Salmo del 28 gennaio 2021
Entri il re della gloria
Sal 24 (23)
"1 Di Davide. Salmo.Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
2 È lui che l'ha fondato sui mari
e sui fiumi l'ha stabilito.
3 Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
4 Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno.
5 Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
6 Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
7 Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
8 Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.
9 Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
10 Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria".
Salmo molto antico che contempla una liturgia cosmica, "come in cielo così in terra".
Fuori e dentro il Santuario si alza il rendimento di grazie e lo stupore travolge il salmista che, in preghiera, si trova a dimorare col Potente dell'universo.
"Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l'ha fondato sui mari
e sui fiumi l'ha stabilito".
È il riconoscimento della Signoria di Dio su tutta la terra, fra tutti i popoli. Tutto è suo e ogni uomo ed ogni donna gli appartengono. Le fondamenta del mondo sono segno della provvidenza del Signore che non permette al mondo e ai suoi abitanti di vacillare.
"Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?"
Chi degnamente può compiere il pellegrinaggio al Tempio? Chi potrà abitarlo, condividendo l'esistenza con il Signore?
Sono domande tipiche di ogni religione e fanno parte dei preparativi per il pellegrinaggio annuale a Gerusalemme o per il rito di introduzione al servizio sacro.
Il tempio, sul monte, è il luogo dell'unione in cui cielo e terra si toccano. Sul monte il Signore si fa vedere, lì è la sua dimora, il luogo dove incontrarlo, come fece Mosè.
"Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l'ha fondato sui mari
e sui fiumi l'ha stabilito".
È il riconoscimento della Signoria di Dio su tutta la terra, fra tutti i popoli. Tutto è suo e ogni uomo ed ogni donna gli appartengono. Le fondamenta del mondo sono segno della provvidenza del Signore che non permette al mondo e ai suoi abitanti di vacillare.
"Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?"
Chi degnamente può compiere il pellegrinaggio al Tempio? Chi potrà abitarlo, condividendo l'esistenza con il Signore?
Sono domande tipiche di ogni religione e fanno parte dei preparativi per il pellegrinaggio annuale a Gerusalemme o per il rito di introduzione al servizio sacro.
Il tempio, sul monte, è il luogo dell'unione in cui cielo e terra si toccano. Sul monte il Signore si fa vedere, lì è la sua dimora, il luogo dove incontrarlo, come fece Mosè.
Su questo luogo separato e quindi sacro si tocca con mano il suo ardore per l'uomo, un fuoco che non si consuma (cfr. Es 3, 1-2).
"Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno."
Ci spetteremmo regole di purificazione classiche, invece il salmista focalizza, nell'idolatria e nella verità in giudizio, l'essenziale per avere mani "pulite" e cuore pronto a dimorare col Signore.
Il cuore lontano dall'idolatria, che non ripone la sua stabilità in se stesso e nei beni che passano, è il primo punto necessario al discepolo.
Il secondo è il desiderio di non ingannare un fratello giurando il falso perché equivaleva a distruggere una vita, era condannare a morte un innocente per fare i propri interessi.
Ecco che la risposta essenziale alle domande precedenti è in effetti quello che anche Gesù afferma, un solo comandamento visto da due aspetti complementari: amare Dio e amare il prossimo (cfr. Mt 22, 37-40).
"Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe".
Benedizione e salvezza sono l'eredità promessa a chi vive senza ambiguità idolatriche ed egocentriche.
Avanza, in pellegrinaggio verso il Signore, una generazione desiderosa di incontrarlo, che chiede di saziarsi della sua presenza e di contemplare il volto santo.
"Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria".
Ecco, tutti riuniti nel Tempio attendono, e il momento propizio arriva!
Con un altisonante ritornello si invita il Tempio ad allargare le sue porte come braccia per accogliere il Signore che viene.
Le porte antiche evocano la lunga attesa di Israele, l'attesa di generazioni che desidera l'epifania di Dio.
"Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia".
Se la prima domanda riguardava il pellegrino, ora la domanda riguarda il Signore.
Il popolo fa memoria di chi sia il suo Dio, come ha dispiegato il suo braccio vincendo e salvando da morte certa i suoi figli inermi (cfr. Lc 1 50-55).
"Chi è mai questo re della gloria?"
Dopo la ripetizione della domanda su Dio, arriva una nuova definizione: "Il Signore degli eserciti è il re della gloria"!
Egli è il Signore perché nessuna delle creature che riempiono l'universo è fuori dal suo dominio .
