Prima lettura del 28 settembre 2019

Vado a misurare Gerusalemme
Zc 2, 5-17

"Alzai gli occhi, ed ecco un uomo con una fune in mano per misurare. Gli domandai: «Dove vai?». Ed egli: «Vado a misurare Gerusalemme per vedere qual è la sua larghezza e qual è la sua lunghezza». Allora l'angelo che parlava con me uscì e incontrò un altro angelo, che gli disse: «Corri, va' a parlare a quel giovane e digli: «Gerusalemme sarà priva di mura, per la moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere. Io stesso - oracolo del Signore - le farò da muro di fuoco all'intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa»».
«Su, su, fuggite dal paese del settentrione - oracolo del Signore - voi che ho disperso ai quattro venti del cielo. Oracolo del Signore. Mettiti in salvo, o Sion, tu che abiti con la figlia di Babilonia! Il Signore degli eserciti, dopo che la sua gloria mi ha inviato, dice alle nazioni che vi hanno spogliato: Chi tocca voi, tocca la pupilla dei miei occhi. Ecco, io stendo la mano sopra di esse e diverranno preda dei loro schiavi. E voi saprete che il Signore degli eserciti mi ha inviato.


Rallégrati, esulta, figlia di Sion,
perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te.
Oracolo del Signore.
Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore
e diverranno suo popolo,
ed egli dimorerà in mezzo a te
e tu saprai che il Signore degli eserciti
mi ha inviato a te.
Il Signore si terrà Giuda
come eredità nella terra santa
ed eleggerà di nuovo Gerusalemme.
Taccia ogni mortale davanti al Signore,
poiché egli si è destato dalla sua santa dimora»".


La liturgia ci propone oggi alcuni versetti del cap. 2 di Zaccaria, ma giacché è così raro incontrarlo nella liturgia, l'ho messo senza ritagli dal v. 5 per comprenderne meglio il significato profondo.
Profeta del V secolo a. C., Zaccaria, il cui nome significa "Dio ricorda", annuncia al ritorno dall'esilio babilonese per spingere il popolo, ormai lacerato nel suo tessuto sociale, alla ricostruzione di Gerusalemme e del suo Tempio.

"Alzai gli occhi".
È un segno del nuovo clima che ha portato la fine dell'esilio. Gli occhi, fino ad allora bassi per l'umiliazione, si rialzano nella ritrovata libertà e dignità. Solo alzando gli occhi si nota che qualcuno si muove per un'azione fino ad allora mai fatta.

"Un uomo con una fune in mano per misurare".
Gerusalemme è tutta un cumulo di macerie e la visione di un operaio che misura diventa per il profeta un segno. Misurare, come anche contare, è segno di una progettualità, di un inizio di lavoro che porta verso l'edificazione. Le misure di un palazzo ne indicano la sua importanza e il suo senso.
Prendere le misure è anche vedere oltre, sognare una costruzione che non c'è ma che ci si accinge ad iniziare.
La nostra vita quando non progetta un domani, quando si è arresa ad una routine ovvia, non si protende in avanti, vive di passato e svuota il presente dell'attesa necessaria a scorgere la novità preparata in dono dal Signore.

"Dove vai?".
Insieme alla domanda "dove sei?" iniziata con la ricerca di Dio all'Adamo che si vorrebbe rintanare nelle tenebre (cfr. Gen, 3, 9), è nella Bibbia una domanda di fondamentale importanza, che serve a diventare consapevoli della situazione inedita che si sta vivendo.

"Vado a misurare Gerusalemme per vedere qual è la sua larghezza e qual è la sua lunghezza".
Al momento della ricostruzione qual'è la misura giusta? Come prima, o sarà una nuova misura?
Il profeta parla della necessità di conoscere oggi il nuovo che Dio fa.
Anche quando nella Bibbia il Signore fa prodigi che rimandano a quelli antichi, li fa sempre in modo inaspettato, reinterpretando e operando nell'oggi le profezie che si riattualizzano.

Infatti ecco la novità: "Gerusalemme sarà priva di mura".
La nuova città non ha bisogno di porte, chiavistelli, ponti levatoi, anzi sarebbero di intralcio "per la moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere".
Più grande e accogliente di prima, Gerusalemme diverrà una città patria di molti, in senso cosmico (uomini e animali).
Il profeta suggerisce che l'esilio è una provvidenza che ha reso migliore la città distrutta, limitata nella sua ristrettezza e pronta solo alla difesa, per poterla aprire adesso all'accoglienza e a tutti coloro che accorrono a lei.
Mi sembra il cambiamento di ottica che hanno due sposi in attesa del primo figlio: non più il nido d'amore per loro due soli, ma una casa adatta ad un bambino, con i suoi giochi, un giardino, una stanza per accogliere gli amici...
L'amore abbatte mura, stana dall'egocentrismo e apre al nuovo!

"Le farò da muro di fuoco all'intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa".
Che mura strane! Non più pietre morte, invalicabili; il nuovo scudo è l'abbraccio del Signore stesso!
Il Dio che ha creato cielo e terra e che sempre libera Israele, con la sua presenza di fuoco, sarà la vera protezione e porterà gloria con la sua presenza.

I nemici hanno abbattuto le mura della città: ora questo non accadrà più perché non saranno mura fatte da mano d'uomo; la sua definitiva protezione è la colonna di fuoco dell'esodo che riscalda di notte e protegge di giorno dallo sguardo pericoloso dei nemici.

