Vangelo del 17 gennaio 2024

Tendi la mano
Mc 3,1-6

"In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all'uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire".


In questi giorni la liturgia ci sta riportando l'insegnamento nuovo di Gesù riguardo alla legge, data per il bene dell'uomo, per la sua vita piena. Quando è il contrario, cioè quando, manipolata, porta un giogo opprimente, semina morte.
Gesù è in contrasto continuo con il legalismo, la deviazione mentale che mette al centro la legge, specie quella religiosa, a scapito di tutto e tutti. Eh sì, già noi siamo succubi della paura, cerchiamo sempre più leggi che ci facciano da barriera e protezione dal mondo "sbagliato" che ci circonda; poi le leggi religiose, ancora di più, si ergono a vessilli sacri e invalicabili.
E' un controsenso drammatico ma per leggi "divine" si uccide, si usano contro la vita umana, come arma doppiamente mortale.
Nella maggior parte delle catechesi che leggo su internet è lampante come il Padre dei Vangeli rimanga in secondo piano rispetto al Dio giudice che ti fa pagare tutto. Com'è diffuso un dio che castiga (lo metto volutamente in minuscolo), e che compromette l'annuncio che Gesù ci ha dato sul Padre!
Ha detto papa Francesco all'Angelus di domenica scorsa:
"La giustizia di Dio non vuole distribuire pene e castighi ma, come afferma l’Apostolo Paolo, consiste nel rendere giusti noi suoi figli (cfr. Rm 3,22-31), liberandoci dai lacci del male, risanandoci, rialzandoci".

"È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?".
Gesù fa una domanda impegnativa: quando la scelta è tra la vita o la morte hanno senso i divieti e gli obblighi religiosi? Si può lasciare qualcuno nella sofferenza o nella morte perché è sabato e il riposo va rispettato in modo assoluto?
La risposta dovrebbe essere ovvia, sceglieremmo comunque e sempre la vita. Ma invece non lo è se uno dei capi d'accusa del sinedrio, contro l'imputato Gesù, era proprio questa.
Quando si sceglie il legalismo, la scelta è deformata da leggi assurde, che catalogano minuziosamente ogni trasgressione. Addirittura la tradizione ebraica obbligava ad astenersi dal compiere ogni lavoro fino ad elencare 39 azioni vietate per la festa dello Shabbàt!

"Ma essi tacevano".
Gesù sta per guarire un malato con la mano paralizzata, impedito non solo ad operare il sabato, ma a cui era impossibile operare sempre!
E' una menomazione che mina la dignità dell'uomo, chiamato da Dio a vivere dell'opera delle sue mani (cfr. Sal 128,2).
La domanda non è teorica chiede di prendere posizione in modo esistenziale di fronte a certe leggi religiose.
Nessuno risponde per non compromettersi con le autorità religiose.

"E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori".
Sembra di vederlo Gesù, ci ricorda quel sentimento che prende lo stomaco anche a noi quando assistiamo impotenti alla durezza di chi protrae guerre da genocidio uccidendo migliaia di bambini. La durezza del cuore fa chiudere a riccio e tappare le orecchie per non essere raggiunti dalla sofferenza di fratelli che muoiono intorno a noi.
Gesù è triste perché è venuto a salvare gente dal cuore duro, chiuso, ossessionata dall'osservanza della Legge a tutti i costi. E' indignato da una legge che "tutela Dio" e uccide gli uomini.
E' rattristato perché si trova davanti a dei cuori giudicanti e non accoglienti.

"Disse all'uomo: «Tendi la mano!»".
Non è una sfida ma una dichiarazione: Dio e Gesù stanno dalla parte di chi soffre, di chi rischia la morte.
Il Maestro la scelta l'ha fatta a nostro favore e non si tira indietro. La salvezza è possibile per la sua fedeltà, nonostante veda bene la durezza dei cuori.
Comanda all'uomo di stendere la mano ammalata, di portarla davanti a lui, di non nascondere il suo handicap.
La vera mano rattrappita è quella della religione che nega sollievo e cura, che impone se stessa anziché tendere le mani per salvare i fratelli.
Il Maestro è il riposo, la cura, medicina al cuore irrigidito di ogni uomo.
Gesù non riposa ed è sempre all'opera come il Padre perché chi cerca trovi conforto, chi è malato trovi il medico giusto ad ogni ferita, chi tende la mano trovi la sua che riporta alla vita.

Link d approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Sam 17,32-33.37.40-51
Commento del 19/01/2022

Salmo 144 (143),9-10
Commento del 19/11/2022

Vangelo di Mc 3, 1-6
Commento del 22/01/2020

Commenti

  1. "E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori".
    È detto di Gesù.
    Un cuore duro,
    chiuso,
    impenetrabile all'amore,
    è un cuore triste
    che porta tristezza.
    La paura chiude il cuore.
    La fiducia apre.
    La superbia chiude il cuore.
    La semplicità apre.
    Il giudizio chiede il cuore.
    La benevolenza apre.
    La delusione chiude il cuore.
    La speranza apre.
    "E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori".
    Prenditi cura del mio cuore, Signore.

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  2. Àlzati, vieni qui in mezzo!
    Quando sono debole,LUI mi fa da forza!
    Mi invita a mettermi in mezzo,ad uscire fuori,
    non aver paura,nelle difficoltà sono con TE
    Mettiti in gioco
    Grazie

    RispondiElimina

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