Prima lettura del 5 gennaio 2024
Abbiamo conosciuto l'amore
1Gv 3,11-21
"Figlioli, questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal Maligno e uccise suo fratello. E per quale motivo l'uccise? Perché le sue opere erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste.
Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui.
In questo abbiamo conosciuto l'amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l'amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio".
"Amiamoci gli uni gli altri" (1Gv 4,7): è il leitmotiv di tutta la prima lettera di Giovanni, da ripetere nella mente e nel cuore per non permettere alle incomprensioni e alle difficoltà di scoraggiarci e rinunciare ad amare.
L'amore è parola vitale con tante sfumature. Per Giovanni l'amore è Gesù stesso che dà la vita per noi. I discepoli di Gesù da qui partono quando testimoniano l'amore. È un punto di partenza troppo alto? È il punto di partenza vero!
"In questo abbiamo conosciuto l'amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi".
Cos'è amore? La risposta arriva chiara guardando a colui che ha dato la sua vita per noi. È dono, è vita, è gratuità, è relazione salvifica che entra nella nostra storia.
Guardando alla decisione con cui Gesù ha scelto di prendere la nostra carne e portarla al Padre, tutte le sfumature concrete, reali, dell'amore si manifestano e ciò che non comprendiamo con il ragionamento, nel cuore si fa calore che conforta, certezza che sostiene, speranza che ci porta a lui.
"Quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli".
Noi non copiamo Gesù. Impossibile; tentare di farlo è frustrante e inutile. Possiamo però trovare il senso per la nostra vita nella sua. Per i discepoli Gesù è il riferimento di orientamento fondamentale dell'esistere. Le sue parole ispirano le nostre, i suoi gesti motivano le nostre opere, il suo amore fa spalancare il nostro.
Amati, amiamo: così sento che si possa riassumere la Buona Novella del Vangelo.
La cosa più meravigliosa che possiamo sperimentare è dare la vita. Una mamma come me lo sa, ma tutti possiamo essere datori di vita!
Dare noi, il nostro tempo, le nostre energie, le nostre risorse, la nostra attenzione, la considerazione e il rispetto, fa rivivere gli altri e realizza la nostra vita. Perché porta bene e stiano bene.
"Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l'amore di Dio?"
La nota polemica ci ricorda che l'amore non è una teoria o solo un bellissimo sentimento da frase nei cioccolatini.
Ciò che ci circonda influenza la nostra vita, nel bene e nel male. Ciò che succede intorno a noi esige risposta e senso.
La sofferenza dei fratelli non lascia indifferenti, grida nelle nostre orecchie, fa male a noi, chiede l'impegno fattivo per il loro bene.
Giovanni aggiunge una nota al sostegno morale che ogni persona sente di dover fare: non trattare i fratelli come noi stessi, non curvarci sulle loro sofferenze per risollevarli, rende vano l'amore ricevuto in abbondanza e gratuitamente.
"Come rimane in lui l'amore di Dio?": infatti non rimane! Diventiamo dei setacci bucati che, per quanto amore ci è riversato dentro, non riusciamo a trattenerlo, non lo viviamo perché non lo condividiamo.
"Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità".
Preziosa esortazione di cui fare sempre memoria, per evitare di diventare dei chiacchieroni, dei professori sull'amore.
Ogni parola della Scrittura si può annunciare in chiacchiere teoriche, come era per scribi e farisei: "non fate come essi fanno, poiché dicono ma non fanno" (M 23,1). L'amore non vissuto, non condiviso rivela subito la sua inconsistenza.
Amare è trattare i figli di Dio, e lo siamo tutti, da fratelli, è rispondere ad occhi e voci, a fame e sete, con i fatti e nella verità.
Facciamoci sua immagine, curiamo come il Cristo, buon samaritano, le piaghe sociali, le ferite personali, il disagio e la solitudine di chi abbiamo vicino.
Rispondiamo al grido del prossimo sapendo che sono fratelli nostri, figli dello stesso Padre misericordioso. Diventiamo capaci di amare perché "abbiamo conosciuto l'amore"!
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di 1Gv 3,11-21
Commento del 05/01/2021
Salmo 100 (99),1-3
Commento del 21/05/2021
Vangelo di Gv 1,43-51
Commento del 05/01/2023
"In questo abbiamo conosciuto l'amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi".
RispondiEliminaÈ la Buona Notizia.
È la Bella Notizia.
È il cuore del Vangelo.
"In questo abbiamo conosciuto l'amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi".
È lui che ha amato per primo.
È lui che ha dato la sua vita.
È lui che si è fatto fratello.
"In questo abbiamo conosciuto l'amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi".
È un amore reale.
È un amore senza limiti.
È un amore che salva.
"In questo abbiamo conosciuto l'amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi".
Chi non ama rimane nella morte.
RispondiEliminaDonami sempre l'apertura all'altro,è un mio fratello;per quanto strano possa essere!
Sempre,è un mio fratello.......
Bussa alla mia porta,si;dove dovrebbe andare,altrimenti?Tu mi hai preparato a questo.
Donami sempre la TUA qualità di abbracciare i problemi che mi si presentano ed affrontarli con TE.
Amen