Prima lettura di domenica 6 agosto 2023

Io continuavo a guardare
Dn 7, 9-10.13-14

"Io continuavo a guardare,
quand'ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente.
Un fiume di fuoco scorreva
e usciva dinanzi a lui,
mille migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d'uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto".


Daniele ha delle visioni ricorrenti, del genere "apocalittico" che non significano, come nel nostro immaginario, "catastrofiche", ma "rivelative"!
Lo scenario che si dispiega davanti ai suoi occhi mostra la realtà di Dio, ciò che nel cielo già è presente ma che presto si manifesterà davanti a tutta l'umanità.
Abbiamo bisogno di essere visionari, di vedere oltre, di spingere il nostro sguardo sopra l'orizzonte dell'ovvio. Abbiamo bisogno di uno sguardo di fede che ci faccia vedere il miracolo nascosto in ogni istante di vita.

"Io continuavo a guardare".
Il profeta ci mostra la via giusta: continuare a guardare, non abbassare l'asticella dei desideri per stanchezza, non distrarsi per noia o delusione.
La nostra vita tutta intera ha bisogno di uno sguardo serenamente realistico e profeticamente credente che si alzi dall'ombelico delle nostre paure e preoccupazioni e guardi a ciò che è preparato per noi.
Daniele vive veramente in un tempo di crisi profonda; l'esilio ha piegato e piagato il popolo, perdente, vinto, sradicato dalla patria e ridotto in schiavitù.
Difficile trovare motivi di speranza eppure il suo cuore non si arrende!
Senza dimenticare quella realtà terribile, cerca, trova rifugio nel Signore che farà sorgere immagini e parole di speranza.

"Quand’ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise".

I troni indicano che sta per tenersi un assemblea a livello regale. Daniele spera di udire una parola che dia un senso ai tempi difficili che vive.
Il vegliardo, un grande anziano degno di rispetto e venerazione, è al centro della scena. È simbolo della sapienza divina che anche nei momenti di crisi regna, vince, abita la nostra vita.

"La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana".

Il candore abbagliante inonda la scena, si è usciti dalla tenebra e la luce ha pieno campo. Tutto è simbolo di eternità e vittoria.
Il vegliardo ha attraversato ogni tempo vincendo e vivendo oltre ogni avversità. È testimone che l'amore di Dio supera ogni cosa, che la vita in Dio non avrà mai fine.
Se per noi è spontaneo buttarci nel pessimismo disperato che proclama la fine del mondo ad ogni nuova difficoltà, non è scontato il pensiero dell'eternità, frutto dell'ascolto e della fede, potente vaccino contro i nostri limiti e contro la morte che ci tiene imprigionati nella finitezza.

"Il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente".

Il vegliardo vive nel fuoco, ha un trono di fuoco.
L'immagine rimanda al roveto ardente di Mosè che non si estingueva e dal quale usciva la voce del Signore (cfr. Es 3, 2).
Daniele comprende di essere davanti al divino e si prepara ad ascoltare la voce del Dio vivente, la Parola che il Signore non fa mai mancare perché tutti trovino consolazione e forza.

Papa Francesco il 3 agosto ha detto ai giovani radunati a Lisbona:
"Una vita senza crisi è come l’acqua distillata, non sa di niente. Non serve a niente. Solo per metterla nell’armadio e chiudere la porta. Le crisi bisogna accettarle, bisogna accettarle e risolverle".
Siamo grati al papa, profeta di oggi che come Daniele vede oltre, non si ferma all'ovvietà che fa perdere la strada.
Le crisi sono momenti preziosi di ricerca e domanda, non ci lasciano nel quieto vivere e nella confort zone in cui ci rinchiudiamo stantii.
Abbiamo bisogno di visionari per continuare a guardare, profeti che ci mostrino la luce che c'è, che ci abita, che vince.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Dn 7, 9-10.13-14
Commento del 06/08/2020

Salmo 97 (96), 1- 5
Commento del 06/08/2021

e Salmo 97 (96), 6-9
Commento del 27/12/2021

Seconda lettura di 2Pt 1, 16-19
Commento del 06/08/2022

Vangelo di Mt 17, 1-9
Commento del 08/03/2020

Commenti

  1. "Io continuavo a guardare".
    A Cristo con speranza.
    Ai fratelli con fiducia.
    Alla vita con desiderio.
    Alla morte senza angoscia.
    Alle difficoltà senza paura.
    Al giorno di oggi con leggerezza
    Al giorno di ieri con gratitudine.
    Al giorno di domani senza pretese.
    "Io continuavo a guardare".

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  2. Il Tuo è un potere eterno
    Regno sempre
    Doni vita continuamente
    Sei buono con me
    Aiuta tutti
    Ti prego per chi non ha,
    Suscita cuori che donano,regnando con Te
    Amen

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