Vangelo del 27 febbraio 2019



Non glielo impedite!
Mc 9, 38-40

"In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi»".

Questo prezioso brano del Vangelo di Marco ci presenta i discepoli che sono indignati per un estraneo che guarisce in nome di Gesù e glielo vogliono proibire.
Nel libro dei Numeri un episodio analogo era accaduto a Mosè che si era lamentato con Dio, tanto da desiderare la morte, per il peso troppo grande sulle sue spalle del popolo affamato nel deserto.
Dio gli fa convocare 70 anziani per fare scendere il suo Spirito su di loro e aiutarlo nel compito di guida del popolo errante.
Anche se due anziani non si presentarono alla tenda del convegno, su di loro scese lo Spirito e iniziarono a profetizzare.
A chi chiedeva il permesso per impedirglielo, Mosè rispose con la speranza di ogni annunciatore: "Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!» (Nr 11,29).

La profezia è un Parola non controllata dalla comunità!
Questo è un dato di fatto e una rivelazione biblica, né è possibile arginare lo Spirito o piegare l'opera di Dio a nostro piacimento.
In questo brano è Giovanni, l'autore del quarto Vangelo, delle lettere e dell'Apocalisse, il discepolo amato, ma anche il "figlio del tuono", come lo chiamava Gesù per la sua irruenza, che parla a nome di tutti.
"Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva".
Questo nuovo annunciatore sana nel nome di Gesù, quindi è dei suoi!
Ma avrebbero voluto impedire questa usurpazione di Spirito, perché non seguiva loro, i discepoli!
Drammatico: il criterio di accoglienza è se segue i discepoli, non se segue Gesù!

Gesù ha un'altra idea di chi è suo discepolo:
"E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore (Gv 10, 1-16).
Egli sempre annuncia che la sua opera è volta al di fuori di tutti i recinti per guadagnare tutti al Padre.
La sua cura è ecumenica e il verbo "ascolteranno" dice un futuro in cui la voce del pastore sarà riconosciuta da ogni uomo.
I discepoli sono sordi a questa apertura e Gesù li aveva già messi in guardia da questo tarlo.
Abbiamo in questo brano un esempio concreto di cosa significhi essere contagiati dal "lievito dei farisei e di Erode"....
Non è una cosa teorica e remota. È quella malattia che divide tutto il mondo nei "nostri" e "non dei nostri", quelli che sono dentro e quelli che sono fuori!
A chi non è dei nostri bisogna impedirgli di crescere, di proseguire nel cammino.
I nostri hanno diritti, potere, dignità e sono sicuramente nella verità, sono da Dio.
Gli altri no. E sono da eliminare dalla comunità o dal nostro orizzonte....
Gesù non è intaccato da questo lievito e deve liberare i discepoli dal demone dell'esclusivismo e del potere, proprio quello di cui erano posseduti i capi religiosi e politici.

Egli è venuto per la liberazione dell'uomo.
Ogni liberatore è benvenuto.
E se non è dei nostri? 
Certo non è contro di noi, visto che fa lo stesso nostro servizio.
Dietro c'è una domanda: siamo interessati a noi stessi e al nostro club o ci interessa l'uomo ferito e prigioniero per cui sentiamo tenerezza e compassione?
Ci interessa il sabato o l'uomo per cui il sabato è stato fatto?
Siamo pronti a criticare i farisei e poi scopriamo che noi discepoli non siamo da meno. 
Che terribile autorità quella che proibisce di fare il bene!
È autoritarismo vestito da elezione che sottomette con leggi che fanno perdere di vista il bene dell'uomo.
"L"Amore è da Dio" (1Gv 4, 7) e non monopolio dei cristiani.
Spesso ci sfugge che non è in nostro potere mettere confini e chiusure alla comunità dei credenti. 
Credere che chi non è contro di noi è per noi, significa credere che lo Spirito suscita continuamente nuove possibilità e occasioni perché si manifesti in mille modi l'amore liberante di Dio.
La paura blocca la relazione e l'accoglienza. Lo Spirito distrugge la paura.

Vi è una Chiesa invisibile oltre i confini di quella visibile, quella generata da Cristo che attira tutti a sé (cfr  Gv 12,32) nel suo Spirito: " Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito" (Gv 3, 8).
Tempi, luoghi, persone non possiamo misurarli e catalogarli con i nostri poveri criteri umani.  "Dov'è carità e amore" è presente Dio.
Il Concilio Vaticano II ha aperto la Chiesa a tutti gli uomini col documento della Gaudium et Spes perché il fine dell'umanità è Cristo.
La Chiesa non ha il timore degli uomini e riconosce che il bene, da qualunque parte venga, ha la sua fonte in Dio.

