Vangelo del 9 marzo 2019

Si alzò e lo seguì.
Lc 5, 27-32

"In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano»"

Ci siamo già soffermati sulla chiamata di Levi Matteo il 19 gennaio, nella versione del racconto fatto da Marco.
Nei Vangeli due modi diversi di raccontare i fatti della vita di Gesù e dei discepoli non sono ripetizioni ma preziosi racconti fatti da occhi che vedono vari aspetti dello stesso evento. Ogni evangelista ha una prospettiva e un messaggio da comunicare.  Vediamo cosa vuole dirci Luca.

La prima cosa che questo Vangelo nota è che "Gesù vide...". Gesù sembra vedere, come tutti un pubblicano seduto al banco delle imposte. In realtà si rivelerà presto che ciò che vede è un uomo senza vita e senza luce, un malato bisognoso del medico e un peccatore bisognoso di una nuova mentalità, di una nuova direzione (questo è il significato profondo di conversione).
Quando nel Vangelo Gesù "vede" figli seduti, coricati, sdraiati, vede staticità e morte.

In Mt 4, 16 l'evangelista, protagonista di questa pagina, dice, poco prima del. racconto della sua chiamata: 
" Il popolo seduto nelle tenebre vide una grande luce!"
Evidente come queste parole di comprensione sul Messia siano autobiografiche: solo a partire dalla propria esperienza, si può  interiorizzare il Vangelo.
Ogni gesto e Parola di Gesù sono volti a rialzare, a mettere in piedi e in cammino.
Levi è bloccato dalle imposte che gravano sul popolo.
Non è un lavoro come un altro il suo.
È un rinnegato, passato a fare l'aguzzino degli oppressori Romani, interessato ai soldi e senza scrupoli.
Le imposte ne hanno fatto un uomo ricco e staccato dal suo popolo, sono un giogo che gli impedisce di camminare e di essere accolto in una comunità di fratelli. 

È un morto, non solo un peccatore, ha il cuore indurito e la sua via è destinata a perdersi.
"Seguimi”!. Gesù prende l'iniziativa e dice una parola che lo tira fuori: da un uomo seduto a un uomo in cammino. Da uomo morto, a discepolo resuscitato.
Gesù si propone come direzione della sua vita con un comando che opera un vero miracolo e lo strappa dal Dio denaro e lo rende capace di camminare dietro a lui.
Non più seduto ai banchi su cui si accumulano soldi, ma una strada nuova, dietro ad uno che l'ha guardato e lo ha visto nel suo bisogno e nella sua povertà più profonda.
E così Levi, nome che ricorda la tribù dedita al culto, il vecchio modo di vedere Dio e servirlo, cambia nome in Matteo e scopre la profondità del nuovo nome: dono di Dio.
Adesso la sua vita è segno che Dio non va servito ma accolto.
Si ripete spesso che l'essenza del cristianesimo non è una dottrina, ma la persona di Gesù. Ed è quello ha scoperto Matteo. Gesù non dice ad ogni uomo studiami, capiscimi, servimi, ma "Seguimi".

"Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì"
Non è una richiesta su una possibilità... 

Ci avrebbe messo un anno a decidere e non si sa se avesse accolto l'invito.
È un comando, come quello dato per Lazzaro morto che che giace nel sepolcro: "Vieni fuori!"

E la morte molla la presa e lo lascia. (cfr. Gv 11, 43)

"Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola".
Matteo non si aspettava salvezza, né la meritava. Si vede coinvolto in un'amicizia vera, che non pretende, non giudica, che coinvolge, che rinnova, che perdona.
E così il pubblicano condivide il dono con altri pubblicani. Oh, scusate, volevo dire con altri ammalati bisognosi del medico e altri peccatori bisognosi di vita nuova!
Da esattore, che succhia la vita e impoverisce, diventa donatore di cibo e di accoglienza, a immagine di Dio, ad altri come lui e ad altra gente.
È una vita che si moltiplica nel dono.

I pii e i religiosi ferventi, ovviamente, si ribellano al modo di fare di Gesù.
E dicono ai suoi discepoli: “Come mai mangiate e bevete con i pubblicani e i  peccatori?”
Scandaloso: un uomo di Dio che accetta alla sua mensa i peccatori e diventa impuro!
Per noi i criteri di purezza rituali sono difficili da immaginare, ma è come dire che il Papa va' a mangiare da un noto delinquente... Non è questo il modo ortodosso di comportarsi da parte di un uomo di Dio, il tre volte Santo!
E’ la critica di sempre: come mai mangia e beve con i pubblicani e i peccatori?
Come mai offre la sua comunione a peccatori, prostitute, ciechi, zoppi, lebbrosi? Come mai si fa vedere in giro con gente disprezzata e lontana da Dio?
Farisei e scribi mormorano: nella Bibbia  è l'azione che condanna Dio per come agisce, è un'accusa gravissima perché non riconosce Dio in quello che fa. Anzi, vorrebbe insegnare a Dio come comportarsi.
Loro vedono un volto di Dio che non conoscono e "storcono  la bocca, scuotono il capo"! (Sal 22, 89).
Non hanno ancora scoperto che "come è la sua grandezza, così è anche la sua misericordia" (Sir 2, 18). Credono alla grandezza di Dio, ma la sua misericordia arriva fino a un certo punto! 

