Prima lettura dell'1 ottobre 2019

Vogliamo venire con voi
Zac 8, 20-23


"Così dice il Signore degli eserciti: Anche popoli e abitanti di numerose città si raduneranno e si diranno l’un l’altro: “Su, andiamo a supplicare il Signore, a trovare il Signore degli eserciti. Anch’io voglio venire”. Così popoli numerosi e nazioni potenti verranno a Gerusalemme a cercare il Signore degli eserciti e a supplicare il Signore.
Così dice il Signore degli eserciti: In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: “Vogliamo venire con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi”.

Che fatica e quanto impegno bisogna mettere per ridare speranza a chi l'ha persa, coltivare germogli di fiducia nei cuori delusi!
E' una vera resurrezione a vita nuova, un tirar fuori dalle tenebre per immergere nella luce. Un'opera che solo la potenza del Signore compie.
Il profeta è inviato per questo, l'uomo delle speranze fondate, colui che svela gli inganni del mondo per aprire alla novità del Dio vivo.
Le parole di Zaccaria hanno proprio questa forza e in questo brano ridanno speranza al popolo mostrando quanto è vera ed attraente per tutti la fede che i padri hanno lasciato in eredità.

"Così dice il Signore degli eserciti".
Questa storia degli eserciti mi suona sempre male. Alle nostre orecchie sembra di sentire parlare di un condottiero armato, un dio romano della guerra.
Gli esperti infatti dicono che la traduzione più calzante sia "Signore delle schiere", con riferimento alle schiere celesti, stelle e angeli.
È il creatore del cielo e della terra rivestito del suo splendore regale e circondato da questa sua luminosa e pacifica corte celeste.

Il raduno che promette il profeta in nome di Dio non riguarderà solo Israele in esilio: "anche popoli e abitanti di numerose città si raduneranno".
Dio non è la proprietà esclusiva di Israele, limitato nel suo agire ad una sola nazione da beneficare.
E' il pastore universale, del cosmo e dei popoli.
Ognuno dei figli d'Israele diventerà il tramite per attirare gli altri, i lontani.

"Su, andiamo a supplicare il Signore, a trovare il Signore degli eserciti. Anch’io voglio venire”.
È il grande potere di attrazione dell'amore salvifico del Signore che si mette in moto per radunare l'umanità dispersa. E non è la follia di Babele che vuole uniformare in una massa obbediente e monopensante tutte le genti della terra, ma la tenerezza di un Padre che vuole ogni figlio vicino a sé nella sua diversità e unicità.
Un genitore che ama i suoi figli li guarda con l'orgoglio di vederli diversi, eppure riconoscibili come suoi, staccati da sé eppure vicini alla sua identità.
Il Padre di tutti è felice guardando ogni figlio, prezioso come la pupilla dei suoi occhi, ognuno diverso, ognuno somigliante a lui.
Questa attenzione del Padre si desidera e quando si trova si riconosce subito. "Anch'io voglio venire"! Queste sono le parole che escono dal cuore di chi ha trovato ciò che aspettava da sempre.

Inizia così il cammino contrario rispetto all'esilio che ha portato Israele a disperdersi tra i popoli, ora invece "popoli numerosi e nazioni potenti verranno a Gerusalemme".
La potenza umana si riconosce bisognosa e in ricerca di amore, è disposta ad abbandonare i suoi troni, per mettersi a camminare verso la città dello shalom.
E verranno "a cercare il Signore degli eserciti e a supplicare il Signore", verranno come ogni fedele per trovare rifugio nella sua misericordia senza limiti.
L'esilio, paradossalmente, non è stato una lacerazione del popolo: la disgregazione della sua compattezza lo ha aperto alla diversità e alla ricchezza di nazioni che si sono rivelate nella loro profondità culturale e religiosa. Israele scopre che l'anelito del Signore è in tutti i popoli che incontra, anche nei nemici.

"Dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello".
E' l'immagine più bella che ci regala questo brano di Zaccaria: come bambini che seguono la madre, sicuri di essere condotti in salvo, in un luogo bello, così questi uomini si mettono alla sequela di Israele per essere condotti al Bene!
Dieci è il numero di un gruppo minimo affinché la preghiera sia valida, secondo la tradizione del popolo di Dio.
I popoli che si radunano vogliono essere condotti alla preghiera, rivolti a quel Signore che Israele segue con fiducia.
Ogni ebreo che torna dall'esilio è un "traghettatore" di uomini verso l'unico Dio.
Anche gli israeliti, schiavi eppure colti, erano stati una sorpresa per la potenza che li aveva deportati, determinanti per la ricchezza sociale e culturale di Babilonia.
E queste popolazioni avevano udito parlare di un Dio diverso, che abita stabilmente in mezzo agli uomini, del Dio potente che risolleva i suoi figli, del Padre che si fa pastore e guida nelle tempeste e nel buio della vita.

