Salmo dell'8 gennaio 2024

In mezzo a te, Gerusalemme
Sal 116 (115),18-19

18 Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,

19 negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.".

Il salmo 116 è un canto di ringraziamento destinato alla liturgia, con un ritornello "invocherò il nome del Signore" (vv.13.17) che sostiene con fiducia tutta la preghiera. Liberato da un grosso pericolo il salmista canta la sua fiducia nel Signore che mai delude nei momenti di difficoltà.
La gratitudine per trovarsi nel tempio si innalza in lode, ripensando alla sua storia che diventa memoriale di salvezza.

"Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo".

E' bene recuperare il senso del "voto" spesso travisato e usato come mezzo per legare il Signore alla nostra volontà. Un ebreo osservante innalzava un voto al Signore nel momento di pericolo: così si legava strettamente a lui e, a pericolo scampato, portava il ricordo della salvezza ricevuta annunciando davanti a tutti i fratelli quanto il Signore era stato buono con lui. Proprio il contrario delle motivazioni che spingono a fare i voti nella nostra religiosità!
La preghiera nel tempio era il momento della gratitudine, del ringraziamento, non solo personale, ma comunitario, un fatto che moltiplicava la salvezza, facendo partecipe il popolo della misericordia del Signore.
È una fede comunitaria che anche noi dovremmo portare all'interno delle nostre liturgie. La salvezza non è mai solamente di chi la riceve, ma è un dono che tra i fratelli si moltiplica e investe di vita di ognuno.

"Negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme".

Il tempio era il luogo più santo di tutto Israele; i suoi atrii accoglievano i pellegrini che, affrontando viaggi pericolosi e lunghi, arrivavano a Gerusalemme come coronamento di un anno o di una vita intera.
"L'anima mia anela e desidera gli atri del Signore" (Sal 84,3): questo era il sentimento del pellegrinaggio, un forte desiderio di essere nella dimora del Santo, di riposarsi all'ombra della sua presenza.
Ed qui che si leva alta la preghiera del salmista in mezzo al popolo che il Signore si è scelto come suo e per il quale ha fatto meraviglie.
La religiosità ebraica aveva intuito che la gratitudine fosse al centro del tempio, cioè della fede, della città, della quotidianità di una persona, di un popolo e dell'universo intero.
Per noi il cuore di Gerusalemme è un sepolcro vuoto, unico nella storia, primizia del percorso di vita di ognuno di noi.
Innalziamo la nostra lode al Signore risorto, a colui che ha portato la salvezza nella nostra carne, distruggendo la morte e inaugurando la dimora del Padre nel cuore di ogni fedele, nella quotidianità di tutti i nostri giorni.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Sam 1,1-8
Commento del 13/01/2020

Salmo 116 (115),12-14
Commento del 10/01/2022

Vangelo di Mc 1,14-20
Commento del 09/01/2023


Commenti

  1. "Adempirò i miei voti al Signore
    davanti a tutto il suo popolo".
    È il tempo della gratitudine.
    È preghiera di lode per lo scampato pericolo.
    È lode del Signore in mezzo ai fratelli.
    "Adempirò i miei voti al Signore
    davanti a tutto il suo popolo".
    La gratitudine ha memoria.
    La gratitudine è fiducia.
    La gratitudine porta speranza.
    "Adempirò i miei voti al Signore
    davanti a tutto il suo popolo".

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  2. Che cosa renderò al Signore
    per tutti i benefici che mi ha fatto?
    Grazie
    solo questo.
    Meditando questo,devo,si devo solo ringraziare.
    Benefica tutti con la TUA misericordia
    Amen

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