Prima lettura del 14 agosto 2023

Egli è la tua lode
Dt 10, 12-22

"Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore, tuo Dio, se non che tu tema il Signore, tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu lo ami, che tu serva il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l'anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene?
Ecco, al Signore, tuo Dio, appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene. Ma il Signore predilesse soltanto i tuoi padri, li amò e, dopo di loro, ha scelto fra tutti i popoli la loro discendenza, cioè voi, come avviene oggi.
Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la vostra cervìce; perché il Signore, vostro Dio, è il Dio degli dèi, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile, che non usa parzialità e non accetta regali, rende giustizia all'orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito. Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d'Egitto.
Temi il Signore, tuo Dio, servilo, restagli fedele e giura nel suo nome. Egli è la tua lode, egli è il tuo Dio, che ha fatto per te quelle cose grandi e tremende che i tuoi occhi hanno visto. I tuoi padri scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora il Signore, tuo Dio, ti ha reso numeroso come le stelle del cielo»".

Il libro del Deuteronomio conserva preziosi discorsi di Mosè al popolo che, prima schiavo e impedito dal muoversi dal posto di lavoro usurante, si ritrova nomade e "in giro" per 40 anni nel deserto!
E' una scuola dura e per niente tranquilla.
Le parole del profeta che li ama come figli hanno il compito di aiutare gli israeliti a trarre insegnamenti di sapienza da ciò che nel bene e nel male hanno vissuto in una vita intera.
Senza potersi determinare in una meta propria, avevano trovato nella volontà del Padre la mano potente e salvifica che li aveva fatti sopravvivere alle condizioni inumane. La memoria ha un ruolo fondamentale a cui Mosè si richiama continuamente.

"Temi il Signore, tuo Dio, servilo, restagli fedele e giura nel suo nome".
Le parole usate da Mosè sono rivelatrici di una condizione intima di "fidanzamento" tra il Signore e i suoi figli, sono trasparenti di altri modi di rapportarsi alla vita.
Il timore del Signore non è più effetto della paura reverenziale verso il dio in terra d'Egitto che aveva in mano la morte, più che la vita, degli schiavi; nel linguaggio biblico il "timore" è l'affidarsi sereno e sicuro nelle braccia che salvano.
Servire il Signore non è sottomettersi al faraone tiranno, ma riconoscersi figli, bisognosi di cure e certi di essere soccorsi.
Giurare nel nome del Signore non è fondare la veridicità delle proprie azioni e parole sul potente che opprime e non giustifica, ma riconoscere l'autorità, con forza giuridica, dell'unico Signore.
Tre cose fondamentali che cambiano in modo diametralmente opposto l'immagine di Dio e di sé stessi nel mondo.

"Egli è la tua lode, egli è il tuo Dio".
Altro caposaldo delle fede biblica è la lode al Signore per le opere meravigliose da lui compiute e di cui Israele è testimone.
Memoria e lode insieme costituiranno la mistica base della preghiera, dell'anelito del popolo in dialogo continuo col Signore.
Il ricordo dei suoi prodigi genera lode, la memoria dei suoi interventi suscitano fiducia in lui.
Mentre la sudditanza è fonte di repulsione, mormorazione e malessere che avvelena tutta l'esistenza, lodare è elogiare, applaudire, congratularsi, aprire il cuore alla gratitudine, spalancare la vita al dono ricevuto e amplificarlo, farlo proprio.
Un uomo e una donna liberi possono lodare, possono esprimere la gioia che ricevono e vivere nella gioia.

"I tuoi padri scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora il Signore, tuo Dio, ti ha reso numeroso come le stelle del cielo".
Un solo dato per tutti: dall'essere un pugno di persone ripiegate su se stesse, che subivano per sopravvivere, il Signore ne ha fatto prima di tutto un popolo coeso, con un'ideale e un credo comune e poi così numeroso che nessuno può contare!
Sono segni della forza e della fecondità di Dio che fa crescere i suoi figli, che li fa popolo davanti a tutti i popoli della terra.
Cosa cambia in un'esistenza ferita, usata, calpestata, quando l'amore la invade, gratuitamente, senza condanna, senza pretese?
Tutto! L'esperienza d'Israele ne è la prova, nel linguaggio, nel modo di vivere, nel modo di leggere alti e bassi della vita.
Anche noi apriamoci alla lode, animata dalla memoria dei benefici continui e mirabili che già abbiamo gustato.
Colui che ha fatto "quelle cose grandi e tremende che i tuoi occhi hanno visto" continuerà a beneficare i nostri giorni e a farci crescere nell'amore vicendevole e filiale.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Dt 10, 12-22
Commento del 12/08/2019

Salmo 147, 12-13
Commento del 15/03/2023

Vangelo di Mt 17, 22-27
Commento dell'08/08/2022


Commenti

  1. "Egli è la tua lode,
    egli è il tuo Dio".
    Il mio Dio è la mia lode.
    È lui il mio canto di gioia.
    È lui ogni mia parola di gratitudine.
    È lui la mia festa della Vita.
    "Egli è la tua lode,
    egli è il tuo Dio".

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  2. il Signore dei signori!
    Si
    Il Signore al di sopra di tutti e tutto
    il Signore
    Quello vero,quello che mi sta sempre a fianco,mi conduce,mi sprona,mi guida
    Senza tornaconto
    E' il (vero)Signore!
    Grazie,papà

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