Prima lettura del 29 agosto 2023

Muro di bronzo contro tutto il paese
Ger 1,17-19

"In quei giorni, mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Tu, stringi la veste ai fianchi,
àlzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti di fronte a loro,
altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
Ed ecco, oggi io faccio di te
come una città fortificata,
una colonna di ferro
e un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti»".

Il nome Geremia (Yirməyāhū in ebraico) significa "esaltazione del Signore".
Come si fa a portare questo nome e a vedersi non capito, rifiutato e oltraggiato? Lui che è profeta dell'Altissimo in sé stesso porta la lacerazione della contraddizione, di un popolo prescelto che ha tradito l'Alleanza, che ha dimenticato di chi è figlio.
Vissuto tra il 650 e il 586 a.C., in un periodo di relativa tranquillità, Geremia profetizza un'imminente catastrofe, l'invasione di popoli stranieri che arriverà come uno tsunami travolgendo tutta l'organizzazione d'Israele e spazzando via secoli di pace e prosperità.
Questo farà di lui un profeta di sventura, una peste rifiutata da tutti tanto da arrivare a scappare per evitare di essere ucciso.
Concluderà la sua vita lontano dalla sua amata terra, in esilio, nell'Egitto da cui i padri erano invece usciti.
In tutto questo come fa Dio ad essere esaltato, in un profeta che è voce sua ma perseguitato, una lama conficcata nella coscienza d'Israele?

"Ed ecco, oggi io faccio di te
come una città fortificata,
una colonna di ferro
e un muro di bronzo
contro tutto il paese".

Il primo capitolo del libro è la memoria della sua vocazione. Quel giorno il Signore ha promesso di essere lui la fortezza che proteggerà Geremia sempre, lo scudo per affrontare l'attacco di tutti, nemici esterni e amici della sua casa.
Uno contro tutti, uomo controcorrente, che quando tutti esultano per la pace e la prosperità del momento, è costretto a fare il guastafeste e ad annunciare la sventura che nessuno vede all'orizzonte.
Il profeta fa memoria di quella promessa: la sua forza e il suo sprone è il Signore che lo renderà resistente agli attacchi, solido nella solitudine dell'incomprensione, certo di non essere abbandonato.

"Contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese".

Ecco cosa renderà amara la vita di Geremia: parlare con parresia, denunciare con franchezza il declino morale e religioso in cui Gerusalemme è franata col peccato, l'idolatria e l'arroganza.
La sua contestazione non è rivolta solo al popolo, ma principalmente a re, profeti e sacerdoti che si cullano in un comodo auto-glorificarsi dimenticando di dover essere guide e pastori in un cammino di conversione continua.
Questo mettersi contro ogni potere, civile, militare e religioso e l'accusa di chiudere gli occhi verso la situazione che preme ai confini d'Israele, attirerà una repulsione che invece le sue parole volevano suscitare verso l'abbandono del Signore.
Quando da lì a poco Israele sarà deportato a Babilonia da Nabucodonosor, le parole di Geremia riveleranno chi era il vero profeta di Dio.
Geremia non è un pessimista, ma è profeta e vede con gli occhi di Dio; oltre le apparenze e le illusioni del momento presente sente già nell'aria il rumore della guerra e la bramosia dei nemici che incalzano.

Nessun potere ama essere contestato, ma i credenti non possono essere profeti di corte che si sbracciano con parole di elogio per il potente di turno, tradendo la loro missione per acquistarsi onori ed encomi.
Geremia è veramente "esaltazione del Signore" nelle avversità e nella durezza della vita, perché mostra che l'essere segno di contraddizione è presenza di Dio che non dimentica i suoi figli nel peccato, che si fa appoggio e sostegno pur nella caduta e nella sconfitta.
Inutile alzare fortificazioni in difesa della propria incapacità: il Signore è muro di bronzo e di difesa che non farà vacillare la nostra vita.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ger 1,4-5.17-19
Commento del 30/01/2022

Salmo 71 (70)
Commento del 07/04/2020

Vangelo di Mc 6,17-29
Commento del 29/08/2022


Commenti

  1. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno.
    Fino a qualche tempo fa,il "risuono" era meno male,vincero' ,trionferò su chi mi intralcia la mia giornata....
    Oggi ringrazio il Signore di tutto quello che mi dà da vivere
    Ma mi deve liberare dai nemici che ho dentro al mio cuore!
    Fiducioso ,Amen

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  2. "...Io sarò con te..
    La Tua Presenza
    Signore ci guidi e
    ci aiuti a vivere
    ogni giorno
    la Tua Parola di
    Salvezza.

    RispondiElimina
  3. "Ed ecco, oggi io faccio di te
    come una città fortificata".
    Una promessa del Signore a sostegno della nostra fragilità.
    Una fragilità resistente nel nome del Signore.
    La forza della nostra debolezza è nel nome del Signore nostro Dio.
    "Ed ecco, oggi io faccio di te
    come una città fortificata".
    In te la nostra forza.
    È quando sono debole
    che sono forte.

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