Prima lettura del 7 agosto 2021

Te li legherai alla mano
Dt 6, 4-13

"Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.
Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato, case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guàrdati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile.
Temerai il Signore, tuo Dio, lo servirai e giurerai per il suo nome»".


La parola catechesi deriva dal verbo greco "katêchein" che significa far risuonare una parola nell'orecchio dell'uditore, portare un messaggio, ripetere.
La fede in fondo è fondata su pochi punti di riferimento che vanno ripetuti per rimanere vivi nella memoria del credente.
I primi "catechisti" di vita sono i genitori che parlano incessantemente con i figli, ripetendo a volte cose che, per un ascoltatore estraneo, sembrerebbero inutili. In effetti una persona si inventa e si scopre parlando. Un genitore trasmette con la parola se stesso e questa comunicazione educa, crea, porta alla luce il figlio.

"Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte".
Anche le parole essenziali della fede seguono questa dinamica di nutrimento, "imboccatura" fondamentale e vanno ripetute a coloro che si nutrono di Parole che danno vita. È in questa direzione che va l'istruzione di Mosè ai suoi figli che stanno crescendo nella conoscenza del Dio vero.

"Li ripeterai ai tuoi figli".
Nella tradizione ebraica uno dei compiti più tipici e più nobili dei genitori è trasmettere la fede ai figli.
Ripetere le parole del Signore che costituiscono il tesoro per il credente, fare quotidianamente con loro le preghiere e i gesti di carità essenziali, è il modo più semplice ed efficace per trasmettere la fede. Non è come a scuola, non si passano nozioni, non ci sono esami, ma si contagia una tradizione, parole che danno corpo a gesti concreti.

"Ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai".
Ogni occasione quotidiana è occasione preziosa per condividere il tesoro prezioso della fede. Si capisce bene che è una visione che supera la stitica ora di catechismo, che diventa anche noiosa se non è vissuta in questo spirito di trasmissione di ciò che abita l'evangelizzatore.
Nelle varie situazioni della vita, ripetere e ripetersi l'insegnamento del Signore, illumina e dà sapore al presente.

"Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte".
Questo insegnamento ancora oggi è applicato alla lettera dagli ebrei osservanti. Basta cercare nel web una foto di questi credenti ortodossi per vedere le striscioline di cuoio avvolte lungo le braccia o una scatolina legata sulla fonte. Ma oltre il significato letterale, Mosè intende dire che la Parola del Signore deve influenzare, illuminare, guidare, le nostre azioni (mano), il nostro modo di vedere (occhi), il nostro di vivere la quotidianità (casa).

In modo positivo, Mosè esorta: "Guàrdati dal dimenticare il Signore"! E' un insegnamento che le nostre orecchie devono sentire spesso affinché la vita non ci distragga e confonda, e le Parole che ci trasmettono Dio risuonino ogni momento dentro di noi.
Legata alla mano strettamente, la Parola diventa un sigillo sponsale, tanto che la ragazza del Cantico esorta così il suo amato:
"Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio" (Ct 8, 6).

Non più parole che vanno al vento, sensazioni che colpiscono ma poi vengono dimenticate. Ripetiamo e trasmettiamo a nostra volta questo tesoro vitale che ci ha nutrito e ripetiamocelo in ogni istante: la vita diventerà preghiera, il Signore nostro prossimo, familiare, amato


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 18 (17), 1- 7
Commento del 03/04/2020




Commenti

  1. "Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte".
    I comandi del Signore,
    la sua Parola,
    le sue parole luminose, appiccicate addosso.
    Le mani, gli occhi, la casa:
    il fare, il vedere, la quotidianità.
    Fare ispirati dalla Parola.
    Vedere illuminati dalla Parola.
    Ogni giorno nutrirsi di Parola.
    La Parola lievito di vita.
    La Parola motore dei miei passi.
    La Parola, mio pane quotidiano.

    RispondiElimina
  2. Guàrdati dal dimenticare il Signore"
    Si
    E' possibile vivere senza TE?
    E' possibile avere di più da un altro?
    Come faccio a dimenticare il TUO presente ,il passato,QUELLO che hai dovuto con piacere fare per questo ultimo dei figli.....
    Non ti dimentico.
    No.
    Col TUO aiuto vigilante e di attrazione verso i TUOI insegnamenti,non gravosi,ma funzionali al mio quotidiano
    Grazie

    RispondiElimina

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