Prima lettura del 25 gennaio 2021 - Conversione di Paolo

Scelto per me
At 9, 10-22

"C’era a Damasco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista».
Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».
Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Non è lui che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocavano questo nome ed era venuto qui precisamente per condurli in catene ai capi dei sacerdoti?».
Saulo frattanto si rinfrancava sempre di più e gettava confusione tra i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo".


Negli Atti degli Apostoli la conversione di Paolo è un caposaldo di tutta la storia della chiesa delle origini. Da persecutore ad apostolo, da acerrimo nemico ad ardente e appassionato annunciatore.
Una vera rivoluzione ha attraversato il cuore di questo credente accendendo in lui un fuoco ben più forte dello zelo religioso ebraico.
Dalla Legge alla Grazia: questo il percorso salvifico di Paolo che diventa per noi l'annunciatore per eccellenza del Vangelo di Cristo.
Oggi, festa della Conversione di Paolo, ci soffermiamo sulla seconda parte del brano già meditato nel blog.

"C’era a Damasco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!. Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso»".
Nel famosissimo brano precedente (cfr. At 9, 1-9), Saulo (questo il nome dell'uomo vecchio che lascerà presto il posto al nuovo Paolo) è caduto a terra abbagliato da una luce, mentre si stava recando a Damasco ad arrestare dei cristiani.
Cieco e incredulo per le parole che bloccano la strage che era intenzionato a fare, rimane bloccato tra il vecchio e il nuovo in attesa che il Signore gli indichi la via.
E il Signore "organizza" l'incontro con un cristiano di Damasco, Anania, a cui è dato l'incarico di andare a trovare il persecutore la cui fama era arrivata già alle orecchie della comunità.

"Ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista".
Anche Saulo è preparato all'incontro con chi perseguita, così come gli aveva rivelato il Cristo parlando dei cristiani come di se stesso (cfr. At 9, 4).

"Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome»".
Giusta osservazione: questo inviato del sommo sacerdote di Gerusalemme è un pericolo reale alla loro sopravvivenza. Già si erano dispersi da Gerusalemme dopo la morte di Stefano (cr. At 8, 1), adesso il nemico arrivava nelle loro case ed era difficile pensarlo "in preghiera" e in collegamento col Signore!

"Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome»".
Anania fa resistenza ad andare nella "tana del lupo", ma lo convince la risposta del Signore. Saulo di Tarso è uno "strumento" scelto per il Signore, lo ha messo da parte per sé ed è arrivato il momento di formarlo con una nuova Parola che non proviene dalla Legge.
E' una missione di annuncio identica a quella degli altri apostoli, da estendere a tutte le nazioni della terra (cfr. At 1, 8) e ad Anania è annunciato che Saulo seguirà la strada comune ai discepoli, cioè di grandi doni, insieme a tante persecuzioni (cfr. Mc 10, 30).

"Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani".
Come Gesù imponeva le mani ai malati per guarirli, Anania con questo gesto concreto gli comunica lo Spirito che cura e fa uscire dalle tenebre. E' un gesto di grande fede per quest'uomo che teme di liberare dalle catene della cecità un nemico.

"E disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo»".
È dalla bocca di Anania che Saulo, cieco, riceve di nuovo l'annuncio che lo aveva prostrato a terra e accecato. Adesso la Parola lo illumina e lo rialza.
Il credente in Cristo è inviato al credente dell'antica Alleanza affinché lo Spirito della Nuova Alleanza lo riempia.
Gli antichi profeti avevano annunciato il dono dello Spirito ad ogni uomo; ora, tra Anania e Saulo si realizza quella promessa.

"E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono".
Cadono dai suoi occhi le cataratte che gli impedivano di vedere, di riconoscere in un cristiano il volto del fratello.
E' una scena molto intima e profonda, rivelativa per Saulo ma anche per Anania, che ha il compito di guarire un nemico, di ridargli la forza di camminare e di immergerlo nella morte e resurrezione del Cristo.

"Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio".
Saulo inizia il suo cammino di apostolo, si unisce ai discepoli che era andato ad arrestare e nelle sinagoghe entra come l'annunciatore di una verità sconvolgente e sacrilega per gli ebrei, cioè che Gesù è il Figlio di Dio e il crocifisso non è maledetto ma fonte di salvezza.

"E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Non è lui che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocavano questo nome ed era venuto qui precisamente per condurli in catene ai capi dei sacerdoti?»".
Lo stupore coglie chi lo ascolta; i fedeli nelle sinagoghe stentano a riconoscere in lui lo stesso inflessibile accusatore di cui si era diffusa la fama.
Lo aspettavano da persecutore, fiero del mandato dei sacerdoti, ma lo ritrovano discepolo che compie i primi passi in quella nuova dottrina che avrebbe dovuto fermare.

"Saulo frattanto si rinfrancava sempre di più e gettava confusione tra i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo".
Annotazione sintetica e acuta che dice ciò che in fondo l'apostolo Paolo farà per il resto della sua esistenza. Sarà un pungolo fastidioso nel fianco degli ebrei, un pericolo per la loro ortodossia e un nemico da uccidere.

Gli scritti neotestamentari ritorneranno più volte su questo episodio: non è solo il battesimo dell'uomo nuovo Paolo, ma l'evidenza che niente è impossibile a Dio!
Egli, con la sua potenza blocca l'avanzata del male e cambia gli eventi della storia con uomini decisivi, strumenti che lui si sceglie per portare l'annuncio e l'evidenza del Vangelo nelle orecchie di ogni uomo.
Paolo darà spessore esegetico a tutta l'esistenza del Cristo, avvierà con coraggio la Chiesa missionaria e ci lascerà scritti importanti per
la nostra fede quanto i Vangeli.
Quel giorno, sulla via di Damasco, è iniziata anche la nostra storia.

Commenti

  1. "Perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo". Occhi nuovi e dono dello Spirito: una nuova visione del mondo e di Dio illuminata dallo Spirito di Dio Amore. Una visione guidata da un "pre-giudizio": che Dio è Amore ed è Salvatore per sempre. Tutto riparte da questa fede. Tutto è visto in questa luce. Come Paolo, anche noi. Ora vedo veramente e in modo corretto. Senza il Dio Amore niente si spiega. Tutto rimane indecifrabile senza il mistero dell'Amore. Occhi nuovi per vedere oltre l'apparenza e cogliere il segreto di ogni cosa. Lo Spirito viene in soccorso sussurrando incessantemente: "Tu sei mio figlio". Ora ci vedo! Ora posso gridare: Padre, fratelli!

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  2. ..........io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome»".
    Non è facile NON essere applaudito,per me.
    Io purtroppo ho ancora questa pretesa.
    Ma mi sono "buttato",sono più pauroso di Ananìa!
    ma procedo nel mio piccolo,rendendomi appunto ,conto sempre di più ,che questa è una strada da percorrere con Gesù e che dà anche gioia nel cuore:PARLARE,TESTIMONIARE con piccoli gesti,il Signore.
    Grazie-

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  3. "..Mi ha mandato a te il Signore.."
    È aprire gli occhi ;
    è scoprire
    di essere figli amati e salvati

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