Salmo del 7 settembre 2019



Il mio occhio ha guardato dall'alto.
Sal 54 (53)

"1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide.
2 Dopo che gli abitanti di Zif andarono da Saul a dirgli:
«Ecco, Davide se ne sta nascosto presso di noi».


3 Dio, per il tuo nome salvami,
per la tua potenza rendimi giustizia.

4 Dio, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca,

5 poiché stranieri contro di me sono insorti
e prepotenti insidiano la mia vita;
non pongono Dio davanti ai loro occhi.

6 Ecco, Dio è il mio aiuto,
il Signore sostiene la mia vita.

7 Ricada il male sui miei nemici,
nella tua fedeltà annientali.

8 Ti offrirò un sacrificio spontaneo,
loderò il tuo nome, Signore, perché è buono;

9 da ogni angoscia egli mi ha liberato
e il mio occhio ha guardato dall'alto i miei nemici".


L'introduzione del salmista fa risalire questa preghiera ad un momento drammatico della vita di Davide. La sua vita è minacciata dalla furia del re Saul che vuole ucciderlo e viene tradito dal popolo straniero in cui aveva cercato rifugio (cfr. 1Sam 23, 19-20)
È la preghiera di una persona perseguitata, spacciata, eppure ancora fiduciosa.

Con occhio lucido vede la situazione molto difficile in cui si trova e con fede sa leggere la presenza di Dio operante nella sua storia.
Ogni preghiera è un pellegrinaggio interiore in cui i sentimenti del momento vengono trasfigurati dalla fede.
Non pregare nei momenti difficili lascia crescere la nostra situazione interiore verso una realtà di rabbia, paura e delusione. L'apertura del cuore, che la preghiera facilita, rende possibile la risalita verso la luce.

"Per il tuo nome".
Il Nome racchiude tutto il tesoro di vita e di luce. Al Nome, al Signore, si appoggia il fedele per avere vita e luce in questo momento di grande sofferenza.

"Salvami".

La prima richiesta è la più radicale, e si potrebbe esplicitare con: "tirarmi fuori da questa situazione, aprimi una via di uscita, ridammi la vita piena e libera".

"Per la tua potenza rendimi giustizia".
Al Signore e al suo potere il salmista grida per avere giustizia. Ha sperimentato che la potenza del Signore è per la salvezza, cioè è capace di vera giustizia.....
In questo inseguimento tra gatto e topo, Davide sperimenta che ogni volta che le fauci di Saul sembrano stringersi su di lui, il Signore lo fa scappare in un luogo sicuro ( cfr. Ap 12, 6).

"Dio, ascolta la mia preghiera,porgi l'orecchio".
Un atto di fede nel Dio vivente che ascolta e parla. È un Dio di comunione, non impassibile, non distante, non indifferente.
A lui ci si rivolge certi del suo ascolto e della sua partecipazione.
Le orecchie in Israele sono il vero punto di contatto tra Dio e suo figlio. Infatti spesso è invocata l'attenzione di Israele a porgere l'orecchio alle parole del Signore, e Israele invoca Dio affinché faccia un orecchio attento alla sua preghiera.

"Stranieri contro di me sono insorti
e prepotenti insidiano la mia vita".

Chi lo perseguita, chi gli crea problemi, è una realtà estranea, straniera alla sua verità.
È una grande certezza che il Salmo ci insegna: ogni male è estraneo ed invadente per la nostra vita.Il peccato ci inquina, ma non siamo noi!
"Liberaci dal male", ripetuto nel Padre Nostro è invocazione perché veniamo liberati da questo straniero che è il peccato, la morte. La nostra vera natura, essendo figli, è di essere familiari di Dio e stranieri rispetto al male, ad ogni male.

"Ricada il male sui miei nemici,
nella tua fedeltà annientati".

Ritorni il male da dove è partito, è la richiesta di chi ha bisogno dell'intervento del Signore. Ricordo che nella nostra preghiera i nemici non sono gli altri esseri umani ma tutto ciò che è nemico degli uomini, il peccato, la morte, l'ignoranza, l'incomprensione, l'odio, la gelosia e ogni genere di "veleni" che intossica la nostra vita e quella dei fratelli. L'invocazione sale al Signore perché ci liberi tutti e distrugga questi nemici.

"Ti offrirò un sacrificio spontaneo".
Nel rituale ebraico la docilità dell'animale sacrificato era importante per la sua validità. Per noi oggi significa che il nostro rivolgerci al Padre non è apparenza e formalità. Non sacrifici per piegarlo al nostro volere, ma spontanea dedizione a chi ci ama tanto.

"Loderò il tuo nome, Signore, perché è buono".
È un ritornello che si ritrova in tanti salmi.

Conoscere il Nome, cioè Dio è buono (cfr. Mc 10, 18), è la scoperta che la bellezza è possibile. Non c'è timore in questa lode.

