Salmo del 22 ottobre 2019


Nessuno a te si può paragonare
Salmo 40 (39)

1 "Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.

2 Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.

3 Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose,
dal fango della palude;
ha stabilito i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.

4 Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.
Molti vedranno e avranno timore
e confideranno nel Signore.

5 Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore
e non si volge verso chi segue gli idoli
né verso chi segue la menzogna.

6 Quante meraviglie hai fatto,
tu, Signore, mio Dio,
quanti progetti in nostro favore:
nessuno a te si può paragonare!
Se li voglio annunciare e proclamare,
sono troppi per essere contati.

7 Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.

8 Allora ho detto: "Ecco, io vengo.
Nel rotolo del libro su di me è scritto
9 di fare la tua volontà:

mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo".

10 Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.

11 Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore,
la tua verità e la tua salvezza ho proclamato.
Non ho celato il tuo amore
e la tua fedeltà alla grande assemblea.

12 Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia;
il tuo amore e la tua fedeltà mi proteggano sempre,

13 perché mi circondano mali senza numero,
le mie colpe mi opprimono e non riesco più a vedere:
sono più dei capelli del mio capo,
il mio cuore viene meno.

14 Dégnati, Signore, di liberarmi;
Signore, vieni presto in mio aiuto.

15 Siano svergognati e confusi
quanti cercano di togliermi la vita.
Retrocedano, coperti d’infamia,
quanti godono della mia rovina.

16 Se ne tornino indietro pieni di vergogna
quelli che mi dicono: "Ti sta bene!".

17 Esultino e gioiscano in te
quelli che ti cercano;
dicano sempre: "Il Signore è grande!"
quelli che amano la tua salvezza.

18 Ma io sono povero e bisognoso:
di me ha cura il Signore.
Tu sei mio aiuto e mio liberatore:
mio Dio, non tardare.


Un salmo ricco di immagini, capaci di evocare le situazioni più diverse e di ispirare la nostra preghiera ogni giorno. È questa infatti la forza dei salmi, sono ormai preghiere universali che ognuno può prendere a prestito per la preghiera personale e per interpretare la propria situazione concreta.

"Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato".

Commovente questa speranza che non molla, che rimane in attesa dell'intervento del Signore. Questa speranza che persevera, che non si ferma, ricorda il modo di pregare tanto caro a Gesù: "Pregate sempre, senza stancarvi mai" (Luca 18,1) .
Non è una speranza vana perché al grido di preghiera il Signore risponde chinandosi su chi è in pericolo. È un Dio che si fa vicino, che ascolta il grido e se ne prende carico.

Un pozzo, acque tumultuose, fango di palude (sabbie mobili): tre situazioni che ingoiano, che trattengono, afferrano chi ci si ritrova dentro fino al collo e dalle quali non se ne esce da soli. Il pericolo è descritto come vischioso, senza uscita, come un andare sempre più a fondo. Il salmista annuncia che da questo incatenamento il Signore "Mi ha tratto"! Trarre fuori è far salire dalla fossa, è il gesto dello strappare dalla morte, dell'opera salvifica su chi è già morto.
Finalmente i piedi saldamente piantati sulla roccia sono di nuovo in grado di camminare sicuri. La vita ci fa sperimentare l'inconsistenza, la precarietà, il vuoto sotto i piedi; il nostro bisogno di solidità e sicurezza trovano in Dio la risposta.

"Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio".

Così ritorna il tempo del canto, nuovo perché ogni giorno, in cui si sperimenta la salvezza, ci si immerge nell'amore di Dio. Non solo più memoria di ciò che ha fatto in passato, ma canto nuovo per ciò che oggi fa per me. Più avanti dice:
"Vedi: non tengo chiuse le labbra". L'esperienza dell'amore di Dio apre la bocca all'annuncio e alla lode.

"Molti vedranno e avranno timore
e confideranno nel Signore".

