Vangelo del 13 marzo 2019
Lc 11, 29-32
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona.
Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona»".
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona»".
Luca riporta una riflessione dura che Gesù sembra dire a se stesso.
È pressato non solo dalla folla, ma da una pretesa continua sulle sue parole e le sue azioni, che lasciano trapelare più il giudizio inclemente che l'accoglienza e la docilità al suo annuncio.
La richiesta di segni di per sé è in linea con la mentalità biblica, ma è portata all'esasperazione dalla generazione contemporanea a Gesù perché non ancorata alla Parola.
Arriveranno perfino a chiedere:
"Scenda ora dalla croce e crederemo in lui" (Mt 27, 42).
È pressato non solo dalla folla, ma da una pretesa continua sulle sue parole e le sue azioni, che lasciano trapelare più il giudizio inclemente che l'accoglienza e la docilità al suo annuncio.
La richiesta di segni di per sé è in linea con la mentalità biblica, ma è portata all'esasperazione dalla generazione contemporanea a Gesù perché non ancorata alla Parola.
Arriveranno perfino a chiedere:
"Scenda ora dalla croce e crederemo in lui" (Mt 27, 42).
Il problema allora non è chiedere i segni, ma la lettura che se ne fa.
L’uomo è l'unico nella creazione che sa leggere la realtà attraverso i simboli, i segni.
A sapere leggere il mondo, tutto parla di Dio e del suo amore.
Questa è la peculiarità dell'uomo: leggere la presenza di Dio nei segni, nei sacramenti del vivere quotidiano.
E lo fa in tutto il creato che gli è stato affidato per coltivarlo e prendersene cura, cioè per indirizzare, col suo lavoro, la creazione al suo autore. (cfr. Gen 2, 15)
Non c'è realtà creata che esca fuori da questo imprinting dato dal creatore: tutto è segno di Lui e l'uomo, che si mette in ascolto, scopre le impronte della sua presenza.
La venuta di Gesù apre ad una comprensione non più intuitiva del Padre, ma rivelativa perché egli è la Parola del Dio vivente!
Impossibile, per chi lo attende e lo incontra, non riconoscerlo come colui che viene dal Padre e come colui che rimanda al Padre.
Ma Gesù giudica quella generazione come malvagia, chiusa, resistente perché non si è lasciata convincere dai segni che gli sono stati offerti.
Poco prima aveva affermato: “Guai a te, Corazin, guai a te, Betsaida! Perché se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite” (Lc 10, 13).
Da queste parole possiamo capire che Gesù fece molti segni da cui traspariva la sua identità e la sua provenienza.
Come abbiamo già visto il 18 febbraio egli non è contrario ai segni, perché la Fede biblica è basata su una parola e su un segno strettamente connessi.
La fede non è creduloneria su parole vuote: il profeta che viene da Dio annuncia e la parola è vera se si realizza in un segno.
Come abbiamo già visto il 18 febbraio egli non è contrario ai segni, perché la Fede biblica è basata su una parola e su un segno strettamente connessi.
La fede non è creduloneria su parole vuote: il profeta che viene da Dio annuncia e la parola è vera se si realizza in un segno.
Gesù non si tira indietro e risponde alla logica del vero profeta; egli agisce di fronte al male "significando" la volontà del Padre di sanare.
Ieri abbiamo meditato sul "Padre Nostro" e sul fatto che Gesù stesso ci mette sulla bocca 7 richieste, ognuna delle quali è segno dell'amore di Dio.
Chiedere questi segni porta alla fede, ad un rapporto intimo e personale con colui che ci parla continuamente dentro la realtà.
Ma il modo di leggerli e di usarli rivela con che cuore si interpretano la realtà.
Chiedere questi segni porta alla fede, ad un rapporto intimo e personale con colui che ci parla continuamente dentro la realtà.
Ma il modo di leggerli e di usarli rivela con che cuore si interpretano la realtà.
