Prima lettura del 31 maggio 2019

Ha revocato la sua condanna.
Sof 3, 14-18

"Rallégrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!

Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d'Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.

In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia»".


A ben guardare è vero che i libri profetici sono ricchi di moniti, di rimproveri, di annunci di sciagure, ma anche incredibilmente poetici nelle sovrabbondanti lodi, speranza e gioia!
La Parola di Dio apre gli occhi, la profezia mette in luce e guarda al di là del presente, spinge verso il bene che Dio ha preparato.
Per questo, anche in un periodo funesto, pur denunciando il male, l'oppressione e l'idolatria, i profeti donano uno sguardo di speranza a chi non vede lo squarcio aperto nelle tenebre che fa trasparire la luce che c'era sempre stata.
Questa è l'apertura luminosa che ci viene nel brano di oggi del profeta Sofonia.

Anche lui, come i profeti a lui contemporanei, era vissuto prima dell'Esilio babilonese, ma le sue parole vennero messe per iscritto dopo la fine della deportazione.
Sofonia, nome non comune oggi, in ebraico ha un significato molto bello: "il Signore ha protetto, ha nascosto", "il Signore ha custodito”.
La sua voce risuona durante il lungo regno di Manasse fra il 696 e il 642 a.C., tempo in cui il regno di Giuda era suddito dell'impero assiro, pur godendo di una certa autonomia.
Il libro si apre con un monito ai contemporanei difficile da mandare giu, e le sue parole rischiano di essere messe in second'ordine proprio per la durezza dei rimproveri e la denuncia di peccati che stanno distruggendo l'identità del popolo: “Radunatevi, raccoglietevi, o gente spudorata, prima di essere travolti come pula che scompare in un giorno” (Sof. 2, 1-2).
Ma il suo è il grido di dolore di un padre che vede in quale via di morte si sia indirizzato il proprio figlio e lo richiama per farlo tornare ad una via di felicità.
La denuncia del male in Israele che camminava verso la rovina finale, arrivata immancabilmente, è il tentativo di togliere dalla morte e di annunciare che nel momento più cupo non tutto è perduto e il Signore è pronto a revocare la sua condanna e a fare festa per il figlio ritrovato (cfr. Lc 15).

"Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele!"
E' un imperativo che da questo versetto rimbalzerà in tanti altri libri nella Bibbia, fino ad arrivare sulla bocca dell'angelo Gabriele che irrompe nella vita di Maria (Lc 1, 28), pronunciando la prima parola dell'Amore che apre la vicenda del Nuovo Testamento.
"Rallégrati", gioisci, fa salti di gioia, è una parola che squarcia ogni velo di pessimismo, di sfiducia, di tristezza dovuta ai tanti fallimenti della storia.
Il Profeta lo grida all'Israele sfiduciato dall'oppressione, l'angelo lo annuncia a colei che doveva accogliere un nuovo mai visto, il Vangelo lo grida ad ogni uomo, rattristato dalla morte, dal dolore, dal peccato.
E' annuncio di vita nuova, di gioia inaspettata, quella che si attendeva ma senza crederci, quella necessaria che sembrava impossibile.
"Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore" (Lc 2, 10-11), dicono gli angeli ai pastori squarciando le tenebre della notte e annunciando il fatto della nascita del Dio bambino.

"Il Signore ha revocato la tua condanna".
Chissà perché crediamo di più alle condanne eterne, pur contro l'evidenza dell'annuncio che è continuo nella Parola, e non crediamo alla misericordia e al perdono eterno!
Eravamo, noi e tutta l'umanità, sotto il giogo della legge che ci schiacciava davanti all'evidenza del nostro sbaglio esistenziale, del nostro fallire il bersaglio della vita, dell'andare verso il male che non vogliamo.
E' vero: la condanna era lì, per tutti, innegabile, più cercata dagli uomini che pronunciata esplicitamente da un giudice che poteva innegabilmente condannare.
Ma è stata revocata!
Paolo dirà "non c'è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Perché la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Infatti ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile" (Rom 8, 1-3).
Come per un condannato all'ergastolo ostativo, quello che non ti fa uscire più dal carcere, o per un condannato alla sedia elettrica, è arrivata improvvisamente la grazia e non ci sono parole che possano esprimere la gioia e la riconoscenza per la possibilità di vivere, liberi!
E' salvezza gratis, è annuncio di dono immeritato.
Questa è stata tutta l'esistenza e il passaggio dalla morte di nostro Signore Gesù.
Lui primizia dei salvati da morte, lui giusto e gradito a Dio, eppure uomo come noi, ha attirato tutti nella Vita. Lui, il Salvato e Salvatore, ha attirato tutti a se! (cfr. Gv 12, 32)

"Ti rinnoverà con il suo amore".
Queste parole sono così dolci! Che desiderio di rinnovamento, di nascere di nuovo ad una vita che sia accolta, curata e portata a compimento!
Tutto questo realizza il Signore per noi, tutto questo ci attende. Un nuovo che solo l'Amore può realizzare.

