Vangelo del 13 settembre 2019

Togli prima la trave
Lc 6, 39-42

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello»".

Abbiamo meditato due giorni fai la bellissima pagina che precede questa, le famose beatitudini.
Subito dopo Luca riporta parole fondamentali di Gesù: "Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso" (Lc 6, 36).
È il nuovo modo di leggere l’antico comando "Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo" (Lv 19, 2).

La santità non e una cosa astratta, è misericordia, cioè Dio "è benevolo verso gli ingrati e i malvagi" (Lc 6,35).
La parola sulla pagliuzza, in questo senso, non lascia dubbi.

"Può forse un cieco guidare un altro cieco?"
Gesù accomuna tutti sotto la cecità!
Più volte aveva detto ai suoi discepoli di non seguire, come i farisei, vanti e onori, perché questi, seduti sulla cattedra di Mosè, avevano la pretesa di guidare alla verità facendosi chiamare rabbì, padre, maestro, guida. Gesù ribadisce sempre che uno è il Maestro e tutti sono fratelli! (Mt 23, 8-11)
La legge antica era diventata un paraocchi che vedeva solo la direzione della purità e del legalismo, facendo dimenticare la prassi di Dio che abbraccia col suo sguardo tutta la realtà umana.
Usando solo la legge come criterio di giudizio si uccide chi non la può seguire, chi per un motivo o per un altro ne è condannato inesorabilmente.
E se, guardandoci dentro, troviamo anche solo uno di questi motivi nella nostra vita, dobbiamo invocare un'altra legge e una luce nuova che parta dal nostro peccato e dalla nostra incapacità, per seguire un Maestro che la luce la può dare veramente.

"Non cadranno tutti e due in un fosso?"
Senza la misericordia ci si ritrova in un baratro senza via d'uscita, dove l’uomo è un lupo per l'altro uomo, dove la fiducia è un'utopia, la comunione fraterna è il sogno di qualche poeta che vive nel suo mondo.
E la pretesa di vedere bene, fà di noi dei veri ciechi, ottusamente impuntati a non ascoltare e a fare addirittura la guida per i fratelli!
La misericordia che il Signore ha per la nostra limitatezza ci apre gli occhi prima di tutto sul nostro peccato e poi ci mostra i fratelli, bisognosi come me di salvezza. La misericordia non è amore cieco.
"Il vero giudizio è quello che dà Dio. Perché il nostro non può essere come quello di Dio? Perché Dio è onnipotente e noi no?
No, perché al nostro giudizio manca la misericordia" (Papa Francesco - 20/06/2016).


"Un discepolo non è più del maestro".
Qui Luca apre ad uno sguardo sulla vita del Cristo che ha sofferto proprio per la cecità dei suoi fratelli.
Gli ebrei avevano maturato la presunzione di essere guide infallibili e illuminate. Questo aveva fatto si che decretassero l'uccisione dei profeti mandati a rivelargli la trave che gli impediva di rivolgersi al Dio vivo.
Quella pretesa, portata al massimo di fronte alla Luce del mondo, li aveva accecati e, incapaci di riconoscerla, avevano giudicato addirittura il Maestro come il più grande sacrilego!
Lui, accusato di essere la guida cieca del popolo, ha subito l'odio violento di chi era cieco veramente e incapace di cogliere il nuovo inaugurato col suo annuncio.
A commento della guarigione del cieco nato Gesù pronuncia delle parole rivelatrici sulla vista e la cecità: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane" (Gv 9, 41).
Mettersi al posto di Dio, usare i doni come clave contro gli altri, pretendere di avere in mano tutta la comprensione della realtà, ci rende omicidi della verità che nell'altro ci si può rivelare.

"Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?"
Ecco ora il nemico numero uno della misericordia: il giudizio. Chi giudica si sente superiore agli altri. Ma è vera superiorità?
Non è più vero riconoscere che anche io ho la stessa "pagliuzza" (Gesù parla addirittura di una "trave") e sono bisognoso di misericordia?
Il discepolo di Gesù, illuminato dalla parola del maestro si riconosce incapace di condurre alla verità tutta intera e invoca la misericordia del Padre sulla sua vita.

