Prima lettura dell'11 aprile 2019

Ti farò diventare nazioni.
Gn 17, 3-9

"In quei giorni Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui:
«Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te:
diventerai padre di una moltitudine di nazioni.
Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abramo, perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò.
E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro Dio».
Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione»".

Incontrare Abramo è sempre occasione di risveglio per la nostra fede.
"Abramo rappresenta Israele che cerca Dio; Abramo è l'uomo che cerca Dio, è una moltitudine, è tutti che cercano Dio, è ciascuno di noi in cammino alla ricerca di Dio per adeguarsi alla sua Parola" (Carlo Maria Martini).
Abramo è un inizio. L'inizio di una storia di salvezza che parte da lui ma che raggiunge l'umanità intera.
Ne è segno la promessa che Dio gli fa:
"Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle" e soggiunse: "Tale sarà la tua discendenza". Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. E gli disse: "Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questo paese" (Gen 15,5-7).
Abram era colui che era partito da Ur, l'attuale Iraq, dalla terra del padre per diventare egli stesso padre; dal politeismo per arrivare al Dio unico; da appartenente ad una famiglia per diventare capostipite di una famiglia numerosa come le stelle del cielo.
Nel nome tutto il cambiamento di una vita che si affida a questo nuovo Dio inconosciuto ma che ha scelto di parlare con lui.
E se il suo nome di nascita era Abram, cioè "discende da una grande famiglia", il Signore lo ribattezza in Abramo, che significa "padre di una moltitudine di popoli"!
E' il significato profondo di tutta la sua vita di primo patriarca, come lo definisce la lettera di Paolo ai Romani:
"Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza" (Rm 4,18).


"E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re".
La procreazione per un uomo orientale antico era l'assicurazione della vita dopo la morte. Questa promessa di Dio è dilatata ad intere nazioni, a moltitudini immense, e noi sappiamo che questa promessa si è avverata.
Noi tutti discendenti dal padre Abramo, abbiamo come fratelli gli ebrei e i mussulmani.

Lui è punto di partenza e d'incontro delle tre grandi religioni monoteiste.
La promessa fattagli da Dio è una sorgente di fecondità e porta in sé la profezia di unione di tutta l'umanità.

Se il progenitore di tutti nella carne è Adamo, il progenitore della fede è Abramo.

Il progetto di Dio su Adamo non si è fermato con la sua pretesa di appropriarsi dell'essere come Dio, ma si realizza in Abramo.
Nella storia di questo arameo errante si mostra il grande desiderio di Dio, che non è geloso della sua divinità, ma che nella discendenza di Abramo diviene dono per tutti gli uomini.
Da lui nasceranno tanti re, ma soprattutto nascerà il Re dei Re!
Per presentare Gesù, Matteo fa partire la genealogia proprio da Abramo:
"Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco..." (Mt 1, 1-2).
La paternità di Isacco, il figlio impossibile per la sterilità di Sara e l'età troppo avanzata di entrambi, preannuncia la nascita di un figlio "impossibile" all'umanità, perché si avverassero le parole dell'angelo alla madre Maria: "nulla è impossibile a Dio" (Lc 1, 37).

"Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te".
Che significa che Dio si allea con Abramo? Nella Bibbia “l'alleanza” indica la fine di una divisione, una situazione di pacificazione, e allude anche ad un'amicizia, ad un legame fraterno.
In questo modo Dio si lega ad Abramo, alla sua storia, preannunciando una discesa e una familiarità con gli uomini che arriverà al dono totale nel Figlio.
E' un'alleanza che va al di là di un rapporto giuridico o sociale.
Addirittura potremmo dire che Dio sceglie Abramo per essere la famiglia, l'avo, del suo stesso Figlio!

Il desiderio di Dio di legarsi in un vincolo sponsale con l'umanità, si intravede nell'alleanza con Abramo, ma si realizza con la nuova alleanza nel Figlio.

Papa Francesco sottolinea questa familiarità incredibile e ci inserisce in questa vicenda di amore che è iniziata 3800 anni fa circa e che continuerà per tutte le generazioni:
"Noi siamo figli di Abramo, ma prima di Abramo c'è un altro Padre.
E prima di noi c'è un altro Figlio.
E nella storia nostra, fra nostro padre Abramo e noi, c'è l'altra storia, la grande, la storia del Padre dei cieli e di Gesù! (omelia del 06.04.2017).