Siamo tutti d'accordo: tutto in Dio è illimitato e noi invece abbiamo la pretesa di limitare la sua misericordia!

La risposta di Gesù non lascia equivoci.
Prima parla in metafora: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati".
E viene da dire: è proprio così!
Chi potrebbe fare a meno del medico?
Gesù in qualche modo vuole entrare, scardinare il cuore chiuso, morto, anche di questi figli, scribi e farisei, e prima parla con un'immagine in cui tutti ci riconosciamo.
Tutti sentiamo di essere "malati d'amore" come dice il Cantico dei Cantici (2, 5).

Ma mi viene da dire: come abbiamo fatto a pervertire Dio riducendolo a colui che stá solo dalla parte dei giusti e che punta il dito sui peccatori?!
Non è il Dio di Gesù Cristo!
Ma quale immagine di Dio abbiamo?
Non quella che mostra Luca, l'evangelista che canta la misericordia di Dio!

Dopo fa una dichiarazione meno digeribile per chi si sente a posto moralmente.
È interessante leggerla nella traduzione interconfessionale della Bibbia in lingua corrente (Tilc) : 

“Io non sono venuto a chiamare quelli che si credono giusti, ma quelli che si sentono peccatori, perché cambino vita”.
Credersi giusti chiude le orecchie al comando di alzarsi dalla morte, che solo lui può fare.
Sentirsi peccatori è desiderare un medico che guarisca, che liberi da una piaga per noi inguaribile.
Per queste impossibilità che ci tengono prigionieri, il Figlio è stato inviato.
E tutta l'umanità, tutta, è vista dal Padre come tenebra da rischiarare.
Ecco il punto di vista di Gesù.
Sarà il punto di vista del Vangelo.
Dovrà diventare il punto di vista di tutti quelli a cui Gesù dice "Seguimi".

Commenti

  1. Cosa è Vangelo? Cosa è buona notizia?

    Che cos’è “buona notizia”? Un Dio che in Gesù si è messo dalla parte di noi uomini, si è fatto solidale con i peccatori. Un annuncio di speranza per la nostra condizione di fragilità, di peccato, di morte. L’amore di Dio ci previene, è gratuito, non va meritato: questa è la “buona notizia” che Gesù con la sua vita ha narrato all’umanità. Il suo vivere, il suo passare facendo il bene sono il Vangelo: siamo pronti a riandare a questa buona notizia, che è la persona stessa di Gesù?
    (Enzo Bianchi)

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  2. La vicenda del pubblicano Levi si inserisce armoniosamente in questo cap.5, che si è aperto con la chiamata di Pietro il peccatore, e con l’incontro di Gesù con il lebbroso e con il paralitico portato dai barellieri. Siamo dentro al grande canto della misericordia divina e della sua potenza di creare per ogni situazione e condizione la vita nuova.

    Ed è interessante che l’obiezione sia rivolta “ai suoi discepoli” (cioè a noi!): “Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. E’ curiosa, e quasi divertente, l’interpretazione che una nota delle bibbie suggerisce dicendo che si tratta di peccatori “pentiti”. Il che però non è nel testo.
    (Giovanni Nicolini)

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  3. Per i giusti non c’è molto posto. Ricordate che Luca scrive il Vangelo per Teofilo – che vuol dire che ami Dio –, perché capisca una cosa: non è che lui ami Dio, è Dio che ama lui gratuitamente. Il
    cristiano deve capire una cosa: è amato e salvato per grazia, dove la salvezza è l’amore gratuito di Dio, la salvezza è Dio stesso come
    amore, quindi non è per ciò che tu fai, ma la salvezza è per grazia. Le opere buone le farai non per conquistare Dio – l’amore non va conquistato, sennò non è amore –, ma semplicemente perché chi si
    sa amato, può anche amare, quindi sarà come l’albero buono che dà frutto buono. Non si fa il bene per guadagnarsi Dio, sennò vuol dire che Dio è cattivo e allora è finita, non è più Dio. 
    (Silvano Fausti)