Parte da se stesso e dal suo bisogno di essere guarito e perdonato, prima di andare verso gli altri.

"Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio".
Questa parola, come uno schiaffone, sveglia dallo stordimento che fa dimenticare chi siamo veramente.
L'ipocrisia è mettersi una bella maschera di perbenismo e perfezione, salire su un trono e guardare gli altri dall'alto in basso, puntando il dito su ogni mancanza e difetto che, questi si, vediamo perfettamente come con una lente d'ingrandimento!
"Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!" (Mt 23, 24)

Il nostro occhio è sclerotizzato sul male degli altri, vede pericolosi nemici e non fratelli, rivali e non necessari amici di cammino.

"Ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro".
Quest'affermazione è la via d'uscita quando scopriamo di quanta ipocrisia, falso giudizio, inclemenza e cattiveria siamo capaci per atterrare la vita degli altri!
La Parola prepara, sveglia, illumina e mostra prima di tutto chi è il Maestro.
Pur potendolo fare, non ha mai scagliato la prima pietra, non ha negato la sua amicizia ai pubblicani, ha accolto e pranzato con prostitute e peccatori.
L'unico giudizio che realmente siamo chiamati a esprimere sugli altri è quello che ha pronunciato lui: "Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Lc 15, 32).

Commenti

  1. Il comandamento: "Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro" (6,36) è l'unica strada maestra per la salvezza. Chi insegna diversamente è una guida cieca (v. 39), un maestro falso (v.40); chi critica il male altrui, e non vede il proprio, è un ipocrita (vv.41-42).

    Solo la misericordia può salvare l'uomo dal male perché è quell'amore che non tiene conto del male e lo volge in bene.

    La cecità fondamentale è quella di non ritenersi bisognosi della misericordia di Dio. Cieco è il discepolo che non ha sperimentato la misericordia di Dio donatagli in Cristo. Per questo il suo agire è senza misericordia.
    (Lino Pedron)

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  2. Chi ritiene che c’è una perfezione superiore al perdono e alla misericordia è un cieco, non è un illuminato. Al di fuori di questa via c’è la perdizione della propria identità che è essere figlio di Dio e c’è la perdizione dell’identità di Dio che è amore senza condizioni.
    (Nicole Oliveri)

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  3. Allora ci si dice chi sono i cattivi maestri: sono quelli ciechi alla
    misericordia, sono quelli pretenziosi – noi siamo più bravi! – e poi sono giudici spietati con gli altri, ma benevoli con se stessi; vanno lì a guardare tutte le pagliuzze negli occhi degli altri e non si accorgono di avere una trave nell’occhio.
    Provate a immaginare un uomo con la trave nell’occhio, oltre
    Polifemo! Provate a mettervi una trave nell’occhio! Siete morti!
    Cioè chi giudica è morto. Uno che sta lì a rifare le bucce all’altro, a
    guardare tutte le pagliuzze nell’occhio altrui è morto! Non è figlio di Dio, non è fratello di nessuno! Ha perso la sua identità.
    (Silvano Fausti)

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  4. Quanta strada da percorrere,
    Calzini... da ribaltare
    Logica da rimuovere
    Abitudini da cestinare
    Occhi da guarire
    Neuroni da rigenerare..
    Questa è la cura per me

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  5. "Mettersi al posto di Dio, usare i doni come clave contro gli altri, pretendere di avere in mano tutta la comprensione della realtà, ci rende omicidi della verità che nell'altro ci si può rivelare."

    Usare i doni come arma anzichè come risorsa...
    Avere la presunzione di stare sempre dalla parte del giusto e della ragione...
    Uccidere la verità senza neanche farla nascere...
    L' altro non può aver ragione, è in errore, ignorante,in malafede....
    Se genero morte e non vita, Signore guariscimi

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