Vangelo del 18 febbraio 2019
Un segno per metterlo alla prova.
Mc 8, 11-13
"In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».
Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva."
Questi pochi versetti molto significativi, seguono il grande segno sul quale ci siamo soffermati: la divisione di sette pani e pochi pesciolini a quattromila persone.
Segno grandioso che Gesù fa per prendersi cura di tutto il popolo affaticato e affamato e per suscitare la fede e la sua stessa compassione nei discepoli.
Gesù si rivela come il nuovo Mosè che ama visceralmente e sfama in un deserto.
Il cap 6 di Giovanni è la grande catechesi rivelatrice su questo nuovo pane di vita donato dal Padre:
"In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo". (Gv 6, 32-33)
Dopo un tale segno inequivocabile sembra assurda la discussione dei farisei che gli richiedono un segno dal cielo!
Il problema non sta nel cercare un segno, al quale tra l'altro hanno già assistito.
Non hanno capito il segno o l'hanno capito fin troppo bene?!
Sospendiamo la domanda e concentriamoci su cosa sia un segno.
Il segno (in greco semeion) è la manifestazione visibile dell'opera di Dio.
La lettera agli Ebrei esordisce dicendo: "Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio." Eb 1,1-2
Il segno è uno sguardo al di là del prodigio stesso, getta uno sguardo sulla realtà di Dio e il segno per eccellenza è il Cristo.
Ogni volta che il Signore vuole educare il popolo e vuole mostrare la sua vicinanza e cura, dà un segno: il mare aperto, le quaglie, la manna, un fuoco dal cielo, un ariete da immolare al posto del figlio... e tanti altri.
Non c'è fede biblica che crede ciecamente.
Ogni Parola, se è vera e se è vero il profeta che l'annuncia, è verificata in un segno, anche nella propria carne come una gravidanza impossibile.
Parola e segno: questo è il percorso della manifestazione di Dio.
Ascolto della Parola e vedere il segno: è il percorso della fede personale.
Tutto il Vangelo di Giovanni lo possiamo chiamare il libro dei segni.
E la conclusione dice pure il perché sono stati tramandati fino a noi:
"Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome" (Gv 20, 30-31).
Mentre nei Vangeli di Marco Matteo e Luca si parla di miracoli per i prodigi operati da Gesù, Giovanni parla proprio di segni:
sette segni prodigiosi da Cana fino alla resurrezione di Lazzaro e infine il segno inequivocabile dell'amore del Padre che è la croce.
Dio non è avaro di segni.
Allora il centro di questo Vangelo è quel "Per metterlo alla prova".
Mettere alla prova normalmente è inteso come sondare le capacità e il limite al quale si può arrivare, come per un'atleta che si deve preparare ad una gara impegnativa.
La prova fa parte della vita e discerne le motivazioni di una meta che ci si è prefissa per scegliere ciò che è necessario e lasciar cadere degli obiettivi inutili e di intralcio.
Gesù spinto dallo Spirito va' nel deserto per essere tentato. Si sottopone volontariamente alla prova del Padre perché si deve preparare a sostenere tre anni di predicazione intensa senza lasciarsi distogliere dalla metà che è il dono finale.
Solo il Padre può mettere alla prova perché si mostri tutto il suo amore.
La prova è atto di amore che conduce al bene.
Nella prova si rivela chi è il Padre e chi sono io per lui: un amato che è spinto a crescere fino a scoprirsi figlio.
Il Padre non fa mai atti per dimostrare un potere: è sempre un atto che spinge alla vita, che vuole portare alla pienezza.
Gesù domanda:
" Perché questa generazione chiede un segno?"
Sta lì il problema, non nel chiedere un segno del cielo, cioè un segno dal Padre.
Perché lo chiedano è il problema.
I farisei non cercano il messia, il maestro, un profeta, lo sposo, l'amato, ma qualcuno che rafforzi il loro potere sul popolo, che li esalti come gli unici che possono gestire la Parola.
Il loro non è ascolto, attesa e desiderio.
Addirittura i segni sono usati come motivo di condanna di fronte al sinedrio, perché Gesù è una forza incontrollabile da loro.(cfr. Gv 11, 47).
Le prove che vorrebbero i farisei sono per strumentalizzare la sua forza ai loro fini.
Non ascoltano quello che è venuto a mostrare perché non sono in ricerca di una relazione, ma di un idolo da usare per i loro interessi. Intravedono il potere nelle sue mani e lo vogliono per loro.
Hanno l'arroganza di mettersi al posto di Dio, di determinare il cammino del Messia.
Non pecore docili dietro al Pastore, ma burattinai che vorrebbero piegarlo alle loro macchinazioni.
Per questo Gesù sospira, alza gli occhi al cielo e non dà alcun segno.
Molto triste questa scena!
Per adesso il Figlio si arrende e rimette al Padre questo momento con quel sospiro.
Non è bastato il segno dei pani, non è servito mostrarsi come il nuovo Mosè che attendevano.
Gesù sale sulla barca e li lascia per un'altra riva.
Per guadagnare anche questi figli al Padre il cammino è lungo e ne è rimandata l'ora.
