Prima lettura del 12 settembre 2019

Chiamati in un solo corpo
Col 3, 12-17

"Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi.
Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre".


Con cuore di padre, Paolo apre un intensa pagina di esortazioni per i credenti della comunità di Colossi, perché tutto quello che è stato loro annunciato diventi sempre più il loro stile di vita. Una buona notizia che diventa carne, che incide nella vita di tutti i giorni: così vedeva la conversione della vita Paolo, perché così era per lui.

"Fratelli, scelti da Dio, santi e amati".
Tre caratteristiche descrivono la nuova realtà dei discepoli di Gesù a causa del dono ricevuto dalla sua Pasqua.
"Scelti da Dio" cioè voluti, non sono capitati per caso su quella via che stanno percorrendo.
Come per i 12 apostoli, scelti dal Maestro uno a uno con lucida consapevolezza nonostante siano compresenti luce ed ombre, così ogni battezzato può scoprire che questa elezione è anche per lui.
"Santi": questo è il modo con cui Paolo sempre saluta i cristiani delle comunità a cui scrive. Anche lui, non illuso sulle persone che incontra ed evangelizza, sa che ognuno è santificato per grazia, reso tale dal dono di Dio, dal suo sacrificio di riconciliazione che tutti trae dalla morte per introdurre nella vita del Padre.
"Amati": come Gesù, anche noi ci scopriamo amati, rivestiti dalla misericordia e dalla tenerezza si Padre.
Da scelti ad amati la progressione è completa: un discepolo scelto, che si scopre santificato gratis, accede alla massima consolazione e completezza che solo l'amore può dare.

"Rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità".
L'immagine sottesa in queste parole è quella del battesimo, che nel rito antico era trasparente della profondità sacramentale.
Il catecumeno veniva spogliato delle sue solite vesti ed entrava in una vasca, simbolo dell'immersione nella morte di Cristo. Ne usciva rivestito da una veste candida, cioè la vita nuova del Cristo risorto e vittorioso.
Paolo indica la stessa strada non solo relegata al momento del battesimo, ma esistenziale e quotidiana.
Rivestirsi è avere gli stessi sentimenti di Gesù verso ogni uomo e verso Dio.

Spicca la tenerezza, sentimento paterno o materno, che dice il modo nuovo in cui si guardano gli altri, non più nemici o rivali ma fratelli.

La magnanimità (makrotimia), la pazienza, è una delle caratteristiche di Dio più annunciate dalle Scritture. Un esempio per tutti: "Il Signore non ritarda nell'adempire la promessa [...], ma usa pazienza (makrothymei) verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti giungano a conversione» (2 Pt 3, 9).

"Sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro".
Certo che è così lo sappiamo bene! E quante lamentele potremmo elencare di ogni persona che abbiamo incontrato anche solo oggi!
Ma la vita può essere una continua e penosa sottolineatura della "pesantezza" del prossimo, sempre troppo oppressivo e assillante, o cambiare rotta con l'aiuto del Signore.
Bella la modalità indicata: "Sopportandovi a vicenda" che vuol dire il sorreggersi a turno quando qualcuno dei fratelli vacilla, inciampa, desiste, si arresta o addirittura impedisce il cammino degli altri.

E' il modo che fa crescere la consapevolezza di essere pezzi di un'unico puzzle in cui ognuno ha un posto e si realizza nella totalità.

"Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi".
Non più leggi o regole, ma le parole e i gesti di Gesù indicano la via e lo stile con cui vivere nella comunità.
Il perdono ricevuto da Dio, diventi il seme del perdono possibile e quotidiano tra di noi.
Potremmo dire col Padre nostro: rimetti a noi i nostri debiti affinché anche noi diventiamo capaci di rimettere i peccati l'uno all'altro.
Il discepolo, verso i fratelli che sbagliano, ha una sola guida: lo stesso sentimento di Gesù che non spegneva una fiammella tremolante, ma la ravvivava col fuoco rivitalizzante dell'amore.

"Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto".
L'agape, l'amore che si dona, l'amore che non vuole possedere ma si lascia saccheggiare, l'amore come ce lo ha mostrato Gesù nel suo spendersi fino in fondo, deve diventare il vertice, la meta, il rivestimento regale che tutto impreziosisce.

"E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo".
Lo shalom (pace) che i profeti vedevano come dono finale di Dio per gli ultimi tempi, è ora anticipato e presente nel cuore dei discepoli, ed è proprio questa pace che ogni uomo desidera e che è preparata come eredità.
Lo stesso unico dono, la pace, rende un corpo solo l'umanità intera.

"E rendete grazie!"
E detto così potrebbe farci pensare alla buona educazione che si insegna ai bambini!
Ma il rendimento di grazie deve permeare ogni parola che sale dal cuore perché per un cristiano vivere è fare eucarestia!
In ogni momento e in ogni circostanza la gratitudine è sempre la risposta più vera, la lode l'apice della preghiera e il riconoscere che tutto è dato e ricevuto per amore.

"La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza".
È il nutrimento fondamentale e necessario per i discepoli di Gesù.
Senza la Parola, annunciata dai Profeti, Logos diventato carne in Gesù e risuonata nel Vangelo, nessun discepolo può dirsi tale e sperare di camminare seguendo le orme del Maestro.
"Nella sua ricchezza", intesa sia in senso di abbondanza, sia di profonda rivelazione da esplorare e accogliere.

"Salmi, inni e canti ispirati".
Paolo nella sua concretezza di pastore della comunità indica in che modo vanno tenuti vivi la chiamata e i doni ricevuti. I Salmi sono le preghiere ispirate con cui Gesù stesso ha pregato fino alla croce, e che, come ogni ebreo, sapeva a memoria.
I salmi sono le preghiere che il Signore sussurra nei nostri cuori e che da noi salgono a lui. Sono parole di comunione tra noi e Dio, vivificante dallo Spirito. Inni e canti ispirati si trovano largamente nelle lettere paoline e allargano la preghiera al mistero di Cristo.
E Paolo indica anche lo spirito con cui vivere questa preghiera nella comunità: "con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori". Non si tratta di una preghiera formale, strettamente liturgica, ma quella che erompe dal cuore colmo di gioia.

"Tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre".
In Gesù, rendendo grazie al Padre: queste le coordinate di ogni parola e ogni gesto dei fratelli.
"In Cristo, per Cristo e con Cristo, a te Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria" ci fa dire una bellissima preghiera durante la liturgia eucaristica. Tutta la nostra vita, con ciò che diciamo e facciamo, è dentro questo flusso vitale che lega il Figlio al Padre nello Spirito.

Commenti

  1. “Scelti (forse meglio “eletti”) da Dio, santi (cioè riempiti del suo Spirito Santo) e amati” (ver.12).
    Tutto dunque parte dal dono di Dio, come non ci stanchiamo di ricordare e di ripetere!
    Allora, dice l’Apostolo, “rivestitevi”: sono gli “abiti liturgici” della grande celebrazione del mistero di Dio nelle nostre piccole e povere persone!
    (Giovanni Nicolini)

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  2. "Rivestitevi"
    Immagine molto preziosa perchè mette in evidenza che ciò che indossiamo, o dobbiamo indossare, non è propriamente “nostro”, ma è sempre dono di Dio, e da Dio proviene. Così anche nel nostro brano si coglie chiaramente che è possibile e doveroso indossare tale abito in quanto siamo “amati di Dio, santi e diletti”(ver.12). L’antica nudità di Adamo viene rivestita dagli abiti nuziali della salvezza.
    Quindi le grandi “virtù” elencate anche in questi versetti non sono nostri “meriti”, ma appunto regali del Signore perchè possiamo “celebrare” la nostra nuova condizione di figli di Dio. Nessuno può dire propriamente di essere misericordioso, o buono (“Nessuno è buono, se non Dio solo”, dice Gesù all’uomo ricco di Marco 10,18). Ma ora ci possiamo rivestire, e lo dobbiamo, di sentimenti (“viscere” è alla lettera), di misericordia, di bontà, di umiltà…
    (Giovanni Nicolini)

