Prima lettura del 8 maggio 2019


Vi fu grande gioia.
At 8, 1-8
 
"In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samarìa.
Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui.
Sàulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere.
Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.
Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città".


Il brano della liturgia di oggi segue quello che abbiamo meditato ieri: la cattura di Stefano e la coralità di accanimento nella lapidazione, così cruenta, dicono quanta avversione, odio e pericolo stava crescendo attorno alla prima comunità cristiana a Gerusalemme.
Scoppia, come un fuoco sotto la cenere, la "persecuzione".
Con questo termine viene chiamata la violenza a cui un gruppo religioso è sottoposto con violazioni di diritti umani, soprusi, e uccisioni.
E' una piaga anche oggi se pensiamo che nel mondo ne sono vittima quasi 300 milioni di cristiani e anche le altre religioni non cristiane sono dilaniate da oltraggi gravissimi alla libertà di culto.
La persecuzione è un peccato vergognoso che grava sull'umanità di tutti i tempi, di una confessione su un'altra e i cristiani non sono stati e non sono da meno in questa opera di egemonia religiosa che niente ha a che fare col Vangelo.

A Gerusalemme è iniziata con l'uccisione di Gesù e Stefano è il secondo a dare la vita, episodio che dà forza ai fanatici che vogliono in tutti i modi impedire al messaggio di evangelico di diffondersi.
Gesù aveva cercato di preparare la piccola comunità nata intorno a lui a questi momenti. "Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi" (Gv 15, 20), diceva, sapendo di mandare i suoi come pecore in mezzo ai lupi (cfr. Mt 10, 17-19).

"Tutti si dispersero".
Questa ondata di violenza ha un effetto di dispersione dei discepoli che scappano da Gerusalemme, e si rifugiano nelle zone circostanti, fino alla Samaria, ritenuta eretica dai Giudei.
Essere dispersi, essere scacciati, è una esperienza lacerante, una delle peggiori della vita.
Durante l'ultima cena Gesù dice ai suoi per prepararli: "Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse" (Mc 14, 27).
Silvano Fausti, nella sua traduzione della parola dispersione, parla di "disseminazione".
Trovo che questo termine sia in linea con le parole di Gesù che quando catechizza sulla morte la vede come la semina del contadino: "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" (Gv 12, 24).

"Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola".
Quel "però" dice tutto il mistero delle vie di Dio in questo mondo.
La persecuzione aveva l'intento di distruggere la comunità di Gerusalemme, "però" questo ha messo in moto la disseminazione che ha portato l'evangelizzazione nel mondo intero.
Il messaggio è chiaro: la comunità dei credenti è nelle mani di Dio e "noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno" (Rm 8, 28).
Una pagina dove si parla di martirio e persecuzione diviene un Vangelo di speranza per le chiese di ogni tempo, e in ogni situazione di crisi e di minoranza.

"Sàulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere".
Nel brano della lapidazione di Stefano due volte si parla di Saulo. A noi è più familiare con il nome romano di Paolo (che significa piccolo).
Ebreo osservante, è animato da grande zelo contro la nuova comunità, che agli occhi degli ebrei è una minaccia alla purezza e all'ortodossia della loro religione.
E così diventa il braccio esecutivo della volontà del Sinedrio per fermare i discepoli del Risorto.
Luca mostrerà più avanti come Saulo passerà dall'altra parte della barricata divenendo un grande missionario cristiano.
Anche lui strumento del Vangelo, prima di disseminazione di discepoli con la paura che incuteva, poi di disseminazione della parola tra pagani e lontani.

"Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo".
Contrapposto per adesso a Saulo, gli Atti mostrano Filippo, compagno di Stefano, uno dei sette diaconi (cfr. At 6, 5), su cui gli apostoli avevano imposto le mani.
È l'esempio del testimone del Risorto, animato dal desiderio di annunciare la Buona notizia.
La persecuzione non lo ferma, la dispersione non lo scoraggia, e il suo messaggio porta guarigione e gioia, continuando la forza dell'annuncio del diacono Stefano, che non è stato quindi fermato dalla morte.