Luca scrive il suo vangelo ai cristiani provenienti dal paganesimo; per questo mira a mostrare che la fede nel Dio vero non è proprietà esclusiva di Israele e non è preclusa a nessun pagano.
I Niniviti sono pagani, e che pagani!
I Niniviti sono pagani, e che pagani!
Sono gli Assiri, nemici per antonomasia di Israele ai quali è inviato Giona ad annunciare affinché si convertano.
Questi due episodi dell'Antico Testamento, la "parabola" di Giona letta come profezia e il viaggio della Regina del Sud, dovrebbero dire molto ai contemporanei di Gesù e a noi.
Questi due episodi dell'Antico Testamento, la "parabola" di Giona letta come profezia e il viaggio della Regina del Sud, dovrebbero dire molto ai contemporanei di Gesù e a noi.
Giona non diede nessun segno a quelli di Ninive. Dio lo mandò, contro la sua volontà, ad annunciare ai nemici.
Gridò una parola: ".. cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta". I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli." (Gion 3,4-5).
Gridò una parola: ".. cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta". I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli." (Gion 3,4-5).
La parola di Giona, profeta sconosciuto e straniero, è bastata alla conversione dei pagani, lontani da Israele e per giunta nemici!
La parola proclamata è l'unico segno che Giona ha fatto, efficace perché ha prodotto l'effetto annunciato da Dio.
Se anche gli Assiri erano arrivati alla conversione e al Dio d'Israele, quanto più un popolo in attesa del Messia avrebbe dovuto riconoscere da chi veniva Gesù e se era un vero annunciatore di Dio!
Neanche Salomone diede segni alla Regina del Sud (cfr. 1Re 10,1-13). Questa fece un lungo viaggio e portò ricchi doni a Salomone che le mostrò la sua grande sapienza come dono di Dio.
Le parole ricche di sapienza di Salomone stupirono la regina e furono l'unico segno che la regina di Saba, straniera e pagana, ha accolto.
E così gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi.
I pagani giudicheranno i credenti nel Dio vivente.
Le parole ricche di sapienza di Salomone stupirono la regina e furono l'unico segno che la regina di Saba, straniera e pagana, ha accolto.
E così gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi.
I pagani giudicheranno i credenti nel Dio vivente.
"La fede nasce dall'ascolto" (Rm 10,17), e non appartiene ad un'etnia, né si eredita da legami familiari (cfr. Mc 3, 33-35).
Gli abitanti di Ninive, la regina di Saba, “i lontani” con la loro adesione ad una parola, giudicano coloro che ascoltano ma non credono in Gesù.
Per Gesù le sue parole sono il giudizio che comincia “contro questa generazione” (che è anche la nostra) per smascherare la pretesa di essersi appropriati di Dio come un idolo che solo loro potevano gestire.
Chi si dice credente, ma non gli basta la Parola (che è già segno prodigioso a saperla ascoltare) non si convincerà neanche vedendo il Figlio dell'uomo risuscitare dai morti!
Questo dirà Gesù, più avanti nel Vangelo di Luca, concludendo la parabola del ricco e del povero Lazzaro con le parole del padre Abramo (cfr. Lc 16,31).
Per Gesù le sue parole sono il giudizio che comincia “contro questa generazione” (che è anche la nostra) per smascherare la pretesa di essersi appropriati di Dio come un idolo che solo loro potevano gestire.
Chi si dice credente, ma non gli basta la Parola (che è già segno prodigioso a saperla ascoltare) non si convincerà neanche vedendo il Figlio dell'uomo risuscitare dai morti!
Questo dirà Gesù, più avanti nel Vangelo di Luca, concludendo la parabola del ricco e del povero Lazzaro con le parole del padre Abramo (cfr. Lc 16,31).
Paolo, dopo Gesù, si scontrerà con questa "malvagità" ed enuncerà un criterio che renderà la parola dell'evangelizzatore inconfondibile: "È piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio" (1Cor 1, 21-24.)
Di grande attualità e un grande insegnamento per noi questa pagina di Luca.