"l mio occhio ha guardato dall'alto i miei nemici".
L'immagine finale è molto bella.
Davide era nascosto negli anfratti del deserto, braccato come una preda, sentiva sul collo l'astio di Saul e la potenza del suo esercito.
Per quanto il Signore lo spingesse a fidarsi, l'orizzonte che vedeva era cupo e senza uscita.
Nella richiesta di salvezza, nella preghiera che scioglie la voce verso l'orecchio del Signore, egli ritrova fiducia, ricorda chi è familiare alla sua vita, si scopre liberato dall'angoscia.
Finalmente questo fedele arrivato fino al buio più profondo, è risollevato dal suo peccato e dai nemici che lo soffocavano.
Dall'alto, cioè dallo sguardo di Dio, ora vede i nemici sconfitti e non gli fanno più paura.

Il percorso verso la luce dà una nuova visione di ciò che lui è per il Signore e a quale potenza redentrice si è affidato.

Commenti

  1. È proprio quando si attraversa un periodo difficile che nasce la preghiera. Nella mia esperienza ho gridato al Signore: salvami, quando ho sentito di non avere più le forze e la stanchezza ha preso il sopravvento e mi sono sentita piccola piccola in uno spazio gigantesco e vuoto. In tanti momenti bui e aridi ho gridato: Signore ascoltami, porgimi il tuo orecchio.
    Solo ascoltando e aggrappandomi a te Padre mio, io non precipito, non mi lasci nelle tenebre, tante volte ho fatto esperienza di te che sei misericordioso, il Dio vivente, il Dio con noi.

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  2. Quando mi fermo
    stanco sulla lunga strada
    e la sete mi opprime sotto il solleone;
    quando mi punge la nostalgia di sera
    e lo spettro della notte copre la mia vita,
    bramo la tua voce, o Dio,
    sospiro la tua mano sulle spalle.

    Fatico a camminare
    per il peso del cuore
    carico dei doni che non ti ho donati.

    Mi rassicuri la tua mano nella notte,
    la voglio riempire di carezze,
    tenerla stretta:
    i palpiti del tuo cuore
    segnino i ritmi del mio pellegrinaggio.
    RABINDRANATH TAGORE

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  3. Questa è l’esperienza profonda che il credente fa nella sua vita: il suo bisogno di essere salvato e la presenza accanto a lui del Signore nostro salvatore. La preghiera è dunque il privilegio di un “Tu”, il “Tu” di Dio, in comunione con il quale noi viviamo tutta la nostra vita.
    Anche gli “stranieri” e i “prepotenti” che “contro di me sono insorti”(ver.5) non devono essere considerati episodi speciali e particolari, ma più globalmente quella “realtà” che ci è “nemica” semplicemente perché “da soli” non sappiamo affrontarla. E anche quello che veramente come “nemico” dobbiamo affrontare, fino alla potenza negativa dei nostri pensieri o dei nostri sentimenti non buoni, anche questo è occasione e orizzonte che, per la presenza amante e salvatrice di Dio, si trasforma in luogo e tempo di benedizione e di lode per quello che dal Signore riceviamo.
    (Giovanni Nicolini)

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  4. Il salmista ci ha dimostrato come un vero uomo di fede vive la sua vita: ricorrendo, in ogni necessità, al Padre Celeste che vede e provvede. Purtroppo, oggi ricorriamo a Dio solamente quando siamo preda della disperazione e la scienza non riesce a darci ciò che vogliamo: altrimenti, facciamo esclusivo affidamento su noi stessi, reputandoci forti abbastanza per avanzare e per lottare nel mondo. Ma questa è solo un'illusione perchè senza Dio non siamo nulla: noi stessi siamo solo un soffio che può spegnersi da un momento all'altro; come possiamo confidare in noi stessi se non siamo nemmeno certi della nostra esistenza? O come possiamo confidare negli uomini e nella scienza se essi sono influenzati dal male o incapaci di realizzare l'impossibile? Davide sa bene queste cose: sa che da solo non può nulla contro coloro che tramano contro di lui e sa benissimo che solo Dio è forte abbastanza per preservarlo da ogni male, da ogni turbamento e da ogni nemico: ed infatti, nessuno ha toccato Davide perchè Dio era con lui.
    (Angolo della sapienza)

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  5. … Dio è il mio aiuto,
    il Signore mi sostiene (v. 6).
    «Mi sostiene», mi solleva, mi prende in braccio, si prende cura di me, si
    china su di me. È un’ affermazione, questa, così semplice e così affettuosa che va al di là di ogni possibile commento. È il v. 6. È quel che ci diceva nel cap. 23 del
    Primo Libro di Samuele al v. 14: «Dio non lo lasciò mai cadere nelle mani di Saul». Dio lo tenne in mano, lo strinse, lo prese lo afferrò. E – vedete – colui che sta davanti a Davide, è colui che ci viene incontro proprio là dove nel deserto cercavamo un riparo in cui nasconderci.
    (Pino Stancari)

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  6. Non è facile AFFIDARSI
    Parlavamo di uomini di scienza
    Comunque uomini limitati
    Nel quotidiano la prima cosa che fai ti affidi.....
    Al primo che trovi?
    In ogni difficoltà, imperizia
    Non hai sempre LUCIDITÀ
    Scegli con l'istinto...
    Non con la pulsione, cioè ragionando
    Quindi si commettono errori
    Quando invece il mio raziocinio è messo da parte, io confido solo in LUI e tutto si riesce ad affrontare con più forza
    Comunque devo affrontare...
    Non posso scappare

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