Prima lettura del 18 ottobre 2019


Il Signore mi è stato vicino
2Tm 4, 10-17

"Figlio mio, Dema mi ha abbandonato, avendo preferito le cose di questo mondo, ed è partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me.
Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Èfeso. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo, e i libri, soprattutto le pergamene.
Alessandro, il fabbro, mi ha procurato molti danni: il Signore gli renderà secondo le sue opere. Anche tu guàrdati da lui, perché si è accanito contro la nostra predicazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero".


Nell'epilogo della vicenda terrena di Paolo, dopo il lungo peregrinare portando il Vangelo in tutte le terre conosciute, l'apostolo ci dona un quadro della sua situazione di prigioniero, in attesa del giudizio imperiale a Roma.
Scrivendo a Timoteo esterna i suoi sentimenti e gli delinea il bilancio della situazione.
Alcuni collaboratori lo hanno abbandonato, per motivi diversi: Dema, "avendo preferito le cose di questo mondo", che può voler dire tante cose, come il ritorno alla religione di prima, ai suoi interessi sociali, o il ritorno alla mentalità del mondo; Crescente e Tito hanno probabilmente ripreso il loro impegno pastorale.

"Solo Luca è con me".
Sta di fatto che gli è rimasto solo Luca, nominato anche nella Lettera ai Colossesi: «Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema» (Col 4, 14), e nella piccola lettera a Filemone, definito suo «collaboratore» (v. 24).
È Luca, l'amico fidato, autore del terzo vangelo, medico ed evangelizzatore nativo di Antiochia.
Questo medico lascerà le sue occupazioni e seguirà l'apostolo, quando
le loro strade si incroceranno nella sua città natale, in uno dei proficui e ardimentosi viaggi di evangelizzazione ai gentili.
Oggi la liturgia ne celebra la memoria, riportando questo brano che dice come l'evangelista della misericordia e della carità cantata nel suo Vangelo, abbia vissuto in prima persona quello che traspare nei suoi scritti, seguendo Paolo fino alla fine.
Luca è anche lo scrittore degli Atti degli Apostoli, che potremmo al 90% chiamare gli Atti di Paolo, per il resoconto dettagliato di tutti i suoi spostamenti.

"Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero".
Nel capitolo 15 degli Atti degli Apostoli è raccontata la vicenda del giovane Marco, l'altro evangelista, che accompagna Paolo nella sua missione.
In seguito, forse spaventato per le difficoltà e i pericoli dei viaggi, lo abbandona, e, nonostante l'intercessione di Barnaba, Paolo non lo vuole con sé nel viaggio successivo.
Ma adesso le cose sono cambiate: non più viaggi verso l'ignoto, ma la staticità della prigionia, spingono Paolo a cercarlo di nuovo per avere un aiuto nell'apostolato.

Chiede a Timoteo di portargli il mantello e i libri lasciati a Troade, città nel nord della Turchia. È bello sentire parlare Paolo di cose sue personali, così concrete e quotidiane, perché ce lo fanno sentire più vicino non solo come maestro e guida, ma nel suo contesto familiare, fatto di poche cose ma essenziali e preziose, come il mantello e i libri.

"Alessandro, il fabbro, mi ha procurato molti danni".
Mette in guardia Timoteo nei confronti di questo personaggio che potrebbe essere identificato con l’Alessandro di cui si parla in 1Tim 1,19-20, che Paolo aveva provveduto a far espellere dalla comunità, e che in seguito si era messo contro di lui.
Paolo affida al Signore la sua sorte: "il Signore gli renderà secondo le sue opere".

"Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato".
Mi si stringe il cuore a leggere queste parole!
L'abbandono che anche un personaggio della levatura e della fede di Paolo prova, alla fine della vita, ci ricorda che la solitudine non risparmia nessuno.
E l'apostolo che da solo si era difeso in tutti i tribunali in cui i giudei lo avevano accusato, adesso sente forte il fatto di non essere supportato da nessuno.

"Nei loro confronti, non se ne tenga conto".
Lui il capo, il grande missionario, non pretende più niente, né usa il suo potere contro i suoi fratelli.
Sembra di risentire le parole che Luca stesso di riferisce proprio nel momento più atroce dell'abbandono di Gesù: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34).

"Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza".
Ecco la sorgente nascosta nella vita di Paolo che riconosce lo stesso aiuto cantato in Esodo: "Mia forza e mio canto è il Signore" (Es 15,2).
Il Signore, che l'ha chiamato e inviato, non lo hai mai lasciato solo, gli è stato vicino in ogni circostanza dandogli la forza di arrivare sino in fondo alla sua missione. Paolo sperimenta la promessa profetica:
"Si dimentica forse una donna del suo bambino,così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai' (Is 49,15).

"Perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero".
Per Gesù la morte in croce non è stato un imprevisto capitato tra capo e collo; anche Paolo sa che è lì a Roma perché il vangelo deve arrivare fin dentro il cuore del mondo pagano.
E ricorda esattamente quella notte in cui nella Città Santa il Signore stesso gli aveva parlato per rincuorarlo: "Coraggio! Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma" (At 23,11).
il compimento dell'annuncio di cui parla Paolo è proprio la testimonianza di chi non viene fermato e va avanti fino al dono della vita.

Ci sorprende e ci commuove questa libertà di Paolo: pur nella carcerazione non smette di spronare, rincuorare, essere ancora maestro dei suoi figli nella fede.
La prigionia e l'imminenza del martirio, in cui darà la vita come ultimo atto fecondo per la nascita della chiesa tra i pagani, non lo tengono legato alla paura ma lo spingono ancora di più nell'urgenza di annunciare con coraggio il Vangelo.

Commenti

  1. Dema, Crescente, Tito, Marco, Tichico, Carpo, Alessandro: tutti in qualche modo si sono allontanati da lui, o per adempiere al ministero o per vigliaccheria o addirittura per interesse personale. Ora a Paolo, nel tetro carcere di Roma, non resterebbe che la solitudine l’ingratitudine e l’indifferenza se non ci fosse Luca. “Solo Luca è con me” – scrive. Solidale, aggiungiamo noi. Solidale discreto e vicino alle sofferenze dell’Apostolo che ha combattuto la buona battaglia della fede ed ora si appresta a ricevere la corona della gloria che Dio ha promesso a quanti hanno dato tutto per Lui.
    (Casa di preghiera s. Biagio)

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  2. L'esperienza della prigione non era per nulla entusiasmante. Ma Paolo riesce a vedere che comunque, in modo umanamente paradossale, essa porta frutti. Quando vede se stesso bloccato, impossibilitato ad agire, allora scopre che c'è una forza misteriosa e irresistibile all'opera. Egli la vede presente nella Parola, la quale - quasi da sé - cresce, si diffonde e porta frutti: suscita in tanti un nuovo impegno per il vangelo; fa conoscere nei luoghi più impensati la vicenda di Cristo; provoca molte conversioni.
    (Fabio Tosolini)

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  3. San Luca

    Compagno e collaboratore di san Paolo, che lo chiama «il caro medico», è soprattutto l’ autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli. Al suo Vangelo premette due capitoli nei quali racconta la nascita e l’ infanzia di Gesù. In essi risalta la figura di Maria, la «serva del Signore, benedetta fra tutte le donne». Il cuore dell’ opera, invece, è costituito da una serie di capitoli che riportano la predicazione da Gesù tenuta nel viaggio ideale che lo porta dalla Galilea a Gerusalemme. Anche gli Atti degli Apostoli descrivono un viaggio: la progressione gloriosa del Vangelo da Gerusalemme all’ Asia Minore, alla Grecia fino a Roma. Protagonisti di questa impresa esaltante sono Pietro e Paolo. A un livello superiore il vero protagonista è lo Spirito Santo, che a Pentecoste scende sugli Apostoli e li guida nell’ annuncio del Vangelo agli Ebrei e ai pagani. Da osservatore attento, Luca conosce le debolezze della comunità cristiana così come ha preso atto che la venuta del Signore non è imminente. Dischiude dunque l’ orizzonte storico della comunità cristiana, destinata a crescere e a moltiplicarsi per la diffusione del Vangelo. Secondo la tradizione, Luca morì martire a Patrasso in Grecia.
    (Famigliacristiana.it)

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  4. Fedeltà molto rara
    Bene rivestirsi di LUI
    Fortificarsi
    Per le battaglie......

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  5. Andando a Roma mi sono ritrovata a visitare i luoghi dove Paolo ha vissuto gli ultimi anni della sua vita e dove ha versato il suo sangue per amore del Vangelo. Mi sono commossa per questo e ho ringraziato Dio per il dono di Paolo a noi, per mezzo del quale è giunto fino a noi, oggi il messaggio di salvezza. Quanto è importante avere nella solitudine delle nostre carceri un qualcuno che ci sostenga. Signore donami la forza e la perseveranza di continuare il cammino con Te, gratuitamente ho ricevuto, fa che gratuitamente doni e condivida con i fratelli la gioia e i beni

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