È Dio di tutto ciò che ha alito di vita, tutto proviene da lui e da lui è sostenuto. Gli "eserciti" designavano, nella credenza ebraica, le schiere che abitano i cieli, temute dagli uomini, ma anch'esse soggette alla potenza del Signore.
Lo stupore dei pellegrini si esprime in un grido di lode!
Il pellegrinaggio ha portato il suo frutto di contemplazione e di dimora col Signore.
Tutte le generazioni che cercano Dio sono consolate da questa certezza: il Signore dell'universo si fa trovare, è disceso e ha riempito la terra della sua presenza. Le porte del cielo che hanno accolto l'ascesa del Cristo alla destra del Padre sono ormai braccia aperte che accolgono ogni uomo nella sua Gloria.
"Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno."
Ci spetteremmo regole di purificazione classiche, invece il salmista focalizza, nell'idolatria e nella verità in giudizio, l'essenziale per avere mani "pulite" e cuore pronto a dimorare col Signore.
Il cuore lontano dall'idolatria, che non ripone la sua stabilità in se stesso e nei beni che passano, è il primo punto necessario al discepolo.
Il secondo è il desiderio di non ingannare un fratello giurando il falso perché equivaleva a distruggere una vita, era condannare a morte un innocente per fare i propri interessi.
Ecco che la risposta essenziale alle domande precedenti è in effetti quello che anche Gesù afferma, un solo comandamento visto da due aspetti complementari: amare Dio e amare il prossimo (cfr. Mt 22, 37-40).
"Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe".
Benedizione e salvezza sono l'eredità promessa a chi vive senza ambiguità idolatriche ed egocentriche.
Avanza, in pellegrinaggio verso il Signore, una generazione desiderosa di incontrarlo, che chiede di saziarsi della sua presenza e di contemplare il volto santo.
"Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria".
Ecco, tutti riuniti nel Tempio attendono, e il momento propizio arriva!
Con un altisonante ritornello si invita il Tempio ad allargare le sue porte come braccia per accogliere il Signore che viene.
Le porte antiche evocano la lunga attesa di Israele, l'attesa di generazioni che desidera l'epifania di Dio.
"Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia".
Se la prima domanda riguardava il pellegrino, ora la domanda riguarda il Signore.
Il popolo fa memoria di chi sia il suo Dio, come ha dispiegato il suo braccio vincendo e salvando da morte certa i suoi figli inermi (cfr. Lc 1 50-55).
"Chi è mai questo re della gloria?"
Dopo la ripetizione della domanda su Dio, arriva una nuova definizione: "Il Signore degli eserciti è il re della gloria"!
Egli è il Signore perché nessuna delle creature che riempiono l'universo è fuori dal suo dominio .
È Dio di tutto ciò che ha alito di vita, tutto proviene da lui e da lui è sostenuto. Gli "eserciti" designavano, nella credenza ebraica, le schiere che abitano i cieli, temute dagli uomini, ma anch'esse soggette alla potenza del Signore.
Lo stupore dei pellegrini si esprime in un grido di lode!
Il pellegrinaggio ha portato il suo frutto di contemplazione e di dimora col Signore.
Tutte le generazioni che cercano Dio sono consolate da questa certezza: il Signore dell'universo si fa trovare, è disceso e ha riempito la terra della sua presenza. Le porte del cielo che hanno accolto l'ascesa del Cristo alla destra del Padre sono ormai braccia aperte che accolgono ogni uomo nella sua Gloria.
Link di approfondimento alla Liturgia del giorno:
Salmo 24 (23)
Commento del 22/12/2019
"Del Signore è la terra e quanto contiene:
RispondiEliminail mondo con i suoi abitanti". Siamo suoi. Apparteniamo a lui. Tutta la terra è nelle sue mani. Suoi sono tutti gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni popolo. Mi piace ripeterlo, pur gustare l'appartenenza. La terra il mondo, i suoi abitanti: il mio cuore si allarga al soffio di questa Parola. Il Signore accoglie tutto e tutti nella sua maternità e paternità. Benedetto il Signore che crea e da vita. Benedetto il Signore che si prende cura. Benedetto il Signore a cui apparteniamo.
È lui che l'ha fondato sui mari
RispondiEliminae sui fiumi l'ha stabilito.
TUTTO è TUO.
Io sono un abitatore di un minuscolo pezzetto di mondo;messo lì da TE!
Questo devo fagocitare.
Di conseguenza meditare ed agire quanto più possibile con la TUA logica di "passaggio"!
Amen