Non è cercando e pretendendo segni da Dio che si arriva alla fede, ma riconoscendo, alla luce della Parola, quelli che ci vengono donati già in abbondanza.
L'annuncio della salvezza è per tutti, accessibile anche a chi non possiede la cultura biblica o il fine ragionamento filosofico e teologico.
Nella Chiesa, oggi, ciò che è sicuramente presente sono i segni sacramentali che parlano per mezzo della Parola.
Noi abbiamo già uno più grande di Giona e di Salomone da ascoltare e seguire.
Lasciamoci accompagnare da lui per riconoscerlo, vederlo vivo e resuscitato in mezzo a noi e presente nel cuore di ogni uomo.
Non è cercando e pretendendo segni da Dio che si arriva alla fede, ma riconoscendo, alla luce della Parola, quelli che ci vengono donati già in abbondanza.
L'annuncio della salvezza è per tutti, accessibile anche a chi non possiede la cultura biblica o il fine ragionamento filosofico e teologico.
Nella Chiesa, oggi, ciò che è sicuramente presente sono i segni sacramentali che parlano per mezzo della Parola.
Noi abbiamo già uno più grande di Giona e di Salomone da ascoltare e seguire.
Lasciamoci accompagnare da lui per riconoscerlo, vederlo vivo e resuscitato in mezzo a noi e presente nel cuore di ogni uomo.
Di fronte alla predicazione di Gesù e ai segni da lui posti nel suo pellegrinare sulla terra, la reazione di “questa generazione” – i contemporanei di Gesù, ma ogni generazione che si avvicina a Gesù e gli si fa contemporanea – è quella di chiedere segni ulteriori, una dimostrazione convincente, un prodigio che attesti la sua messianicità al di là di ogni dubbio. È una generazione malvagia, perché vuol mettere alla prova Gesù (cf. Lc 11,16) in modo molto simile a quello che ha fatto satana nel racconto delle tentazioni. (Lisa Cremaschi)
RispondiEliminaIl libro di Giona è letto dagli ebrei nel giorno di Yom Kippur - giorno dell’Espiazione -, è un libro molto piccolo, solo quattro capitoli (48 versetti in tutto), e il genere letterario è quello del racconto o della parabola; un libro ricco di ironia, che viene letto per istruire e per piacere.
RispondiEliminaIl nome “Giona” significa colomba, con un richiamo alla colomba che Noè manda in perlustrazione dopo la fine del diluvio per verificare se le acque si erano ritirate. Un richiamo alla colomba del Cantico dei Cantici, alla colomba del libro di Osea in cui è indicata come ingenua e priva di intelligenza e infine alla colomba immagine del popolo dei profeti.
(Pina Ester de Prisco)
Secondo la BIBBIA, la regina della terra di Saba venne a conoscenza della grande saggezza del re d'Israele, Salomone, e si mise in viaggio verso la sua terra portando con sé come doni spezie, oro e pietre preziose (1 Re 10, 1-13; 2 Cronache 9, 1-12). La regina fu colpita dalla saggezza e dalla ricchezza di Salomone e pronunciò una preghiera al Dio di Salomone, che la ricambiò con molti doni e con "qualsiasi cosa desiderasse", fino a quando la regina non tornò nel suo regno.
RispondiEliminaSecondo il racconto biblico, tra i doni che la regina portò a Salomone vi furono centoventi talenti d'oro, ovvero ben oltre le due tonnellate di oro, una quantità inverosimile.
Nel Cantico dei cantici, conosciuto anche come Cantico di Salomone, alcuni hanno voluto trovare riferimenti interpretabili come prova dell'amore tra Salomone e la Regina di Saba: per esempio (in 1,5), la donna dice "Bruna sono ma bella". Si ritiene che la Regina di Saba fosse di pelle scura, ma nel verso del Cantico l'aggettivo "bruna" è riferito in realtà all'abbronzatura dovuta alla lunga esposizione al sole e non al colore naturale della pelle.