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  3. "amati" indica il motivo ultimo di tutto: Dio si dispone gratuitamente per noi in vista della santità
    perché ci ama.
    S. Clemente romano, dice: “L’amore di Dio non sopporta esegesi, cioè non c’è spiegazione
    all’amore di Dio, se non ciò che è più di ogni spiegazione, cioè che Dio è così ricco di vita, felice
    della pienezza di vita che gli è congeniale di disporla per noi. L’amore di Dio non ha esegesi, ha
    soltanto la meraviglia e l’adorazione perché Dio è così".
    Nel Nuovo Testamento troviamo un’immagine molto significativa dell’amore imprevedibile in
    un certo senso inaudito di Dio. Gesù, uomo Dio che insegue la pecorella smarrita, cioè l’umanità
    sofferente e perduta. Questa immagine, con tante altre nel Vangelo è la spiegazione dell’essere di
    Dio: Dio è amore.
    Solo sperimentando noi stessi come amati da Dio scopriamo la nostra felicità (Sl. 73).
    (Sorelle della Misericordia)

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  4. 16: La parola di Cristo: in concomitanza con “la pace di Cristo”. La parola di Cristo è il Vangelo,
    che la comunità ha accolto (Ga 1,7; 1Cor 9,12; 2Cor 2,12).
    “L’autore vede nella Parola di Cristo (…) il luogo dell’incontro tra Cristo stesso e il credente. Tra
    Cristo che si comunica nella sua Parola e il credente che si apre ad essa nasce una profonda
    relazione, sponsale dicono mistici, che non soltanto trasforma la mentalità e il comportamento del
    singolo, ma spinge all’amore, alla comunione nella comunità” (G. Rossé).
    “Ora non sono in grado di scorgere ciò che sono e ciò che sarò, lo posso solo ascoltare tramite
    l’evangelo” (H. Conzelmann). In Col 1,13 parla del rimanere saldi nella “speranza del vangelo che
    avete udito” come condizione del raggiungimento della santità. Tale Parola, aggiunge poco dopo, è
    “il mistero nascosto da secoli” ma ora “manifestato” (1,25-26; cf. Ef 3,4ss).
    abiti: o “dimori”. Il testo “forse allude all’immagine della presenza di Dio o della legge e sapienza
    nel popolo di Dio, come nel suo santuario” (Fabris).
    (www.saveriane.it)

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  5. Grazie Signore
    Utile a me
    Io ne faccio uso........
    ..............................
    Tu butti il sangue per farti ascoltare...
    Io sempre ad essere ripreso
    Ripetente, sordo, svogliato....
    Ecco Tu cosa fai per me!
    Ed io cosa faccio per ME.. tentenno, non mi lancio una buona volta, caspita!

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  6. "L’amore di Dio non ha esegesi, ha soltanto la meraviglia e l’adorazione perché Dio è così"!
    Mi hanno rinfrancato le parole di questo grande Papa! Quando non riesco a scrivere la grandiosità dell'amore di Dio, mi ricorderò delle sue parole. Solo meraviglia e adorazione!

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  7. Da Te Signore non può venire che il BELLO è il BENE perché sei Padre:
    Io resto in fiduciosa attesa con la lode nel cuore

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  8. Bella è impegnativa questa oasi di ascolto e condivisione della parola di Dio! Solo ora riesco ad inserirmi.Grazie Concetta carissima, farò tesoro di quanto condividi. E grazie don Giorgio, fratello a me caro per il tuo prezioso contributo. Sia lode al Signore per il dono che entrambi fate a chi vuole crescere nell'ascolto e nella comprensione della parola di Dio. A Lui vi affido e per voi chiedo ogni benedizione.

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