In chiusura del libro di Sofonia, così lontano da noi, eppure così attuale, questo canto di gioia dispiega la misericordia inattesa da un Dio che doveva essere offeso e invece salva con potenza, doveva essere cupo e invece grida di gioia insieme al suo amato!
La profezia è attuale ogni volta che viene pronunziata: è una parola donata anche a noi che l'ascoltiamo oggi, una Parola efficace perché realizza ciò che annunzia.
Ascoltiamola sicuri che si sta compiendo, lasciamoci prendere da queste parole che sono pronunciate oggi per ognuno di noi, affinché ci riempiano il cuore di allegria e di esultanza.

Commenti

  1. Come mai dalle minacce il profeta passa all’invito alla gioia, alla serenità, alla fiducia? Cos’è accaduto, che cosa è cambiato a Gerusalemme ? forse il popolo si è convertito, ha fatto penitenza?

    No. La ragione è un’altra: il Signore ha revocato la condanna. Gerusalemme è stata una sposa infedele, ha tradito il suo Dio. Ma Dio non l’allontanerà per sempre: il Signore “ la rinnoverà con il suo amore” (3,17).

    E i castighi minacciati? Da questa pagina del profeta Sofonia proclamata oggi risulta evidente che il giorno dell’ira ardente non è il momento in cui Egli perde la pazienza e si arrabbia per le malvagità degli uomini, ma è il giorno in cui Egli riesce finalmente a far trionfare l’amore. L’ira di Dio si scaglia non contro il peccatore, ma contro il peccato. Al di là di ogni distruzione, Dio porterà la vita. Dunque, “rallegrati, figlia di Sion” (3,14).
    (Silvano Piovanelli)

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  2. Il messaggio è chiaro. Colui che attendiamo faccia a faccia è il già vicino datore di un Soffio portatore di germi sani tra cui quello della gioia (Gal 5,22). Gioia di cui conosciamo la provenienza, dal Padre per il Figlio nello Spirito, il contenuto, la loro vicinanza, la destinazione, tutti gli uomini. All'attesa del mondo, che è l'evento della gioia e della condivisione del pane, Dio dona uomini e donne dal volto gioioso e dallo stile affabile. I contenti dentro sono amabili, clementi, tolleranti e accoglienti fuori, riflesso della cura di un Dio a cui stanno a cuore l'allegrezza e il bisogno dell'uomo. Un Dio che attraverso i suoi amici danza attorno alla creatura umana e condivide il pane con la creatura umana.
    (Giancarlo Bruni)

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  3. Il motivo di gioia è che Dio abita in seno al suo popolo, combatte a favore del suo popolo, difatti dice: "Il Signore è in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura, non lasciarti cadere le braccia..gioirà per te, esulterà per te con grida di gioia."
    E' il Signore stesso ad essere felice perché sarà lui stesso a rinnovarti con il suo amore!
    Il Dio d'Israele non è un Dio impassibile, né una divinità corrucciata da rabbonire con preziosi sacrifici, ma è lo sposo che prova reale affetto per la sua diletta.
    Sarà proprio questa gioia del Signore per Gerusalemme che la convertirà all'amore autentico per lui. Dunque la gioia a cui Gerusalemme è invitata è la gioia di una città liberata dalla paura.
    (Carla Sprinzeles)

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  4. La Figlia di Sion a cui si rivolge Sofonia, è il resto di Israele, cioè la comunità ebraica reduce dall’esilio di Babilonia, situazione in cui si è purificata per tornare ad essere un popolo che riconosce il suo Dio come Re e Salvatore. Nel segno della gioia e del tripudio, sarà ricostruito il tempio di Gerusalemme, dove Dio tornerà ad abitare “nel seno” del suo popolo.
    Maria è la personificazione di questo Israele: in lei culmina in tempo dell’attesa del popolo e Dio verrà ad abitare in mezzo a noi nella nuova arca dell’alleanza e nel nuovo tempio, non più di pietra, ma vivente. Il nuovo popolo, la Chiesa, non dovrà più temere, ma anzi gioire ed esultare, perché “il Dio con noi” che salva da peccato, le porterà salvezza e liberazione.
    (Aristide Serra)

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  5. Bello l'invito ad accogliere il messaggio liberante del Signore, in queste pagine!
    Vorrei, almeno con TE, essere fiducioso, aperto, non schiavo dei miei idoli dettati dalla paura e dalla diffidenza.

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  6. "Rallegrato... grida di gioia.... esulta... acclama con tutto il cuore.... X'? Perché il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il nemico. ... il Signore è in mezzo a te.... Non tenersi più alcuna sventura...." una Parola di così grande intima profonda consolazione Signore fammi stare riposare vivere e camminare dentro questa tua Presenza, Tua Parola. Il cuore grida: Grazie mio Dio

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