sono ricche di riferimenti alla sua esperienza spirituale.
Dal giorno dell'incontro col Cristo Risorto sulla via per Damasco, la sua vita è stata una corsa per il Vangelo spinto dal desiderio di bene per i fratelli.
Questo non vuol dire che il suo cammino sia stato facile. E' la fede che gli ha permesso di non fermarsi davanti alle grandi difficoltà e i tanti ostacoli.
Nella pagina che leggiamo, seconda lettera alla comunità di Corinto, Paolo mette a nudo la sua fragilità. Ci suona strano che il fondatore di una comunità sveli i suoi punti deboli. Quelli che conosciamo oggi valorizzano i punti di forza, i carismi, quasi da sembrare dei supereroi della fede!
Ma Paolo non ha timore di confessare le sue spine "nella carne", affinchè risalti ancora di più l'immensa munificenza dell'amore di Dio.

"Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo".

Puntando lo sguardo al centro della nostra fede, cioè la passione di Gesù e il dono della sua vita, la nostra debolezza lascia spazio alla manifestazione della forza di Dio.
La consapevolezza di essere fragili e limitati toglie ogni ambiguità su chi sia l'autore del vero bene dell'intera umanità. La debolezza di un credente non è perciò occasione di vergogna ma di vanto nel Signore.

"Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo".
L'apostolo riassume in pochissime parole il suo faticoso percorso di fede di annunciatore per grazia.
Luca, nel suo esporre i fatti delle prime comunità dei credenti, decrive negli Atti egli Apostoli quanto sia cruenta la persecuzione subita da Paolo a causa dell'annuncio del Vangelo.
Debolezze, oltraggi, difficoltà, persecuzioni, angosce già ci fanno paura al solo pronunciarle, poi aggiungiamo le tante cospirazioni per toglierlo di mezzo ad ogni costo.
Addirittura sentire che Paolo se ne compiace, ci stupisce sempre e ci rimanda all'impossibile per noi che è possibile al Padre!
Se tutte queste umiliazioni potrebbero essere lette come colpa propria o avversione del Signore, in Paolo diventano medaglie al valore, certezza che la chiamata è stata la svolta benefica da persecutore a perseguitato, da rabbioso uccisore, a docile martire del Vangelo.

"Infatti quando sono debole, è allora che sono forte".
Quella di Paolo non è una teoria ma un'esperienza. La debolezza lo ha spinto ad aprirsi alla forza vera, quella di Dio che vince la durezza dei cuori, che trasforma la foga dei nemici, in ardore per la Buona Notizia.
Già in Cristo la debolezza è diventata la manifestazione dell'amore che vince la morte; in Paolo la persecuzione subita e non perpetrata, è l'evidenza che la via del Vangelo è efficace, vera e possibile e che migliora, riempiendo di senso, la vita di tutti i discepoli del Regno. Per questo anche la debolezza del nostro Papa malato non è una vergogna, ma la rivelazione che non sono le potenze del mondo a vincere, ma siamo salvati dalla l'unica forza che viene dall'alto.
Questa esperienza chiediamo al Signore: che nella debolezza rifulga la sua grazia, che nelle tempeste della vita il suo braccio forte ci tragga in salvo.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ez 2,2-5
Commento del 04/07/2021

Salmo 123 (122),1-2
Commento del 05/06/2024

Seconda lettura di 2Cor 12,1-10
Commento del 19/06/2021

Vangelo Mc 6,1-6
Commento del 05/02/2020

Commenti

  1. "Quando sono debole,
    è allora che sono forte".
    Parola di Paolo,
    apostolo di Gesù
    e del Vangelo.
    Debole in me,
    forte in Dio.
    Il momento della debolezza mio,
    è momento per la manifestazione
    della forza di Dio.
    È evidente nella fede.
    È meraviglioso nella speranza.
    Nell'amore è gioia.
    "Quando sono debole,
    è allora che sono forte".

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  2. Perché io non monti in superbia!
    Uno come me ne ha bisogno tantissimo
    Tienimi la spina irritativa,destami,tienimi sulla TUA via!
    Amen

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