Le opere del Signore non rimangono nascoste, ma sono un'evidenza per tutti i popoli. Da questa esperienza che si propaga di bocca in bocca, con stupore, molti prenderanno nuova fiducia e avranno fede in Colui che opera meraviglie. Timore e confidenza nel Signore vanno di pari passo e sono il frutto di nuovi gesti di cura.

"Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore".
Tante volte ricerchiamo e vorremmo vivere nella beatitudine: ma non è una condizione senza conflitto! Nasce dalla ricerca, dal farsi forza e fidarsi ancora e ancora, contro ogni evidenza e contro ogni logica.
Fidarsi è una delle cose più difficili per noi, ma una delle cose più necessarie e vitali. L'alternativa al Dio vivente che ascolta e viene in aiuto, sono gli idoli e le promesse ingannevoli e menzognere, di cui continuamente le nostre orecchie vengono riempite.
Allora beato chi ha fiducia, chi si affida ad un Dio che non promette invano, che realizza ciò che dice.

Al centro del salmo una bella affermazione, grande espressione di fede: "nessuno a te si può paragonare!". Non ti confondo con nessuno, come te non c'è nessuno! E questo non per una teoria astratta, ma è il riconoscimento delle tante meraviglie compiute, "quanti progetti in nostro favore"!
L'esperienza della vicinanza di Dio e delle sue opere rende il Dio di Israele riconoscibile e inconfondibile.

Ancora una grande scoperta:
"Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato".

Che Dio strano questo d'Israele! Si differenzia da tutto il modo di immaginare la divinità nel mondo antico! Come ingraziarsela, come farla operare a favore degli uomini? Con i sacrifici! Solo questo era il modo che l'uomo aveva trovato per placare l'ira di dei capricciosi e imprevedibili, per niente prodighi di doni, ma piuttosto avari nel darli.
E questo Dio potente e nuovo cosa vorrà? Non sacrificio ma ascolto!
Il Signore parla e desidera avere interlocutori che parlano e ascoltano. Ma questa non è una religione vera e propria! E' una relazione tra padre e figli!
La fede biblica in questo è rivoluzionaria; non è proselitismo fondato sui sacrifici, ma sequela a chi parla, facendo attento l'orecchio alla voce sempre più familiare del pastore.

"Ecco, io vengo.
Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo".

Qui la tradizione dei padri e della chiesa ci ha letto la voce del Messia che si offre per la sua missione, docile alla volontà del Signore, animato dal desiderio di interiorizzare una legge, non più esteriore, ma scritta nel cuore.
Gesù inizia la sua missione a Nazareth proprio leggendo, nel rotolo del libro, la missione del Messia di Isaia e facendola propria (cfr. Lc 4, 14-21)

"Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia;
il tuo amore e la tua fedeltà mi proteggano sempre".

La misericordia, l'amore, la fedeltà: con tre parole è identificato questo Dio della vita, il Dio dell'Esodo, il Dio che viene in soccorso a chi è nella sofferenza. E il fedele può sollecitare il suo intervento perchè sa a chi si affida: "Dégnati, Signore, di liberarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto".

"Siano svergognati e confusi
quanti cercano di togliermi la vita.
Retrocedano, coperti d’infamia,
quanti godono della mia rovina".

Adesso la preghiera mette a fuoco gli avversari, coloro che cercano il male.
Non è lo sterile e distruttivo giudicare dall'alto che finisce per scoprire che gli altri uomini sono infidi... La preghiera dà un nome al male, mio e degli altri fratelli, e fa scoprire che nel Signore solo c'è la potenza che lo fa retrocedere, che lo rende innocuo.
Il pericolo più grosso nella sofferenza è non guardare ciò che ci terrorizza: la fiducia nel Signore fa alzare la testa e affrontare ciò che mi uccide senza timore. Questo confonde il nemico e non me, fa retrocedere il pericolo che stava rintanando me nelle tenebre.

"Se ne tornino indietro pieni di vergogna
quelli che mi dicono: "Ti sta bene!".

