Prima lettura del 7 agosto 2023

Cadeva anche la manna
Nm 11, 4b-15

"In quei giorni, gli Israeliti ripresero a piangere e dissero: «Chi ci darà carne da mangiare? Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell'aglio. Ora la nostra gola inaridisce; non c'è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna».
La manna era come il seme di coriandolo e aveva l'aspetto della resina odorosa. Il popolo andava attorno a raccoglierla, poi la riduceva in farina con la macina o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere nelle pentole o ne faceva focacce; aveva il sapore di pasta con l'olio. Quando di notte cadeva la rugiada sull'accampamento, cadeva anche la manna.
Mosè udì il popolo che piangeva in tutte le famiglie, ognuno all'ingresso della propria tenda; l'ira del Signore si accese e la cosa dispiacque agli occhi di Mosè.
Mosè disse al Signore: «Perché hai fatto del male al tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, al punto di impormi il peso di tutto questo popolo? L'ho forse concepito io tutto questo popolo? O l'ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: "Portalo in grembo", come la nutrice porta il lattante, fino al suolo che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo? Essi infatti si lamentano dietro a me, dicendo: "Dacci da mangiare carne!". Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me. Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura!»".


Un pellegrinaggio, una marcia, un cammino hanno bisogno di una meta per farci procedere, per poter guardare avanti.
Nemico numero uno è la nostalgia, la tentazione di tornare indietro. Capita così anche agli ebrei in marcia nel deserto.
Davanti all'aridità e alla fatica dell'oggi, la memoria si tuffa nel desiderio della terra di schiavitù abbandonata:
"Chi ci darà carne da mangiare? Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell'aglio. Ora la nostra gola inaridisce; non c'è più nulla".
Parole ottuse come queste chissà quante volte le abbiamo pronunciate anche noi.
Il Bengodi ci sembra il passato, perché eravamo giovani, forti e perché abbiamo la memoria corta!
Tutto il male già attraversato sfuma davanti al lamento per l'oggi che sembra insostenibile.
Ma aggraviamo la situazione perché queste falsità che ci ripetiamo sono una palla al piede che rallentano il cammino verso la libertà e la verità della nostra vita.
È una terribile tentazione che rischiamo tutti ogni giorno.
Solo accettando l'avventura di andare avanti, quella che il Signore mostra e sostiene, si più sperare nella libertà promessa.

"I nostri occhi non vedono altro che questa manna".

Il popolo affamato nel deserto grida e il Signore risponde con il dono della manna, pane del cielo che sazia e dà il vigore per proseguire. Ma perfino un dono di Dio alla lunga ci rende insoddisfatti.
E riprende il lamento. Siamo a volte come i bambini, ci stanchiamo subito di un giocattolo e ne vogliamo un altro. Il ringraziamento è lontano dalla nostra ottica.
Gli occhi non vedono che manna, ma non porta il gusto della cura quotidiana che il Signore riserva, ma è diventata cibo di routine e sintomo di nausea.

"La manna era come il seme di coriandolo e aveva l’aspetto della resina odorosa".
La manna, sconosciuta precedentemente agli ebrei in Egitto, diventa nel deserto una realtà familiare; la paragonano alla gustosità del coriandolo e al buon profumo della resina.
Dalla fame ad un nutrimento saporito e profumato è un bel passo, da custodire senza superficialità.

"Il popolo andava attorno a raccoglierla, poi la riduceva in farina con la macina o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere nelle pentole o ne faceva focacce; aveva il sapore di pasta con l’olio".

Si impara col tempo ad integrare i doni che la natura ci offre per mano del creatore.
Così la manna entra nel menù del popolo nel deserto che si adopera per farne una buona pietanza per il nutrimento quotidiano.

"Quando di notte cadeva la rugiada sull’accampamento, cadeva anche la manna".
Penso al Salmo che dice:
"Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare,
voi che mangiate un pane di fatica:
al suo prediletto egli lo darà nel sonno" (Sal 127, 2).

Mentre il popolo dorme il Signore provvede al suo sostentamento.
Rugiada che bagna di notte anche il deserto, cibo che viene dal cielo come neve: bellissima immagine del Dio provvidente e paterno che accompagna Israele nel deserto.
Un Midrash racconta che pietre preziose scendevano dal cielo assieme alla manna e fa riflettere sulla preziosità dei doni che ogni giorno riceviamo come perle per la nostra esistenza.
Siamo arricchiti, nutriti curati: la nostra vita scopra la sazietà, la gola inaridita si apra alla lode e alla gratitudine, gli occhi contemplino ogni singolo regalo ricevuto dal Signore.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Nm 11, 4-15
Commento del 05/08/2019

Salmo 81 (80)
Commento del 04/08/2023

Vangelo di Mt 14, 13-21
Commento del 02/08/2021

Commenti

  1. "Quando di notte cadeva la rugiada sull’accampamento, cadeva anche la manna".
    Così i nostri padri nella fede
    nel deserto.
    Di notte,
    nel segreto,
    nell'ombra,
    il Signore agisce,
    nutre,
    cura,
    guarisce.
    Di notte c'è attesa di luce.
    Di notte c'è speranza
    di consolazione.
    "Quando di notte cadeva la rugiada sull’accampamento, cadeva anche la manna".

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  2. Perché hai fatto del male al tuo servo?
    Quante volte,ci piangiamo addosso per questo:vittime!
    Anch'io purtroppo lo faccio ancora......di meno.....
    Sulle vie mie storte,LUI ci scrive dritto!
    Questo ed altro che vado a rivedere nel trascorso,è la risposta ai brontolii,mormorazioni del presente.
    Grazie che mi fai fare memoria.

    RispondiElimina

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