Neanche il CORANO menziona il nome della Regina di Saba, malgrado alcune fonti arabe la chiamino Bilqis. La storia è simile a quella della Bibbia. Cambia il punto di partenza: è Salomone che viene a conoscenza del regno di Saba perché il suo popolo venera il Sole. Dopo aver minacciato una guerra, il re d'Israele riceve la regina di Saba che adotta la religione ebraica.
Le leggende islamiche riportano che il marito di Bilqis era Yasir Yan'am e lei era la sorella di Shams, il Sole. Loro padre era al-Hadhad, che aveva salvato la madre, un jinn.
(WIKIPEDIA)
Le folle chiedono chiedono segni per poter credere che vedi e l inviato di Dio. Ciò che vorrebbero fare e convertire Dio piegarlo alle loro attese e pretese. Il segno di Giona ribalta completamente questo atteggiamento. Sono loro che si devono convertire al vero volto di Dio che si manifesta nell unico segno che è il segno di suo figlio venuto a preficare l anno della misericordia del signore Nik
RispondiEliminaGiona diventa il segno di quella conversione che egli stesso ha dovuto vivere per conoscere in modo autentico il mistero di Dio e aderirvi con tutta la sua vita. La conversione che il segno di Giona ci chiede non e quella di migliorare la sua vita e la sua condotta ma di cambiare il modo di conoscere dio. È la misericordia non il castigo, la salvezza non la distruzione, l intento ultimo del suo agire.nel libro di giona dio si ravvede per rivelare il suo volto più vero. Anche noi dobbiamo ravvederci e convertirci per riconoscere questo volto e amarlo. Nik
RispondiEliminaÈ bello cambiare il mondo,
RispondiEliminaa mio piacimento!
No!
Io devo cambiare,cosi tutto mi appare accettabile, normale.!
La quotidianità è variegata!
Non è la mia logica.
Grazie
Gesù
Dio parla in ogni tempo e in ogni luogo, perché Egli stessi è Parola, che crea, che genera sempre. Aiutami Signore a riconoscerti nel giorno e nella notte, nel sole e nella neve, nella gioia e nella sofferenza.
RispondiEliminaQuanto è importante fare Ascolto della Parola, tutto il creato ci riporta a Dio, ogni gesto compiuto da Gesù ci rivela il Padre. Quanta attenzione però dobbiamo fare a non cadere nel tentare Dio, chiedendo un segno, sono io che mi devo convertire alla logica del Vangelo che mi vuole figlia e non schiava. Molto spesso anche nei rapporti con chi ci è vicino, usiamo questa tecnica:"io concedo una carezza se però l'altro mi dimostra un segno del suo affetto". L'amore è gratuito, Cristo ci dona la croce come segno del suo amore
RispondiEliminaLa fede nasce dall ascolto.....
RispondiEliminaQuesta cosa è proprio vera! Nella mia esperienza di cammino dietro a Gesù, posso confermare che solo un ascolto continuo ti porta a dire: Padre Nostro a te mi affido! Eppure a volte sembra che questo non basti, sembra che poi la fiducia vacilli ti senti debole e perciò si chiede il segno pensando che questo ti dia forza.
Tante cose nella vita di ognuno di noi minano alla nostra fede , ci sono periodi che senti forte la sensazione che la minaccia sia in agguato te la senti sul collo, mi confonde e subentra l' angoscia e la paura di sprofondare in un baratro senza via di uscita e starci totalmente da sola.
Signore io ora, oggi posso gridare a chiunque di sentirti Padre e mi sento figlia amata e pensare che ami tutti senza escludere nessuno mi riempie di gioia. Aldilà di una mia risposta a te , Tu ti fai primo in tutto ,non mi lasci da sola mai, con Te non ho paura, perché sei mio scudo. Sei il Padre della vita e la doni in abbondanza, sei l ' amato, la tua Parola è salvezza per tutti gli uomini.
Voglio renderti grazie in eterno per quanto hai operato;
RispondiEliminaSpero nel tuo nome, perché è buono, davanti ai tuoi fedeli.
(Salmo52.)