Commenti

  1. Questa è la fede: credere nell’impossibile possibilità di Dio, fidarsi di Lui nonostante tutto, dargli tutto di sé. Così Abramo diventa il padre nostro nella fede, perché ha saputo credere contro ogni evidenza, sperare contro ogni speranza: egli rappresenta tutti noi, che rispondiamo al Signore, a volte caricando il sì del nostro desiderio, come avviene in Genesi 12, ma a cui avverrà prima o poi di essere chiamati – come in Genesi 22 – ad affidarci perdutamente a Dio. Nella lettera ai Romani (8,32) Paolo riprenderà la scena di Genesi 22, offrendo però una diversa lettura dei protagonisti: Abramo sarà Dio Padre e Isacco sarà Gesù; mentre l’Isacco mortale di Genesi 22 non muore, l’Isacco immortale di Romani 8,32 muore per amore nostro. Il sacrificio di Isacco è realizzato in pienezza da Gesù! Nella lotta della fede non siamo soli: Cristo è con noi. Perciò dobbiamo tenere “fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Ebrei 12,2).
    (Bruno Forte)

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  2. Dell’ inserimento di Abramo nella storia del popolo di Israele - nella quale sono riconoscibili anche eventi storici, confermati da scoperte archeologiche, ma che è portatrice soprattutto dei loro significati teologici - viene registrata la grande chiamata: lech lechà: vai verso te stesso : movimento all’esterno (verso la terra promessa) che corrisponde anche ad un movimento all’interno, verso l’interiorità profonda, la cui conoscenza consente di riconoscere e andare incontro agli altri. Abramo, prima di Mosè, è il Patriarca del dialogo con Dio. È una chiamata fondata sulla promessa di Dio “farò di te una grande nazione, benedirò…”. i Padri della Chiesa affermano che Abramo «fu giustificato perché ha creduto nel Cristo venturo».
    (www.lenostreradici.it)

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  3. Tutto è TUO e cio' è bene per me
    La difficoltà di oggi è non assaporare,gustare,il TUO bene per me!
    La mia insoddisfazione è poco meditata
    Giulio ricorda ,fai memoria e benefici
    Ringrazio Signore anche per ieri,dovrei risuonare,
    Ma ....
    Ti affido le mie preoccupazioni,incertezze
    Lo stato d' animo di questi giorni.
    Grazie per sopportarmi.

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  4. Mi si apre il cuore Signore alle tue parole "Io sarò il loro Dio" e dove ti trovo Signore se non nella mia storia, nei miei giorni in cui ho avuto bisogno e ho creduto contro ogni previsione,ho sperato e ti ho trovato .Tu sei il Dio con noi e non te ne sei mai andato. Tu sei il Presente e la Tua Parola me lo rivela ogni giorno. Benedetto sei Tu Signore Cecilia

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  5. Che meraviglia credere è un affidarsi perdutamente a Dio. È questo "perdutamenre" che mi affascina, mi sconvolge, mi attrae con una forza alla quale non riesco a resistere. Mio Dio portami tu in questo viaggio verso di me penetrando sempre di piu il mio andare all interno di me dove ci sei Tu. Ti amo Signore mio Dio..

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  6. Dio cambia il nome di Abramo, quale segno dell alleanza fedele e stabile che stringe gratuitamente con lui,donando fecondità alla sua vita e alla sua discendenza. Il cambiamento del nome e quasi impercettibile, si tratta solo di una piccola aggiunta al nome dell amico: He. Una aggiunta molto significativa:" io Sono". Con questa alleanza si lega indissolubilmente con il suo nome al dio di Abramo..Isacco... Giacobbe.. Dio è sempre il Dio di qualcuno. Ti ringrazio mio Dio perché sei il Dio di ognuno di noi... sulla tua parola continuo il mio cammino nella certezza della tua benedizione eterna

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  7. "Ti chiamerai Abramo, padre di una moltitudine di popoli". Dio ancora una volta chiama, ogni chiamata è sempre un progetto fecondo, che porta vita. La fede cos'è se non la mia risposta a questa chiamata, ad accogliere il dono, lasciare che, fecondato dalla Parola porti frutti di vita eterna. Bagna o Se con il tuo spirito, il seme della parola, fa si apra nella mia vita, che metta radici nelle mie mani, fioriscano da Essa i miei pensieri.

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  8. E che cos' è per me osservare l'alleanza se non l'accorgermi che sei qui con me, nella mia realtà anche quando è cruda, che è qui in essa che mi hai posta a vivere perché io imparassi il vivere? E che in questa realtà io posso vivere e sopravvivere solo alla tua presenza e in forza del tuo amore e della tua misericordia?
    “Tutto posso in Colui che mi dà forza” (Fil 4,13)
    Ed è così che rendi feconda la mia vita...

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  9. Il Signore si fida di Abramo tanto da fare una alleanza con lui.
    Signore la fiducia che dai a noi mi commuove, il Tuo amore è grande. Fa che io come Abramo accolga la tua promessa e la tua bontà.

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