Vangelo del 5 ottobre 2019

I vostri nomi scritti nei cieli
Lc 10, 17-24

"In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono»".


Assistiamo al ritorno dei 72 missionari che Gesù ha inviato all'interno dei confini di Israele (cfr. Lc 10,1-12).
"I settantadue tornarono pieni di gioia"
La gioia è il primo frutto della missione e lo raccolgono proprio i missionari. Gioia per essere stati inviati, per le meraviglie viste e per la forza scoperta nel Vangelo, di vita nuova che si esprime in una festa profonda.
Da annunciatori senza mezzi, senza soldi e protezioni, hanno sperimentato che la forza del Vangelo bastava da sola a guarire, aprire i cuori e convertire chi si metteva in ascolto.

"Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome".
Questa la scoperta entusiasta di discepoli che per la prima volta camminano senza il maestro davanti a loro, ma mandati ad aprirgli la strada; loro gli amici dello sposo che scuotono dal sonno il popolo dell'attesa e della promessa.
L'annuncio del Vangelo è il più grande esorcismo per l'umanità intera: risuona togliendo potere alla morte e al peccato, riducendo all'impotenza il demonio, che approfitta della debolezza umana.

"Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore".
Satana, il seduttore, perde. Ha perso già con l'annuncio, prima che con la morte e resurrezione.
Gesù lo vede già nella sua sconfitta. L'annuncio del Vangelo lo butta giù dal suo trono.

"Io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico".
In bocca a Gesù questa parola ha solo un senso: servizio per liberare e guarire l'uomo prigioniero, ferito e umiliato.

La vita di Gesù mostra come ogni altro potere sia stato rigettato. Colui che ha ogni potere, usa solo quello che ridona la dignità di figli a coloro che si sentivano esclusi dalla salvezza. Non è un potere su qualcuno, ma un potere per ognuno.
Serpenti, scorpioni o qualunque altra causa di morte, non sono più definitive per l'uomo. Silvani Fausti traduce "calpestare", meglio che camminare su serpenti e scorpioni.

Emerge più forte la vittoria di chi si mette sotto i piedi il nemico, la gloria della stirpe che ne schiaccerà la testa (cfr. Gen 3, 15).
Il morso del male continua, ma quel veleno si è imbattuto nell'antidoto che sconfigge la morte (Gv 3, 14-15). Dio è rivelato come fonte di perdono e non più di condanna.

"Nulla potrà danneggiarvi".
Chi va dietro a Gesù, il dominatore della morte, non può subire nessun danno mortale.
Gesù attualizza la promessa del Salmo 91, 7: "Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire".


"Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli"
Preziosa questa sottolineatura per cosa rallegrarsi! Non per il potere sui demòni, sul male precipitato, visibilmente sconfitto.
Lo sguardo dei discepoli non ha più lo sguardo ossessionamente rivolto al male: adesso gli occhi vedono la salvezza "perché i vostri nomi sono scritti nei cieli".
Nuova l'identità dei salvati dal male: essi sono i registrati nella città celeste di cui si diviene cittadini e figli grazie a Gesù.
Qualunque potere in questo mondo finisce, il male ha una durata limitata, le cose che passano, anche se grandi, non possono dare gioia vera e duratura.
Ma l'appartenere al regno dei cieli rimane per sempre. Paolo dice: "Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio" (Ef 2, 19).

"Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo".
Che bello vedere Gesù in questo momento di profonda ed intima esultanza, frutto non di soddisfazioni umane ma dei doni che lo Spirito elargisce e che si fanno carne e gioia nei suoi amici!

In tutta la sua vita è mosso e accompagnato dallo Spirito e questo dona e condivide con i suoi.

Gesù esulta perché il Padre suo e Padre nostro ha fatto una scelta, non di sapienti e di dotti, ma di piccoli: ai primi nasconde, ai secondi rivela.
E tutto questo semplicemente: "perché così hai deciso nella tua benevolenza".
È una scelta di bene a favore dell'uomo, perché il mistero del regno non si confondesse con la scienza e la sapienza umana, con i meriti e l'osservanza della legge.
L'elezione, la scelta di Dio per noi, è ancora più evidente sui "piccoli", su coloro che non contano niente e che nessuno consulta come esperti.

"E nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo".
Dal Padre, attraverso Gesù, nello Spirito, fino a noi: questo è il percorso che fa ogni dono di Dio per noi.
È l'annuncio di come tutto sia saldamente nelle mani del Padre, ma nel Figlio suo ciò che è nascosto si rivela.

"Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete".
Ed ecco ancora una beatitudine. Il mistero di Dio si è reso percepibile in Gesù. In Gesù 'vediamo" Dio. Il suo volto inconoscibile adesso è contemplato; il suo nome impronunciabile, adesso è sussurrato da una mamma in una culla; la sua immagine celata, si è fatta riconoscibile e ha un volto amico. L'incarnazione è la grande fonte di beatitudine che ha inondato l'umanità, rivelando Dio.


Molti "profeti e re" hanno vissuto e sperato tutta la vita di vedere il "giorno del Messia", ed ora ai discepoli è dato questo onore e questa corona.
Noi siamo coloro che hanno veduto grazie all'annuncio di quei 72 discepoli, che ha superato i confini della Palestina, ha attraversato i tempi ed è giunto ad oggi.
Ora è il tempo per "vedere" e "ascoltare" la buona notizia dell'amore di Dio per noi.

Oggi possiamo rallegrarci che i nostri nomi sono iscritti a pieno titolo nell'anagrafe del Padre.

Commenti

  1. La gioia più grande deriva dal fatto dello scoprire di essere conosciuti e amati da Dio. Troppe volte facciamo l'esperienza dell'essere dimenticati e - in fondo - la più grande paura della nostra vita consiste nel non essere ricordati, cioè non amati. La più bella notizia della Scrittura è proprio questa: ognuno di noi è conosciuto e prezioso agli occhi di Dio, il nostro nome è scritto sul palmo della sua mano e mai saremo dimenticati. Iniziamo la giornata alla luce di questa parola, siamo la gioia di Dio e il nostro nome, il nostro destino è scritto nel cuore stesso di Dio! 
    (Paolo Curtaz)

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  2. In seguito i settantadue, andati nelle città e svolto il loro mandato, ritornano da Gesù pieni di gioia, perché sono riusciti a togliere terreno a Satana, dominando sulle forze malefiche e demoniache. Gesù allora sente dentro di sé la verità della sua missione: Satana che cade per l’azione non solo sua, ma anche di quelli che ha inviato e ai quali ha dato dýnamis, forza. Ma i discepoli – dice loro Gesù – non siano nella gioia a causa del potere ricevuto o del bene che compiono, bensì a causa della comunione che hanno con Gesù stesso, ora sulla terra e poi nel regno di Dio (“i nomi scritti nei cieli”…). La vera speranza dei discepoli-missionari non va riposta nella riuscita della missione ma nella comunione di vita con il Signore, dal quale nessuno di loro potrà mai essere separato: nessun fallimento, nessuna persecuzione, neppure la morte potrà separare gli inviati dall’amore di Cristo (cf. Rm 8,35.37)!
    (Enzo Bianchi)

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  3. ”Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” ascoltiamo oggi al ver.20, e in questo vediamo la fecondità e la conferma della Parola dell’Angelo a Nazaret: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te” al ver.20 del nostro brano. Questo è il punto fondamentale della nostra vita: l’elezione d’amore, il dono della vita di fede. In questa vita ci sono mansioni, compiti, doni ulteriori, peccati nostri, pentimenti….Ma tutto è dentro al dono di Dio. Tutto ne è lo svolgimento e il compimento. Questo dono universale è quello che porta la Chiesa a pensarsi non più e non tanto in senso “piramidale” – Dio, Cristo, Madonna, Papa, Vescovi, Preti, Frati, Suore, semplici poveri fedeli… – ma come popolo, come assemblea, come unica grande famiglia dei figli di Dio, dove, a partire dalla grazia che ci accomuna, vi sono doni e ministeri diversi. Rallegriamoci di questo!
    (Giovanni Nicolini)

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  4. Pasquale l' infedele
    Giovanni l' imbroglione
    Ettore l' incostante
    Vincenzo il superficiale
    Peppe il misero
    Franco il carcerato
    Mimmo il malato
    Filippo il disperato
    ..............
    Rallegriamoci perché i nostri nomi sono scritti nei cieli...
    I nostri destini sono nelle tue mani...

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  5. È una scelta di bene a favore dell'uomo......
    Quante cose belle e buone fai per noi Padre Santo, tu sei un Dio vivo che opera in me, averti conosciuto è il mio più grande vanto.

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