Questa pagina degli Atti non è lontana da noi e ci può guidare nel discernimento dei segni della nostra epoca.
Il popolo di Dio da sempre vive in diaspora, nella dispersione, fino agli estremi confini della terra.
La passione e la croce non sono un "guaio" della vita di Gesù, e allora non sono un "guaio" per la vita della chiesa. È questa la strada della Pasqua, di Gesù e la nostra.
È la via di Dio, scandalosa, incomprensibile, dura e faticosa, ma questa, e non un altra, rende visibile l'amore.
Noi cristiani oggi siamo abituati ad essere maggioranza religiosa, a "contare" nelle scelte dei governi e dei popoli, ma le cose stanno cambiando.
Sarebbe un tradimento della nostra stessa missione se non fossimo pronti alla persecuzione anche in questo nostro tempo.
La disseminazione, nel mondo dei fiori, è quel fenomeno che fa spargere i semi lontano perché nascano altri fiori. E i fiori più belli sono quelli nati fra le pietre, nati dove la vita sembra impossibile.
La disseminazione di uomini provati, rifiutati e perseguitati, che diventano annunciatori del Vangelo, sono il bel segno che niente può vincere l'amore.

Commenti

  1. Mi sembra quindi vadano considerati con attenzione i vers.1-3, che ci collocano in avvenimenti di male e di morte, che tali sono e tali restano, ma che sono misteriosamente altrettanti “grembi” di vita, della vita nuova che celebra la risurrezione del Signore. Così la persecuzione non si limita più ad alcune persone, come Pietro, Giovanni, e Stefano lapidato per la sua testimonianza. Ora è l’intera Chiesa ad essere aggredita.
    (Giovanni Nicolini)

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  2. Dalla prima lettera di S. Pietro (4,12-16)

    12Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano. 13Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. 14Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi. 15Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. 16Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio.

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  3. La mia generazione è nata durante la persecuzione di ebrei, cristiani e altri uomini e donne da parte del nazismo e dello stalinismo, poi ha conosciuto le persecuzioni dei cristiani in Cina, Vietnam e Cambogia, fino a diventare consapevole che il martirio dei cristiani era ritornato a essere dopo secoli il sigillo più eloquente posto sulla loro fede e sulla loro presenza nella storia. Cristiani martiri in quasi tutte le regioni della terra, sopratutto là dove sono minoranza umile e mite ma capace di mostrare una differenza, la “differenza cristiana” che incute paura ai potenti di questo mondo. Abbiamo assistito addirittura al martirio di cristiani da parte di poteri politici che si qualificavano come “cristiani”, soprattutto in America Latina e assistiamo oggi all’uccisione di intere comunità cristiane in Medioriente da parte del fondamentalismo terrorista bellicoso islamico.
    (Enzo Bianchi)

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  4. La persecuzione è sempre in agguato.
    Il diverso è additato.
    La conformità è un dogma.
    Si ammazza per questo!
    Nella mia quotidianità , Signore aiutami a portare avanti la TUA logica,stammi di fianco...,la lotta è dura.
    Non far prevalere la mia voglia di uscirne con applausi.
    Rendi docile il mio capo,la mia testardaggine,il mio strafare.
    Orientami verso TE
    Il leggero ed il libero

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  5. Ogni morte in Dio, si trasforma in vita. Che grande Dio abbiamo, niente ferma il suo amore.

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  6. La persecuzione è davvero lacerante, fa paura e disperde. Stefano e Filippo sono degli esempi di cristiani proprio considerevoli e apprezzabili, che nonostante le ostilità e le tribolazioni hanno creduto , annunciato e agito. È vero,
    la via del Signore se pur incomprensibile e faticosa è l'unica via che mi fa vedere il Suo illimitato amore e mi libera dalla tenebra.
    Signore quando la paura mi tiene in prigione rendendomi passiva alla vita e le forze vengono meno, non abbandonarmi nella solitudine, sii Tu il mio liberatore, la mia forza.
    Signore Tu il mio riposo, in Te spero.

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