Vangelo del 5 aprile 2019



Non sono venuto da me stesso.
Gv 7, 1-30

"1 Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
2 Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. 3 I suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e va' nella Giudea, perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu compi. 4 Nessuno infatti, se vuole essere riconosciuto pubblicamente, agisce di nascosto. Se fai queste cose, manifesta te stesso al mondo!».
5 Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. 6 Gesù allora disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo invece è sempre pronto.
7 Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive.
8 Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto».
9 Dopo aver detto queste cose, restò nella Galilea.
10 Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. 11 I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: «Dov'è quel tale?». 12 E la folla, sottovoce, faceva un gran parlare di lui. Alcuni infatti dicevano: «È buono!». Altri invece dicevano: «No, inganna la gente!». 13 Nessuno però parlava di lui in pubblico, per paura dei Giudei.
14 Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. 15 I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». 16 Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. 17 Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. 18 Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c'è ingiustizia. 19 Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?». 20 Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?».
21 Disse loro Gesù: «Un'opera sola ho compiuto, e tutti ne siete meravigliati. 22 Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato.
23 Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? 24 Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!».
25 Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26 Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27 Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
28 Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete.
29 Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
30 Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora".

Onestamente bisogna riconoscere la difficoltà a seguire e a capire questi discorsi di Gesù. Tentiamo di cogliere qualche perla.

La festa delle Capanne era una festa importantissima. Così la descrive la Scrittura:
"…tutti i cittadini d’Israele dimoreranno in capanne, perché i vostri discendenti sappiano che io ho fatto dimorare in capanne gli Israeliti, quando li ho condotti fuori dal paese d’Egitto" (Lv 23,41).
Durante questa settimana di festa, i giudei vivevano nelle capanne, costruite sui terrazzi delle case. Oggi se si va in autunno a Gerusalemme si vedono queste curiose installazioni sui balconi.
Ricordano l'Alleanza, e il tempo del deserto, dove Israele ha imparato a conoscere Dio e a conoscere se stesso. La precarietà della dimora indicava di essere in cammino e di avere Dio come guida. Al tempo di Gesù era una festa caratterizzata da una grande attesa del Messia.

I parenti di Gesù lo spingono a manifestarsi, a far brillare la sua luce davanti agli uomini, e a farlo a Gerusalemme, davanti a tutti.
E' la tentazione di sempre, proposta da Satana nel deserto (cfr. Mt 4, 3) e che arriverà alla croce, con la provocazione di abbandonarla e di salvarsi: "Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!" (Mt 27,40).
Ma Gesù non accetta che siano gli uomini a indicare la strada, a decidere l'ora.
Sono uomini che non hanno fede in lui, annota Giovanni, cioè non credono che Dio lo abbia inviato a manifestare la gloria nello scandalo dell'abbassamento.

"Il mio tempo non è ancora venuto".
Non è ancora il tempo della manifestazione in cui entrerà trionfale e visto da tutti a Gerusalemme (cfr. Gv 12, 12ss).
Adesso si reca di nascosto, partendo dopo i parenti, e rifiutando manifestazioni spettacolari.
Gesù rifugge i tempi che non sono quelli della raccolta e del discernimento (cfr. Mt 13,24-43) affinché non venga distrutto il grano con la zizzania.
L'ora di Gesù non la determinano gli uomini o gli eventi.
Egli rimette il suo desiderio, che brucia come un fuoco (cfr. Lc 12,49) alla progettazione e alla volontà salvifica di Dio.
Nel dialogo continuo col Padre, Gesù riconoscerà la sua ora e la vivrà fino in fondo quando sarà tutto compiuto (cfr. Gv 19,28-30).
Grande insegnamento per noi, questo dei tempi della salvezza: Gesù non scappa dalla croce!

Al momento opportuno la prenderà tutta su di se.
Solo chi si affida riesce a placare la fretta e il desiderio che brucerebbe la realizzazione piena e feconda del dono.
Gesù, in tutta la sua predicazione, frena la corsa ottusa dei discepoli che non sanno cosa sia il calice da bere fino alla fine.
E nonostante i Giudei cerchino di ucciderlo (v. 1), "nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora" (v. 30). I Giudei non riusciranno ad afferrarlo, ad impadronirsi di lui, finché i tempi non siano quelli stabiliti.

"Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?".
Il punto più critico del dialogo con i giudei è certamente quello in cui Gesù li accusa di volerlo uccidere.
Mette a nudo le loro intenzioni, lui che è "segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori" (LC 2, 34-35).
Hanno la Legge, donata dal Padre, ma la loro interpretazione li porta perfino ad annientare il Messia in nome di quella Legge.
Strano l'uso della legge che autorizza ad uccidere chi fa il bene! E quante se ne sono susseguite di queste interpretazioni nei secoli e che ancora oggi uccidono e tagliano le gambe a chi vorrebbe prodigarsi per gli altri!
Non va dimenticato che Gesù è processato a causa dei suoi "segni" di guarigione dell'uomo.
La destinazione di Adamo è quella di essere in comunione paritaria prima con la donna e poi con tutti gli altri.
L'unico ad aver realizzato pienamente questa vocazione, inscritta nel DNA da Dio, è Gesù.
Eppure è accusato di essere indemoniato, pazzo, perché è per l'uomo, vive tutto in funzione del bene dell'uomo.
Che capovolgimento! Allora a che serve la Legge, la religione, la fede?!

"Costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia".
Si discute anche sull'origine di Gesù. Credono di sapere la sua origine, la Galilea, ma anche in questo caso non lo afferrano perché non lo comprendono.
"Non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete".
I Giudei sanno che è un galileo, ma non sanno chi è perché non conoscono Dio che lo ha mandato.
Sorprendente questa affermazione. Che religione è se non ti fa conoscere Dio?
E se non si conosce Dio cosa si esprime nella fede e nella preghiera?
Con ogni sua parola e ogni suo gesto Gesù ha proclamato che Dio è Amore, che è Padre. Questo i giudei sembrano non conoscere e non comprendere.

Brano prezioso per la nostra fede e per la nostra pretesa di circoscrivere nelle nostre categorie tutta la volontà del Padre e del Figlio.
C'è una conoscenza del Figlio che non può essere esaustiva per le nostre capacità intellettive ed esperenziali.
C'è una volontà di salvezza che vede lontano, nei secoli e che non possiamo immaginare nei nostri tempi di cammino che si esauriscono in una sola generazione.
Per quanto ci soffermiano sulle Scritture, per quanto entriamo in dialogo col Padre, dobbiamo ammettere che il nuovo della buona notizia ci sorprenderà sempre, e non solo adesso, ma per tutta l'eternità.

Commenti

  1. Lo cercavano e si chiedevano dov’è; e termina con
    la citazione della Parola di Gesù che dice: Mi cercherete e non mi
    troverete perché dove io sono voi non potete venire.
    Ecco: il tema è quello del cercare il Signore, cercare dov’è.
    Tutto il dibattito è sui vari “dove”. Prima si dice “dove” si
    trova, poi da “dove” viene la sua sapienza, poi da “dove” viene il suo
    modo di intendere la legge, poi da “dove” viene lui e soprattutto
    “dove” va lui. È il problema del “dove”. Per capire una persona
    bisogna capire il “dove” e cercheremo di capire i vari “dove”
    attraverso la lettura del testo che ci vuol mostrare l’identità di Gesù.
    Se ricordate all’inizio il tema di tutto il Vangelo consiste nella
    prima domanda dei discepoli a Gesù che chiede ai primi due che lo
    seguono: Che cercate? E gli domandano: Signore dove dimori?
    È trovare quel dove, dove sta di casa. Vuol dire quali sono le
    sue relazioni intime, suo Padre, i suoi fratelli, è lì che conosco uno.
    (Silvano Fausti)

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  2. Voi mi conoscete, ma non conoscete da dove vengo realmente e non conoscete colui che mi ha mandato. Voi vi fermate alla conoscenza terrena, ma non siete aperti alla conoscenza di Dio. Voi credete di conoscere quando la vostra intelligenza è soddisfatta, ma non capite che occorre andare oltre, cercando non il discorso vero, ma la verità. E la verità viene sempre dall’alto, dal di fuori; nemmeno io la posso trovare in me stesso; se ve la trovo è perché qualcun altro ce l’ha messa, me l’ha donata, me ne ha fatto parte. Uno sguardo rivolto al cielo costituisce la migliore indagine per comprendere la fonte della nostra salvezza.
    (Luigi Cioni)

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  3. Signore a ben vedere tutta la mia esperienza con te tutta la mia esperienza di vita si gioca sul "dove" dove sei, dove cercarti, dove trovarti, dove dove: signore il tuo volto io cerco sempre ho fame e sete di te è la mia vita si snoda su questo dove.... mostrati mio Dio ho bisogno di te è di te solo

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  4. Scrutare non è semplice,perc pe non voglio la realtà di me stesso,venga fuori; mi schiacci.
    Solo LUI vi ha messo del buono;il buono non mi appartiene, è SUO!
    Grazie Signore ,non devo sforzarmi di apparire,ma solo prendere coscienza di cio' ,
    Io senza TE non saro' mai buono.

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  5. Dove sei Signore? Dove mi vuoi condurre? Queste sono state le mie domande quando qualcuno mi annunciò che Tu eri morto anche per me, mi chiamavi alla tua sequela, ricorfr ancora quei momenti, quando mi dibattevo e cercavo a tutti i costi di liberarmi di Te, della tua voce che con amore e fiducia mi dichiaravo che avevi bisogno di me. Grazie Signore, perché ancora oggi non so dove abiti ma so per certa che sei in mezzo a noi, sei nella storia, nella mia vita

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  6. Mettere le mani addosso a Gesù è impossibile fino a quando Gesù non si lascia mettere addosso le mani. Gesù si consegna per rivelare il volto di un Dio che non si nasconde sotto la corazza della sua onnipotenza, ma si espone fino in fondo nella nudità di un amore Donato senza condizioni e senza scappatoie. Grazie o mio signore...

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  7. Quello che mi colpisce di questo vangelo è l'accanimento delle persone nel giudicare sempre in modo distorto e a dubitare di qualsiasi cosa faccia o dica Gesù.....quanta chiusura! È una corsa controcorrente, estenuante e controproducente quando non si vuol vedere e ascoltare la verità, infatti porta al niente. Io credo che in qualsiasi cosa essa è la carta vincente e ostinarsi a non volerla vedere o rifiutarla ci condanni ad una vita sterile, carente. Mi colpisce tanto l'atteggiamento di Gesù che non si stanca mai di parlare o insegnare le cose del Padre, nonostante i continui ostacoli egli non si ferma, è troppo grande il progetto di amore che Dio ha su di noi. È un desiderio costante e irremovibile quello del Padre nostro, che ci vuole figli salvi e liberi.
    Ti ringrazio Padre Santo per la tua infinita misericordia.

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