"Il cristiano … associato al mistero pasquale e assimilato alla morte di Cristo, andrà incontro alla resurrezione confortato dalla speranza (cf. Fil 3, 10; Rm 8, 17).
E questo non vale solo per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nei cuori dei quali lavora invisibilmente la grazia.
Cristo, infatti, è morto per tutti (cf. Rm 8, 32) e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito santo dia a tutti la possibilità di venire associati, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale (GS 22).


Commenti

  1. Cosa c’è in questa reazione di Giovanni? Certamente uno zelo mal riposto, ma uno zelo che rivela un amore per Gesù, una gelosia nei suoi confronti: se uno usa il nome di Gesù, dovrebbe seguirlo e dunque fare corpo con la sua comunità… Mescolato a questo sentimento vi è però anche uno spirito di pretesa, il pensiero che solo i Dodici siano autorizzati a compiere gesti di liberazione nel nome di Gesù; c’è un senso di appartenenza che esclude la possibilità del bene per chi è fuori dal gruppo comunitario; c’è la volontà di controllare il bene che viene fatto, affinché sia imputato all’istituzione alla quale si appartiene.
    (Enzo Bianchi)

    RispondiElimina
  2. La risposta di Gesù ha due grandi direzioni: il rapporto con lui e il rapporto con i discepoli.
    Il rapporto con Lui è decisivo e discriminante. In Matteo 12,30 Egli afferma esplicitamente che “chi non è con me, è contro di me”. Ma il rapporto con Lui non avviene sempre nello stesso modo. I discepoli sono la realtà forte di questa relazione. Ma ci sono evidentemente altre strade e altri volti di tale relazione. Che in ogni modo quell’uomo potesse scacciare demoni nel suo nome, è un segno sicuro della sua comunione con il Signore. L’orizzonte della fede è dunque molto più ampio di quello della comunità visibile dei discepoli.
    Il rapporto con i discepoli, che quindi è in ogni modo rapporto anche con Gesù, al punto che Egli si pone del tutto in mezzo a loro, fino a dire quel “noi” del ver.40, è tale che afferma: “Chi non è contro di noi è per noi”. Gesù chiede ai discepoli di assumere lo stesso suo ampio pensiero, il suo sguardo profondo, per cogliere, anche in chi non è visibilmente parte della comunità credente, i segni della fede e del cammino con Gesù, e quindi con la comunità stessa. (Giovanni Nicolini)

    RispondiElimina
  3. Tra l’altro è bello è che comincia con abbiamo: è la prima volta che esce il noi nel Vangelo. Perché l’importante è il noi. Il noi è sempre delimitato dagli altri. Quindi anche la comunità mette
    seriamente un “noi”. Il problema se questo noi è solidale “contro”
    gli altri, è solidale nel nome del “noi” (pone il noi al centro) oppure se questo noi pone al centro gli altri. Non c’è solo solidarietà contro.
    Il difetto di tutte le corporazioni, di tutti i partiti, di tutti gli stati, di tutti i razzismi, di tutte le sette, di tutti i movimenti cristiani, anche
    della Chiesa è fare la conta: siamo noi gli importanti. Io magari conto niente, ma noi... Siate umili per lavorare per la causa, perché noi poi siamo potenti. E quindi nel nome del noi si escludono gli altri.
    (Silvano Fausti)

    RispondiElimina
  4. Wow! Questo brano è una bella tirata d orecchio......mentre leggevo ho sentito di avere per un momento un pensiero egoistico , geloso ed esclusivista, ......perché questo scaccia i demoni nel nome del "mio" Signore? Lui non appartiene al " nostro gruppo"! Chi è? È un peccato quando si impedisce agli altri di avvicinarsi al Padre , perché così facendo si nega la sua conoscenza ai fratelli, si toglie loro la speranza e anziché portare la buona e bella notizia per il mondo o essere luce per gli altri ,si rischia egoisticamente e gelosamente di tenerla solo per se. Tutti siamo chiamati alla salvezza, alla vita.
    Signore Tu sei il Padre di tutti, l intera umanità è tua e con ognuno di noi insaturi un intimo e personale rapporto di figliolanza , apparteniamo tutti ad un solo corpo che sei tu, il tuo comandamento è di amarci gli uni gli altri come hai amato Tu .Pietà di me quando escludo gli altri sentendomi io sola al tuo centro o l unica a compiere gesti di liberazione., apri il mio sguardo verso gli altri , perché possa condividere con loro il tuo pane quotidiano.

