Prima lettura del 2 gennaio 2021

Possiede anche il Padre
1Gv 2,22-28

"Figlioli, chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre.
Quanto a voi, quello che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quello che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna.
Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di ingannarvi. E quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che qualcuno vi istruisca. Ma, come la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera e non mentisce, così voi rimanete in lui come essa vi ha istruito.
E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo avere fiducia quando egli si manifesterà e non veniamo da lui svergognati alla sua venuta".


La prima lettera di Giovanni, nella ricchezza dell'annuncio, offre dei criteri di discernimento per affrontare le sfide del momento presente secondo lo Spirito del Signore. Le parole che leggiamo fanno luce sulla fede autentica che non è mai sganciata dall'amore per il prossimo.

"Figlioli, chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio".
Per Giovanni negare che Gesù è il Cristo, l'unto del Signore, è pensare che la salvezza dipenda dalle nostre forze, dalle nostre opere, dall'osservanza dei comandamenti antichi. È un dramma teologico che ha travagliato la comunità primitiva: come conciliare l'antica osservanza dei precetti di Mosè con la novità della salvezza gratuita inaugurata dal Cristo?
Per l'apostolo Paolo questo è stato uno dei temi più impegnativi che ha affrontato in tutte le sue lettere e, a ben leggere nella teologia contemporanea, è un problema ancora serpeggiante nella Chiesa.
Gesù è Messia e figlio del Padre. Non riconoscerne la novità e la svolta nel rapporto con Dio è rendere vano il senso profondo del Vangelo.

"Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre".
Dio e il suo Cristo, il Padre e il Figlio, sono inseparabili. Rifiutando uno si perde la comunione anche con l'altro.
"Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato (Gv 1, 18).


"Quanto a voi, quello che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quello che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre".
Giovanni esorta i cristiani a rimanere fedeli all'annuncio ricevuto dai testimoni, senza farsi disorientare da altri annunci incompleti e più plausibili, ma non rivelati.
Anche Paolo ribadisce che è importante custodire l'annuncio così come si è ricevuto: "nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l'ho annunciato" (1Cor 15, 1- 2).
E' infatti sempre presente la tentazione di piegarlo alla nostra visione, fare della Chiesa una comunità di "buoni" che si salvano per i propri meriti.

"E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna".
Al cuore della fede e dell'annuncio missionario c'è la promessa che tutta la Scrittura ci ricorda: il dono di Dio è condurre tutti alla sua vita, che è eterna, per sempre.

"Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di ingannarvi".
Gesù aveva messo in guardia dai falsi profeti, da coloro cioè che presentano un volto di Dio diverso da quello che si è manifestato nella sua Pasqua. È un inganno tornare alle vecchie osservanze o non riconoscere il Dio Amore.
Giovanni segue le comunità da lui evangelizzate con la premura di un padre e l'autorevolezza del pastore che svela i mercenari che portano l'acqua al loro mulino, cercando di distogliere dall'unica vera guida che è il Cristo Gesù.

"E quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che qualcuno vi istruisca".
Cristo, cioè l'Unto, è il consacrato; i cristiani sono anch'essi unti col crisma, cioè sono come lui consacrati.
A pensarci bene, è un dono immenso quello che i cristiani ricevono: per mezzo dei sacramenti si arriva ad essere certi dell'immersione nella vita divina, di essere sacerdoti, re e profeti col Cristo.
E' lo stesso Spirito di Gesù che istruisce, conduce e salva ognuno di noi.

"Ma, come la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera e non mentisce, così voi rimanete in lui come essa vi ha istruito".
Giovanni indica nella sequela, nel permanere dietro al Cristo, nella verità incontrata, la strada per non perdere l'autenticità della fede.
C'è una consonanza tra i discepoli e il Cristo per la comunione di Spirito che li unisce e conduce tutti al Padre.
"Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore" (Gv 15,10).

"E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo avere fiducia quando egli si manifesterà e non veniamo da lui svergognati alla sua venuta".
Rimanere nella novità dell'annuncio cristiano, senza deviare in aggiustamenti umani, ci dà la gioia di gustare una novità continua che ci stupisce e ci attira al Padre.
Sarebbe terribile ricevere un tale dono di grazia immeritato e barattarlo con una religiosità fatta di opere per "guadagnarsi" il paradiso!
Quanto invece è più grande la promessa per chi attende fiducioso il Salvatore: " Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli" (Lc 12,37).

Com'è prezioso l'insegnamento dell'apostolo che mette in guardia i suoi dal pericolo di adagiarsi in riti vuoti per mettersi a posto la coscienza, rischiando di perdersi l'immensa grazia della salvezza!
Ci è necessario qualcuno che ci svegli sul rischio di crederci buoni per le nostre opere.
Come il Cristo ha visto nel Padre colui che lo risollevava da morte, così a maggior ragione noi dobbiamo guardare sempre alla fonte della nostra salvezza.
Perdere le nostre false convinzioni di giustizia e rimanere nella verità del Vangelo, ci darà la beatitudine di ricevere in dono la luce di Cristo e, per mezzo di lui, possedere anche il Padre!

Commenti

  1. "E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo avere fiducia quando egli si manifesterà e non veniamo da lui svergognati alla sua venuta".
    Fammi rimanere in TE
    TU che mi dai quello che manco oso pensare
    Fammi avere sempre questa consapevolezza,,,aderire a TE è aderire a me;TU sei in me!!!!!!!!!!!
    Grazie,Signore!

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  2. "Voi rimarrete nel Figlio e nel Padre". Silenzio profondo nel mio cuore. Mi ripeto queste parole con la paura di sciuparle. L'accoglienza del Vangelo mi permette di entrare in questa inaudita promessa. Rimanere nel Figlio. Rimanere nel Padre. Figlio col Figlio. Figlio del Padre. Come fiume in un mare così la mia vita in Dio. Rimanere in questo è il dono dei doni. Rimanere nella Vita, rimanere in Dio. Non so pensare, mi ripeto semplicemente la buona notizia. "Voi rimarrete nel Figlio e nel Padre".
    E nel mio cuore sorge ciò che non tramonta.

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