Prima lettura del 30 agosto 2021

Perché non siate tristi
1Ts 4,13-18

"Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.
Confortatevi dunque a vicenda con queste parole".

Tutti abbiamo esperienza del dolore per la morte di una persona cara, lacerazione profonda, smarrimento che sembra far naufragare le nostre certezze, sgomento e senso di abbandono. La morte è il peggior nemico alla nostra felicità, l'ombra continua che pesa sulle nostre giornate.
Paolo nelle sue lettere si è trovato ad affrontare anche questo tema, ovviamente dal punto di vista della fede. Ma la resurrezione di Cristo cosa ha cambiato, come può aiutarci nei momenti più tragici della vita?

"Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza".
Paolo pazientemente prende sul serio la prima difficoltà: ignoriamo la sorte dei nostri cari defunti. Da che conosciamo le loro origini, la loro storia, le loro vicissitudini, la morte si pone come un muro sconcertante di mistero invalicabile che sembra separarci per sempre.
Ci diciamo sempre che nessuno è tornato indietro a raccontare. Nessuno tranne uno! Questa ignoranza si può superare con l'annuncio della Pasqua di Gesù.

"A proposito di quelli che sono morti".
La morte genera tristezza, senso di sconfitta e di fallimento. Quante storie dolorose si spengono nel silenzio della morte lasciandoci ancora più afflitti!
È una dimensione fondamentale da vivere; la predicazione del Vangelo e la catechesi non possono ignorarla e devono farsene carico.
Va evangelizzata la vita, nella sua interezza, nella dignità che inizia dal concepimento e non finisce con la morte, L'esperienza della sofferenza e il dolore per la morte sono dei passaggi imprescindibili da fare e l'annuncio continuo serve proprio nei momenti in cui le tenebre sembrano risucchiarci. Parlare di morte solo il due novembre e di risurrezione solo a Pasqua non può bastare a toglierci dall'ignoranza di cui parla Paolo.

"Perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza".
Ecco cosa fa la differenza: la speranza! Chi accoglie l'annuncio del Cristo risorto si apre ad una dimensione che supera il ragionamento, i sentimenti del momento e viene condotto dove lo Spirito apre ad un nuovo orizzonte.
La tristezza viene sostenuta dalla consolazione, l'angoscia del distacco superata dalla promessa della risurrezione. Dio è fedele e mantiene le sue promesse!
La vita non è tolta ma trasformata, ci dice la liturgia della messa funebre. La speranza nasce dalla fede di saperci figli nel Figlio risorto, destinatari della sua stessa vita che non muore.

Cristo è risorto e chiamerà anche noi alla vita eterna "e così per sempre saremo con il Signore".
Questa certezza di fede genera la speranza, che non solo conforta nel dolore e ci toglie dalla tristezza, ma ci porta alla gioia piena (cfr. Gv 15, 11), quella che il Signore vuole per noi, facendoci vivere già oggi da eredi della resurrezione.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Ts 4, 13-18
Commento del 02/09/2019

Salmo 96 (95)
Commento del 31/12/2019

Vangelo di Lc 4, 14-22
Commento del 10/01/2020

e Vangelo di Lc 4, 21-30
Commento del 03/02/2019

Commenti

  1. "Non siate tristi come gli altri che non hanno speranza".
    Speranza e sorriso.
    Camminano insieme.
    Tristi per mancanza di speranza,
    guariti dal suo ritorno.
    Ogni giorno desidero un boccone di speranza.
    Ogni giorno riprendere a sperare è vivere.
    Ogni giorno ha bisogno della sua speranza.
    "Non siate tristi come gli altri che non hanno speranza".
    Mi addormento sperando.
    Mi risveglio sperando.
    La tristezza fugge,
    mi accompagna la gioia.

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  2. Chi accoglie l'annuncio del Cristo risorto si apre ad una dimensione che supera il ragionamento!
    A questo mi devo affidare!
    E fidare!
    Grazie Signore aiutami in questo.

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  3. Signore ,
    Tu sei Padre
    Io figlia
    e tanto mi basta

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