La cosa più odiosa che si può dire a chi è nel dolore è questa frase mortale: "Ti sta bene!" Spesso ce la sentiamo dire da chi non penseremmo, da coloro che amiamo e che cerchiamo per avere conforto. E' il giudizio inclemente di chi mette il dito nella piaga e addossa su di noi ogni colpa. Anche per loro il salmista chiede che il Signore agisca mostrando quanto male fanno e se ne vergognino. Indietreggiano le tenebre e avanza la luce della considerazione e della misericordia.

La preghiera ha un fine: mostrare chi sono io e chi è il Signore!
Questo cammino è rivelativo, mette in luce, toglie le illusioni di auto salvezza e mi mostra quanto abbia bisogno di un Salvatore.
"Io sono povero e bisognoso" e "Il Signore è grande!"
Non fa più paura il limite: posso ammetterlo senza il timore di scoprirmi, di essere aggredito mostrando il fianco.
Si, è vero, ho bisogni che non riesco ad accettare perché non so colmarli: posso sinceramente ammetterlo perché il Signore ne ha cura!
La fede nel Dio di Gesù Cristo è pacificazione con me stesso e riposo nel suo amore.
E se ritornano i problemi? Se la beatitudine svanisce presto?
Questa volta sono sicuro: non sono solo!
"Tu sei mio aiuto e mio liberatore:
mio Dio, non tardare".

Commenti

  1. E’ notevole l’espressione scelta dalla nuova versione italiana, che al ver.5 sottolinea come l’uomo “che ha posto la sua fiducia nel Signore, non si volge verso chi segue gli idoli”, cioè è profondamente attento a non lasciarsi trascinare, magari dalla sua stessa esperienza di salvezza, ad adorare qualcosa che non è Dio, ma che magari ne è una manifestazione, o una via, o un umile servizio….
    (Giovanni Nicolini)

    RispondiElimina
  2. “Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto nè sacrificio per il peccato. Allora ho detto: ecco, io vengo…” Offerente e offerta sono una cosa sola! E’ di assoluta importanza il testo di Ebrei 10,1-10, dove tutto questo viene riferito a Gesù e al suo sacrificio d’amore, anche per la variazione importante del testo greco di questo Salmo, che sostituisce l’espressione “gli orecchi mi hai aperto” con “un corpo mi hai preparato”, appunto quel corpo che il Figlio offre al Padre per la nostra salvezza. E ciò come suprema obbedienza al Padre che gli chiede questo sacrificio d’amore (vers.8-9). E’ quello che Gesù è venuto ad annunciare e a compiere nella grande assemblea di Israele e di tutte le genti (vers.10-11).
    (Giovanni Nicolini)

    RispondiElimina
  3. Il salmista fa l’esperienza di un Dio che ascolta, che è attento a lui, che si china verso di lui per sollevarlo e tirarlo fuori dalla melma della palude che, come sabbie mobili, lo fa affondare. C’è il passaggio dall’instabilità della sua condizione alla sicurezza di poggiare su una salda roccia: non c’è più pericolo di vacillare, di affondare.

    L’immagine di Dio che si fa presente a chi soffre, che si china per essere più vicino all’uomo, richiama quella del profeta Osea:

    Dice il Signore: “Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare…” (Os. 11,1-4)
    (www.cenacoloitalia.it)

    RispondiElimina
  4. Commovente per me
    Affrontare il tuo nemico e non fuggire da esso.., lo ANNIENTA

    RispondiElimina
  5. "ecco io vengo ... Per fare o Dio, la tua volontà".... Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo della offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre" eb. 10,7.10...grazie o Cristo!

    RispondiElimina
  6. Signore, Gesù, tuo cibo fu compiere la volontà del Padre, fino al sacrificio che ci ha tratto dal fango della palude: apri i nostri orecchi all'ascolto docile del Suo volere, e i nostri cuori alla prontezza nell'eseguirlo.Amen

    RispondiElimina
  7. Questo salmo dà pace all'anima inquieta, è davvero una preghiera che esprime il desiderio di vicinanza ad un dio amico. Solo un dio Padre può colmare il mio bisogno, può dare pace e serenità al cuore in attesa.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019