"Su, su, fuggite dal paese del settentrione".
La terra dell'esilio è a nord della terra di Israele e da li si devono tenere pronti al ritorno. Il Signore li ha dispersi "ai quattro venti del cielo" e lui stesso provvede al loro convegno.
È finito il tempo di abitare con "la figlia di Babilonia!".

"Dice alle nazioni che vi hanno spogliato: Chi tocca voi, tocca la pupilla dei miei occhi".
Trovo quest'immagine bella e tenera, quella che direbbe un padre parlando di sua figlia: pupilla dei miei occhi!
Nella visione Zaccaria sente proclamare ai quattro venti la professione d'amore di Dio per questo popolo tanto provato dai nemici. Israele è il vanto della sua vita, e chi lo insidia dovrà vedersela col lui, il suo custode.
Nessuno potrà minare questo rapporto così intimo.
La situazione sarà completamente ribaltata: i figli di Israele, schiavi e dispersi, diverranno padroni e signori dei loro stessi oppressori.

Adesso la profezia si apre al canto di lode ed esultanza perché "io vengo ad abitare in mezzo a te", secondo la promessa di sempre del Signore al suo popolo.
La proprietà e la tenda del Signore si allarga, sempre più accogliente ed universale:
"Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore
e diverranno suo popolo,
ed egli dimorerà in mezzo a te".

La profezia si apre a quello che la venuta di Gesù realizzerà: tutte le genti saranno il popolo di Dio, tutti chiamati e tutti salvati dall'unico sacrificio del Figlio.
I dodici discepoli, piccolo segno delle dodici tribù d'Israele, sono inviati dal Maestro: "Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura" (Mc 16, 15).

"Il Signore si terrà Giuda
come eredità nella terra santa
ed eleggerà di nuovo Gerusalemme".

Nell'esilio il popolo piangeva temendo di essere stato rigettato dal suo Signore e di aver perso per sempre il rapporto di unicità e intimità con lui. Ora invece scopre che la fedeltà del Signore e per sempre.
Le benedizioni sul popolo non finiscono: anzi la predilezione per il popolo eletto dice che il Signore stringe rapporti intimi e esclusivi. Non più un'idea di Dio lontano e distaccato, ma un Padre che ama ognuno con la sua identità. Questa predilezione sarà per tutti i popoli e per ogni uomo.

Davanti a questa nuova meraviglia che è il ritorno dall'esilio si rimarrà immersi nello stupore e senza parole:
"Taccia ogni mortale davanti al Signore,
poiché egli si è destato dalla sua santa dimora".

L'amore del Signore non è venuto meno, né il Signore ha smesso di essere liberatore del suo popolo.
Alle grandi opere dei tempi antichi si aggiunge ora questa ultima meraviglia ancora più grande.
Davanti agli occhi di tutti gli uomini il risveglio del risorto sarà il segno inequivocabile che la vittoria è definitiva.

La misura dell'amore sarà colma e traboccante, nessun calcolo limiterà la larghezza dell'abbraccio di tutta l'umanità.
Questa la nuova Gerusalemme senza mura profetizzata da Zaccaria: la città è Dio, dimora accogliente per tutti!
"Ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi"! (Sal 118, 23)


Foto "L'uomo che misura le nuvole" di Jan Fabre

Commenti

  1. Risuona l'avvento nel suo appello alla gioia ed esultanza: segna l'inizio dell'era del Messia, di Colui che viene ad abitare in mezzo a noi e chi ci renderà un popolo solo, unito nell'adempimento dei comandamenti e nella lode del Signore. Lui stesso si farà "muro" attorno a noi, per proteggerci, per salvarci.
    (Casa di preghiera s. Biagio)

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  2. "Io stesso le farò da muro di fuoco all'intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa".

    Israele, reduce dall'esilio, vive la dura esperienza della ricostruzione. I popoli vicini ostacolano pesantemente il lavoro, le risorse economiche scarseggiano, la città è esposta ad ogni sopruso. Chi era tornato pieno di progetti e di entusiasmo comincia a tentennare. Fa capolino lo scoraggiamento e trionfa l'individualismo. Ognuno cerca di assicurarsi il suo piccolo spazio vitale e finisce con l'ignorare il più ampio progetto nazionale. Ma ecco la voce del profeta levarsi autorevole e incoraggiante: Perché abbattersi? Di chi temere? Dio stesso si assume l'incarico di proteggere e difendere la città. Egli sarà per essa come una cinta di fuoco impenetrabile e da essa si irradierà la gloria dell'Altissimo. Israele, questo minuscolo popolo facile preda dei potenti, è depositario di una promessa divina che è per tutte le genti: Dio ha cura dei suoi fedeli. Li circonda col fuoco vivo dello Spirito, li sostiene con la sua presenza, facendosi loro compagno di viaggio nel cammino. Certo, non è lì a rimuovere tutti gli ostacoli, ma dona la forza per superarli. È un Dio fedele, ma non il Dio del disimpegno. Sulla sua Parola si fonda la speranza cristiana che è certezza. Un trampolino di lancio che permette di immergersi responsabilmente nella realtà, senza lasciarsene sopraffare, ma vivendola da protagonisti impegnati a promuovere l'affrancamento dell'uomo da ogni forma di schiavitù.
    (Casa di preghiera s. Biagio)

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  3. Grazie Signore per la TUA vicinanza, anche quando non ti avverto
    Nelle persecuzioni mi sento solo.. Ma stranamente risollevato se ti penso..
    Permerasi di TE e 'inarrivabile?
    Ci provo
    Grazie

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