    RispondiElimina
  5. "Egli sempre annuncia che la sua opera è volta al di fuori di tutti i recinti per guadagnare tutti al Padre."
    Questo pastore meraviglioso da sempre spinge fuori dal recinto... non vuole pecore allevate al "chiuso", non vuole esclusivismi, gelosie, confronti, concorrenti...tutto e tutti pari, tutti al servizio del regno... regno di pace e di giustizia, in cui i punti di vista divengano "il punto di vista" cioè lo sguardo innalzato a lui... venga il tuo regno o Padre

    RispondiElimina
  6. In verità io sono grato a chi STA con il mio Signore!
    E una conferma che e' quell' uno in piu' che mi conferma?
    E un po' come l'l' appartenen ad una squadra di calcio..
    E uno CON me!
    Quindi scavando,trovo in sottile senso di gruppo,di scelti,di persone fidate a cui mi posso rivolgere,aprire come un libro aperto!
    Chi non rumina la Parola; con me ha,avra ' solo un rapporto formale!
    Questo
    Anche io sono per una selezione qualitativa dei rapporti.
    Al bar,in altre realtà si vive di altro.
    Penso e spero di non essere fuori " ascolto"!
    Chi annuncia ovviamente Cristo,non solo con le labbra,mi sorprende:
    Questo è prima di me!
    Lo apprezzo ,che mi sorpassa nei fatti.

    RispondiElimina
  7. Il Signore ci conosce proprio bene, sa di cosa siamo fatti. L'esclusiva la vogliamo solo "noi", forse per gelosia, forse per sentirci migliori degli altri gruppi, forse per protezione o paura che qualcosa ci venga tolto. Ma non scoraggiamoci se scopriamo dentro di noi questi sentimenti, il Signore fa germogliare fiori dalla roccia,

    RispondiElimina
  8. A questi stessi discepoli ha donato tanto amore che i loro cuori ne ne erano così pieni da non poter fare a meno di andare per il mondo ad annunciare la bella notizia.
    Purifica Signore ogni mio sentimento di chiusura, allarga il messaggio il sguardo, possa condividere senza usare "filtri" la gioia che mi doni

    RispondiElimina
  9. Saranno questi stessi discepoli poi ad andare per il mondo ad annunciare la bella notizia.
    Signore allarga il mio sguardo, il tuo amore è così abbondante che non puo essere tenuto per sè, liberami da ogni chiusura

    RispondiElimina
  10. Grazie Signore per l'abbondanza del tuo amore. Che possa come i discepoli esserne piena, traboccante da non poter fare a meno di condividere con tutti la gioia che mi doni

    RispondiElimina
  11. In questo "..perché non ci seguiva.." è un mettersi al centro della situazione;
    è offuscare il Bene che ne deriva.
    Signore , donami la sapienza del cuore:che io comprenda la Tua Parola,che io comprenda che il Bene non è una prerogativa,né un possesso,né un privilegio:Tu non l'hai tenuto per Te,ma l'hai profuso a piene mani,l'hai donato a tutti.
    Fa o Signore che l'accolga con umiltà e lo faccia germogliare.
    Cecilia

    RispondiElimina
  12. Quante volte mi è capitato che persone fuori dal gruppo, fuori dalla chiesa mi abbiano annunciato senza nemmeno rendersene conto la parola di Dio in posti e in situazioni che non mi aspettavo. E mi sono meravigliata. Così come ho anche detto "che nei vuoi sapere tu". E quante volte mi sono sentita io un esclusa dalla cerchia. Quante volte mi hanno fatto sentire fuori posto, non accettata. Mi colpisce "scacciava demoni nel tuo nome". E cosa dovrebbe fare infatti ogni credente? Le opere del Messia nel Suo nome.
    Mi colpisce la sottolineatura dell'opera dello Spirito che va dove vuole, che si posa su chi vuole. Signore benedetto il tuo nome benedetto colui che viene nel tuo nome.

    RispondiElimina
  13. In confronto alle parole i Gesù i discepoli appaiono intolleranti e settato più preoccupati dell espansione e del successo del loro gruppo che della realtà in gioco cioè essere testimoni del regno e discepoli di Cristo.

    RispondiElimina
  14. Mi nasce una preghiera: signore non permettere che abbiamo a fare cerchio in nome tuo impedendo ad altri di entrarvi... a primi il cuore per camminare con cuore libero e con occhi limpidi. NIK

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019