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  4. “C’era molta folla di pubblicani - La notizia si è sparsa. “Ma come? Uno dei nostri, noi pubblicani, così
    rifiutati, così disprezzati, noi che la gente ci guarda con disgusto, uno dei nostri è stato chiamato a seguire il profeta”. C’è una grande euforia.
    Scrive l’evangelista: - Molta folla di pubblicani e altri. - altra gente, Non sappiamo chi sono. Poi verrà fuori la sorpresa di chi sono! - giacenti a mensa.”
    Nei pranzi festivi, nei pranzi solenni, in occasione della Pasqua, i signori mangiavano all’uso greco-romano. Cosa significa? C’era un grande vassoio posto al centro, poi tutto attorno dei lettini, dei
    giacigli, dove le persone sdraiate, ci si sdraiava appoggiati al gomito sinistro e con la mano destra si
    prendeva il cibo tutti dallo stesso piatto. Ma: chi è che poteva mangiare in questo modo? E’ ovvio, i
    signori, quelli che avevano dei servitori che si mettevano al loro servizio. E bene, l’evangelista qui
    sta dando allusioni, indicazioni, su che cos’è l’Eucarestia, ed è qualcosa di veramente, infinitamente
    lontano da quello che poi noi abbiamo ridotto e trasformato nella Messa. Quindi l’invito di Gesù fa sì che tutte queste persone che si ritenevano disprezzate da Dio, escluse da Dio, si sentono signori.
    L’eucarestia, è questo il messaggio che l’evangelista ci dà, è il pranzo dei peccatori ed è il pranzo per i peccatori. Nell’Eucarestia, Gesù libera le persone da vergogne e umiliazioni. Qui c’è una
    persona svergognata, una persona umiliata. Nell’Eucarestia Gesù tratta con onore i disonorati. Le
    persone che sono disonorate, nell’Eucarestia recuperano il loro onore. Nell’Eucarestia, Gesù avvicina quelle persone che sono lontane, gli allontanati, e soprattutto nell’Eucarestia Gesù accoglie i
    rifiutati. 
    (Alberto Maggi)

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  5. L accoglienza da parte di Levi dell inviti alla sequela rivolto gli dal Signore Gesù Non mortifica la sua vita né tanto Meno lo priva dei suoi amici di sempre. La novità sta proprio nella presenza del Signore Gesù alla tavola dei peccatori. NIK

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  6. Signore Gesù tu sei medico e medicina per noi giardino e giardiniere, cura ci con la tua calma divina e donarci di imparare da te l arte della pazienza che spera senza mai premere che invita senza mai forzare che opera senza mai affannarsi. Amen!

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  7. Grazie per l' invito
    Mi hai strappato ,altrimenti ero adagiato sulle mie sicurezze
    Questo essere travolto mi serve per una qualità di vita
    IN ,senza calcolo, senza paura,
    HO TE!
    Fammi sempre ricordare il Primo Incontro.
    Grazie

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  8. Eucarestia è gioia, festa, resurrezione. Ogni volta che mi "metto in fila" per mangiare il Pane di vita, il mio cuore batte, proprio come quello di una innamorata che si incontra con il suo innamorato. Non piu testa in giú, sguardo serio severo, ma occhi che guardando un Crocifisso per amor mio e che si riempiono di luce, di calore.

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  9. Mi piace molto questo vangelo di oggi. Riconosco il mio Signore! Colui che salva gratis! Colui che vede veramente chi sta nella fossa della morte. Se amate coloro che vi amano che fate di straordinario? Il mio Signore è Dio dello straordinario. Aiutami Signore a non arrendermi quando seguo la Tua straordinarietà, perché non cada nell'errore di essere compresa in quello che faccio, ma perché possa invece godere del dono e desiderare di condividerlo. Aiutami a seguirti e non a giudicati.

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  10. Nell eucarestia Gesù accoglie i rifiutati e i disonorati....
    Da qui nasce la mia preghiera per un Dio straordinario. Quando si viene rifiutati o quando si viene messi in prigione, o quando ti trattano come uno scarto o quando hai una malattia contagiosa o se sei nata in una famiglia odiata da tutti.... ,chi pensa a te? Chi ti guarda? Chi ti avvicina o ti tocca? Chi ti abbraccia o consola ? Nessuno!
    Quante persone così, quanti di loro si sentono disonorati e scartati , invisibili agli occhi del mondo , ma non a quelli di Dio.
    Signore più ti conosco ,più rimango senza parole, impossibile mi dico avere un Dio così straordinario! Gioisco tanto e mi commuovo difronte a questo tuo amore smisurato e che ribalta tutte le leggi del mondo e che innalza gli ultimi dando loro il posto d onore , il primo posto. Tu ci salvi dalla fossa, ci ridai dignità, ci chiami una ad una per nome e per ognuna hai un intimo dialogo d amore e di salvezza.
    Seguimi mi dici ed io questo voglio fare , Signore dove mai potrei andare senza di te....Tu il mio unico e vero Dio,
    Tu mio salvatore e seminatore di vita eterna.

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