Allora vediamo questi farisei che vogliono tentare, quindi
RispondiEliminafanno l’azione del Diavolo – Marco non mette le tentazioni del Diavolo, accadono invece nella vita, e sono fatte dai discepoli, da Pietro e dai farisei. Ricordate che la persona religiosa ha
un’immagine di Dio per la quale “se non fai il bravo, se non osservi certe norme, regole e leggi, non lo meriti il Paradiso”. I farisei sono
dediti alla legge, ma siccome l’unica legge è quella dell’amore, e l’amore non sai bene che cos’è e si è sempre inadempienti, allora è
meglio farsi certe regole precise, ad esempio ci si lava fino ai gomiti, si va a Messa ogni giorno, si fanno bene le preghiere, sennò Dio ti
castiga e ti punisce. Questo Dio è esattamente quello che Satana ha suggerito, quel Dio che ha tutto in mano, è padrone di tutto, è
legislatore, fa leggi strette e poi ti punisce anche con la condanna eterna, fa il boia.
(Silvano Fausti)
Il fariseo, che parte come persona religiosa, alla fine diventa la persona più empia: è per i giusti che muore in croce il Signore, per dimostrare che non è vero che Lui così, perché per i peccatori non serviva, bastava perdonarli e loro
RispondiEliminaavrebbero ringraziato, invece la prima volta che appaiono i farisei nel Vangelo di Marco (Mc 2,6) Gesù dice al paralitico “Ti sono rimessi i tuoi peccati” e i farisei: “Bestemmia!”; la seconda volta che si trova a mangiare con Levi, loro dicono “Costui mangia con i
peccatori!”, vuol dire che per loro Gesù è un poco di buono. Ancora, “Costui trasgredisce il sabato”, “Costui non fa i digiuni” come facciamo noi, e poi nel capitolo 3°, quando Gesù guarisce nella
sinagoga “Stavano lì ad osservarlo per vedere se il giorno di sabato
l’avrebbe guarito”, lo pone nel mezzo e domanda loro “è lecito fare il bene o il male di sabato?”, allora tacciono (chiaro che non si può
fare il male, bisogna fare il bene), “perché sappiate che il Figlio dell’Uomo è Signore del sabato, mettiti nel mezzo, stendi la mano” e lo guarisce. I farisei decidono subito dopo di allearsi con gli erodiani per uccidere Gesù.
(Silvano Fausti)
RispondiEliminaPer la verità, mi sembra che un certo segno forse Gesù lo dia proprio qui, dove nega la presenza di segni, ed è questo sospiro profondo che sembra suggerire sia il suo rapporto con il Padre sia l’offerta della sua vita. L’abbiamo incontrato in questi giorni, in Marco 7,34, nel miracolo per il sordomuto: “ Guardando verso il cielo, emise un sospiro e gli disse ‘Effatà’, cioè: ‘Apriti!’”.
Tuttavia mi sembra sia questa l’occasione per ricordare che il rapporto tra la fede e segni della fede è, in certo senso, capovolto, e cioè i segni non sono segni “per credere”, ma segni “del credere”. La fede è sempre accompagnata da una moltitudine di segni! Il credente coglie incessantemente i “segni” che confermano e illuminano la sua fede! Ma i segni della fede come “via” o “dimostrazione” del credere non ci sono perché la fede è solo dono, solo grazia, ed è fonte di segni, ma non “risultato” di essi. (Giovanni Nicolini)
Quanta grazia in questo testo!
RispondiEliminaLa volontà mia da imporre ANCHE a LUI!
Nel mio quotidiano quanta lotta tra il mio ed il SUO messaggio,la SUA logica.
Voglio piegare a me gli altri!!!
Io ho la sapienza....
Gli altri conformarsi al mio stile di vita!
Quella dei Farisei è una provocazione. Il pregiudizio chiude gli occhi e il cuore non permettendo di guardare oltre.
RispondiEliminaI segni ci portano ad aprire mente e cuore ponendoci all'ascolto. I Farisei hanno già la loro legge e non hanno alcuna intenzione di porsi all'ascolto della "Parola di Dio" che metterebbe in discussione tutte le loro certezze e le sovrastrutture che si sono costruiti nel tempo.
Gesù è una forza incontrollabile da loro.(cfr. Gv 11, 47).
RispondiEliminaLe prove che vorrebbero i farisei sono per strumentalizzare la sua forza ai loro fini........queste parole mi mettono tristezze e pensavo mentre leggevo il brano : cambiano tante cose nel mondo , ma tanti pensieri meschini dell uomo difficilmente cambiano! Un cuore chiuso e duro fa veramente tanti disastri, diventiamo distruttori della vita che è invece il dono prezioso e gratuito, che stolto il fariseo!
Signore perdonami quando come Caino avvolta dall invidia uccido un mio fratello, Tu sei il Padre della vita e me la dai in abbondanza, fa che io non la sprechi nemmeno per un attimo per rincorrere dietro a un potere che apparentemente affascinante , ma che in realtà è la peggiore scelta che si possa fare, sii Tu il Padre da tenere sempre davanti a me, Tu solo sei la luce del mio cammino, non abbandonarmi nella tentazione.
Quante volte come i farisei chiediamo pure noi dei segni!
RispondiEliminaLa verità è che siamo ancora pagani e pensiamo che Dio agisca secondo i nostri metodi.
Accettare un Dio come proposto in particolare in questo brano, per me significa dover rininciare alle mie pretese e guardare i segni che mi rivelano chi è questo Padre.
Marco