Prima lettura del 31 agosto 2022

Siamo collaboratori di Dio
1Cor 3, 1-9

"Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana?
Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno come il Signore gli ha concesso.
Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio".


La comunità dei discepoli di Gesù è come un corpo, un edificio, come una vigna e un gregge. Queste e altre immagini usa il Nuovo Testamento per indicare una caratteristica fondamentale: l'unità.
La divisione non permette la crescita, blocca l'edificazione, impedisce il cammino verso la patria comune, il Regno.
Paolo spesso si trova davanti alla divisioni che si creano nelle comunità e non si arrende alle situazioni che fanno perdere il centro della fede; ha sempre una parola di discernimento che gli viene dalla sua autorevolezza e dall'illuminazione dello Spirito.
Corinto era una bella comunità nascente, infervorata e ricca di carismi ma non era diversa da ogni altra comunità che conosciamo.
Divisioni e campanilismi erano nati dall'esagerato attaccamento al missionario che aveva evangelizzato e battezzato i vari componenti della comunità.
L'apostolo vuole ribadire una verità valida per tutti: in ogni caso si appartiene al Signore e lui è l'unico Maestro.

"Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa".
Il carisma di ognuno è il prezioso dono da mettere al servizio dei fratelli; nessuno è superiore ad un altro perché, come in un corpo in salute e in armonia, tutti gli organi concorrono all'unico bene (cfr. 1Cor 12, 12-27).
Il nostro orgoglio ci gioca sempre il brutto scherzo di sentirci più indispensabili degli altri. Ma nella fede ha senso solo il conformarsi al Cristo, cioè mettersi al servizio del bene dei fratelli.
Nella vigna del Signore il lavoro personale e unico di tutti è necessario per mietere un raccolto abbondante.

"Ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro".
Non ci sono operai pagati di più, né meriti di privilegio da lucrare davanti al Signore. Ognuno ha il suo dono e quindi il suo servizio da svolgere ed ognuno può essere certo di riceve la sua ricompensa.
Che concorrenza e che rivalità ci può essere se tutto è animato dallo Spirito che suscita i diversi carismi?

"Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio".
È il Signore il protagonista della vita del credente e della chiesa universale.
Dal Signore sgorga ogni dono e ogni energia da investire per fare crescere nell'amore.
E se questo ammonimento di Paolo sembra un rimprovero, uno sminuire le capacità individuali, l'annuncio che siamo "collaboratori di Dio" fuga ogni paura e ogni risentimento.
Essere addirittura gli assistenti, i co-operatori del Signore è una promozione che non pensavamo di meritare!
Collaborare con lui, sua bocca, sue braccia e sue gambe nell'annunciare ai fratelli che la salvezza è certa, concreta e data a tutti, è veramente fonte di stupore e di lode!
E a nostra volta siamo campo di Dio, curati dai suoi servitori, nutriti, portati alla completezza, innestati nella chiesa che è madre e culla in cui la fede cresce e si fortifica.
È questa la visione giusta da coltivare: non selezione ma comunione, non potere ma servizio.
Ognuno al suo posto prezioso affinché sia annunciato a tutti che il Signore salva e dà la vita.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Cor 3, 1-9
Commento del 02/09/2020

Salmo 33 (32), 10 -29
Commento del 28/08/2020 e Commento del 22/10/2020

Vangelo di Lc 4, 38-44
Commento del 01/09/2021


Commenti

  1. "Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio,
    edificio di Dio".
    Dio della mia vita.
    Dio nella mia vita.
    Dio è la mia vita.
    "Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio,
    edificio di Dio".
    Collaborare con Dio
    nel contagiare l'amore.
    Coltivare con Dio
    ogni germoglio di vita.
    Edificare con Dio
    ogni giorno
    la speranza.
    "Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio,
    edificio di Dio".

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  2. Appartenenza.
    Si
    Quante dispute, lotte, morti ;in nome di un IDOLO.
    Il mio DIO è liberante, mi fa staccare dalla mia logica di terra e. Mi fa volare... Abbracciare il diverso, non odiare il nemico, accendere una speranza in chi piange.
    Grazie

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