E' un annuncio affascinante e anche i lontani dalla religione dei padri desiderano incontrarlo: "Vogliamo venire con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi”.
Questo è l'annuncio sconvolgente ed unico della Scrittura!
Il Dio con noi, l'Emmanuele, niente ha a che vedere con le divinità di pietra mesopotamiche, né con il dio faraone che si erge su tutti con la potenza distruttiva, né con gli dei che hanno tutte le sembianze umane ma che sono muti e lontani dal grido degli uomini.
Questo Dio che non si può raffigurare, imbrigliare in statue e immagini, alla fine è colui che ascolta, parla, muove il cuore degli uomini.
E per incontrarlo si deve passare non davanti a simulacri di pietra, ma attraverso il cuore di chi lo ha incontrato, di chi si riconosce abitante nella sua dimora.
Solo questo popolo che nel corso dei secoli ha mostrato più la debolezza che non la potenza, diventa sacramento del Dio con noi, della presenza tra tutti gli uomini di un Dio che si fa carne.

Il fascino di questo annuncio d'amore che il Figlio ci ha mostrato nel suo apice di rivelazione, è più forte di ogni disquisizione illuminata, di ogni teodicea inattaccabile.
Questa passione del Signore che ci cerca per primo e che ci aspetta per riconciliarci con lui è quella che il mondo vuole ascoltare e vedere nella nostra gioia.
"Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia" (2Cor 1, 24).

Commenti

  1. Il libro di Zaccaria, ambientato in un contesto di politica internazionale difficile e drammatico, è di un’attualità straordinaria. Il profeta denuncia con coraggio, la pretesa di assolutismo del potere politico e religioso regnante e la corruzione che lo caratterizza. A questa pretesa idolatrica contrappone la signoria di Dio e il suo regno, che ha il suocentro in Gerusalemme. In essa i popoli saliranno per apprendere uno stile di vita secondo Dio, che va controcorrente a quello dei signori di questa terra. Mentre questi vogliono asservire i popoli a loro stessi, Dio si prende cura di ogni persona e instaura la pace. La grandezza di Gerusalemme consiste nell’essere il luogo dove Dio dimora nel suo Tempio. I suoi abitanti devono testimoniare a tutti di essere un popolo beneficato da Dio, e provocare nei popoli della terra il desiderio di adorare il vero Dio (cfr Zc 8,20-23). Ai tanti dominatori che pretendono di dominare la storia, Zaccaria ricorda che il Signore è il solo re /pastore di tutta la terra (Zc 14,9).
    (gpcentofanti.worpress)

    RispondiElimina
  2. Il mantello era ornato da quattro frange, una per angolo. Gli israeliti guardando le frange ricordavano i comandi del Signore il cui Nome era simbolicamente richiamato dal numero dei nodi che intrecciavano le frange (Nm 15,38-39; Dt 22,12). Chi toccava il lembo del mantello riconosceva Dio che in esso era significato: «In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: "Vogliamo venire con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi"» (Zac 8,23). 
    (Filippa Castronovo)

    RispondiElimina
  3. Universale l'appartenenza a TE
    NON VI SONO PALETTI
    tutti vicini a TE
    La diversità è la pietanza che accomuna, sfama chi ne ha bisogno
    Il ftatello è tale...
    Amarlo, desiderato, abbracciarlo, aiutarlo,.....
    Io?
    Ci sto lavorando
    È non mi costa poco...
    C'è molto Giulio dentro me,
    Ancora!

    RispondiElimina
  4. Ci riteniamo messaggeri di Cristo, ma a modo nostro
    Rimettimi Signore sul Tuo cammino portandoti nel cuore in modo che gli altri possano dire:
    Vogliamo venire con voi perché abbiamo udito che Dio è con voi

    RispondiElimina
  5. Signore tocco il tuo mantello attraverso la Parola che mi conduce a Dio. Tu sei la porta, tu sei la Via, non mi lasciare nel buio, fecondami e dammi vita eterna

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019